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"La maglia rosa: possiamo ancora vincerla?"
venerdì 12 aprile 2013

lettera aperta al Prof. Fabio Matacchiera ed invito partecipazione dibattito referendum 14 aprile

da CrispiusSantorius



28 marzo 2013
OGGETTO: Invito partecipazione dibattito referendum 14 aprile

Egregio Prof. Fabio Matacchiera,

Le allego la nota stampa esplicativa riguardante L’INIZIATIVA EDITORIALE PER TARANTO E PER LE SUE SCELTE che la Redazione di Jo Tv organizza in occasione della celebrazione dell’imminente referendum - 14 aprile 2013 - consultivo sulla permanenza o meno dello stabilimento siderurgico.
Ho il piacere di inviarLe la presente, considerato che Lei è stato e continua ad essere uno dei cittadini che, animati da comprovata competenza tecnica, determinata ostinazione e pervaso da amore intenso civico, hanno affrontato dal verso giusto la questione ambientale a Taranto, coinvolgendo progressivamente ampi strati della cittadinanza attiva e determinando un nuovo approccio scientifico-culturale. Ha contribuito, e non poco, che la magistratura affrontasse finalmente in modo stringente la questione. Il suo ruolo si è distinto per l’amore per il Mare, per la sua ricchezza e bellezza.
Sensibilità che oggi è approdata all’indizione del referendum consultivo. Una gran bella occasione per stigmatizzare l’atteggiamento attardato di Riva, che è dipeso sì, in parte, dalla passività, se non di connivenza, delle amministrazione locali e dalla sottovalutazione, ma soprattutto dall’inadeguatezza culturale per cogliere appieno il cambiamento in corso a livello mondiale di produrre nell’era post-industriale. Questo è ciò che ha creato l’incompatibilità tra modo di produrre con la sensibilità montante collettiva riguardante il diritto alla salute come diritto civile.
E’ questa nuova percezione che ha ferito nell’intimo tanto il singolo abitante quanto la comunità, ma che ha contribuito a conquistare il concetto del diritto alla salute come un “diritto civile” e perciò di valenza universale; non rispettarlo, o peggio calpestarlo, indigna e genera rifiuto a prescindere, come, con sicumera e impudenza, si è condotta l’attività produttiva dello stabilimento Ilva.
Il diritto all’ambiente, alla salute e a condizioni di lavoro sempre migliori, è ormai una conquista antropologica e, per questo, non può essere conculcata ed è destinata ad affermarsi nel mondo. I tempi per la sua progressiva diffusione non saranno identici nei vari contesti geografici, non a caso, con la celebrazione dell’ultimo congresso del Partito Nazionale Cinese a Pechino, la questione della sostenibilità ambientale, con i suoi riflessi sulla salute, e perciò è stato deciso all’unanimità di anteporre tale l’obiettivo persino a quelli più drammatici, come quello inerente alle questioni delle minoranze etniche. Si pensi alla situazione incandescente con monaci e cittadini tibetani che, anelando all’autonomia e alla democrazia , si danno fuoco a centinaia!
La situazione a Taranto si è appesantita anche a causa di un profluvio di leggi, con diversi e contrastanti pronunciamenti giudiziari, aggravati dalla circostanza che le questioni ambientali sono a legislazione concorrente (provincia, regione e Stato nazionale).
Di qui il comportamento di Riva, giocato tutto in difesa, improntando il metodo di selezione dei propri manager, basandolo più sulla “fedeltà” alla sua persona che non sul merito e sulle esigenze della fabbrica, come si evince da alcuni casi di mobbing denunciati con il rilevamento dell’Ilva, società quotata in borsa, quando cambiò il gruppo dirigente. Circostanza stigmatizzata inutilmente dalle organizzazioni sindacali.
Non è un caso che negli ultimi frangenti un gruppo imprenditoriale con ventimila dipendenti abbia dovuto nominare Presidente, in un momento di grave crisi, un manager proveniente dall’esterno, l’ex Prefetto Bruno Ferrante. Il Presidente Ferrante si è trovato, suo malgrado, a fare i conti con:
a) il conflitto di competenza in corso tra governo Nazionale e quello Regionale per le materie concorrenti nell’ambio della tutela della salute e dell’ambiente;
b) la difficoltà di agire nella giungla delle direttive europee di settore, della legislazione nazionale, regionale e dei regolamenti degli enti locali;
c) i tempi lunghi del bicameralismo perfetto italiano, nonché le ricorrenti crisi governative.
d) e, soprattutto, gli impianti ormai obsoleti e superati che abbisognano di sostituzione radicale.

La direzione Ilva ha tenuto in non cale il fatto che per competere bisogna partire dalla convinzione che solo i fermenti culturali, la ricerca applicata, l’innovazione delle Istituzioni regolatrici e stimolatrici delle attività civili orientano e governano le azioni dell’uomo in ogni epoca. L’economia della conoscenza è la base per ogni nuovo stile di vita; la sua affermazione e diffusione, però, è cosa complicata e non sempre lineare, e lo sa bene, però, la Corea del Sud, la nazione che dedica la parte più consistente del proprio PIL alla ricerca applicata per l’innovazione dei processi produttivi.
Il destino di Taranto molto dipende da quale tra le esperienze alternative si affermerà in questo momento storico di svolta. Tutto dipenderà dal coraggio politico e dalla riconquistata visione olistica della classe dirigente nel assumersi le responsabilità per le decisioni da prendersi qui ed ora, senza indugio, in quanto di tempo ne abbiamo già sprecato molto.
Lei sicuramente è un esperto tecnico degli sport acquatici, in particolare quelli subacquei, in quanto produttore di congegni tecnici per meglio esercitare tali attività sportive e di servizio, quindi è nelle condizioni di afferrare il significato di come si organizzino e si svolgano le grandi corse ciclistiche a tappe. A Taranto, se si serrano le file e se ciascuno fa il proprio dovere secondo competenza e in spirito di verità, si potrebbe creare una squadra per partecipare alla grande corsa a tappe che sta svolgendosi nel Mondo, tesa allo sviluppo della ricerca applicata sull’impatto ambientale, in cui partecipano poche selezionate e sperimentate “società sportive”, capaci di mettere in campo squadre tecnico-scientifiche che, in versione sportiva, si tradurrebbe come la Mercatone Uno ai tempi di Marco Pantani. Perché i campioni della squadra possano salire sul podio di tale corsa occorre che questa sia affiatata e che, sin dalla prima tappa, agisca affinché i propri atleti, selezionati dal Direttore Tecnico-Sportivo per meriti verificati, rimangano nel gruppo di testa; solo cosi è possibile conquistare la maglia rosa. Durante la corsa non sono ammesse distrazioni, slealtà ed egoismi distruttivi; quello che, ahimè, a Taranto sono difficili a morire.
La società sportiva e la squadra sono ben consapevoli del fatto che, in caso di forte distacco dal gruppo di testa, si rischia l’esclusione dall’edizione della corsa dell’anno successivo, con alta probabilità di perdere gli sponsor e con la possibilità di chiudere i battenti e di perdere gli atleti, i migliori dei quali possono passare in altre società, mentre altri sono destinati ad appendere la bicicletta al chiodo. La società, così, è destinata a sparire. Nella competizione in corso, per strutturare industrie siderurgiche a ciclo integrale più sostenibili sul piano ambientale, economico e sociale, della grandezza e potenza di quella di Taranto, se ne possono contare sulle dita di due mani, e tra tutte queste rimarranno in gara quelle che prima, e meglio, sapranno innovare radicalmente processi e prodotti.
Per far parte di una squadra coesa e con unità di intenti occorre esercitare il diritto di critica lealmente e con misura, come Lei ha sempre cercato di praticare, e così, oltre ad additare le manchevolezze delle proposte altrui, sforzarsi di contrapporre le proprie alle altre senza retropensiero e/o sicumera. È solo così che si delineano naturalmente le convergenze per unire le forze necessarie e centrare gli ambiziosi obiettivi prioritari di rinnovamento strutturale dell’industria in uno con la razionalizzazione e la rivitalizzazione dello spazio urbano, così da migliorare la qualità delle condizioni di vita e di lavoro.
Così ci riavviamo sulla strada del progresso e riconquistiamo una eco-city. Per raggiungere tale status è necessario far allignare modelli di vista post-consumistici orientati da un lato al sobrio e sapiente uso degli spazi e dei beni comuni e dall’altro al recupero della pratica diffusa dell’otium romano per acquisire i beni immateriali (gli unici di cui l’umanità dispone in modo illimitato) nella direzione di una società diversamente ricca, inclusiva, solidale e glocal, all’insegna della parsimonia, frugalità e riuso dei beni, non facendosi ulteriormente abbagliare dalla colonizzazione anglo-americana dell’immaginario collettivo avvenuta attraverso la pubblicità, secondo la lezione di Serge Latouche.
Alla luce di quanto detto sopra, Le chiedo un Suo prezioso intervento personale, frutto di notevole esperienza fatta sul campo, che sicuramente arricchirà il dibattito. Per l’intervento potrà scegliere di partecipare alle tavole rotonde di persona in studio, o con intervento scritto per via e-mail oppure in videoconferenza.
Fiducioso di un Suo positivo riscontro, colgo l’occasione per porgerLe cordiali saluti.

Angelo Candelli – editore di Jo Tv
angelocandelli@me.com



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