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TARANTO: la città del "Ce me ne futt a me"
domenica 14 settembre 2014

da osservatoriolegnc@libero.it



 
 
TARANTO
LA CITTA' DEL
"CE ME NE FUTT A ME"


TARANTO E L’ANFITEATRO
Non sempre la ragione prevale sull'arrogante idiozia
E di riprove ne abbiamo tante! 
Una per tutte? Il mercato coperto! 
Inascoltati, i suggerimenti per i lavori nell’area del quadrilatero via Anfiteatro - De Cesare - P. Amedeo - Acclavio.


Di certo poco, anzi quasi nulla, dell’Anfiteatro sarà mai riportato alla luce, trattandosi del sito centrale ovvero dell’arena.
Pensate cosa potrebbe significare, non potendo demolire i protervi fabbricati realizzati negli anni '60/'70, eliminare quantomeno l’intero fabbricato che per anni ha ospitato gli uffici comunali ed ora è (esultiamo!)  un "parcheggio riservato"! Che spreco!
Pensate all’enorme slargo che si verrebbe a creare, quanto ne guadagnerebbe il Borgo … l’intera Città se soltanto si usasse una briciola di raziocinio! Invece…
In allegato l’art. inviato il 24 settembre 2008 a supporto della richiesta mirata al ritrovamento dell’antico reperto.

Preg. Sig. SINDACO
Di seguito, si riporta uno stralcio della "Relazione Tecnica" manoscritta il 29 Settembre 1896 dall’ingegnere capo del Municipio di Taranto, vistata per approvazione il 28 Dicembre 1899 dal Prefetto di Lecce, inerente la realizzazione del “Mercato Coperto” alla via Anfiteatro:

E’ sentito pel Borgo orientale della Città il bisogno di un mercato coperto ove riunire il piccolo commercio delle sostanze alimentari, abolendo le tende e trabacche mobili che offrono un aspetto indecoroso ed ingombrano  vie e marciapiedi impedendo la libera circolazione. La piazza Anfiteatro per la sua ampiezza e centralità, anche tenuto conto del maggiore sviluppo del Borgo, fu indicata come luogo adatto per innalzarvi la detta costruzione ”
[…Omissis ]

Tale storica struttura, nota ai più come “Piazza Coperta”, era nata, oltre che per avvertita necessità di realizzare un “mercato di merci alimentari”, anche e soprattutto per dare sistemazione ad un luogo divenuto indecoroso per la Città in fase di sviluppo.
Piazza Anfiteatro … il mercato coperto di merci alimentari, ha servito il Borgo per decenni, che, poi, per varie “vicissitudini”, ha perduto pezzi , dunque, identità.
Dato da non sottovalutare, è che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”, condizione indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della importante struttura che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso… ma nessuno se ne è mai preoccupato più di tanto; se ciò dovesse rispondere a verità, sarebbe grave! Questa purtroppo è Taranto!
Nel tempo, i commercianti hanno abbandonato i banchi, ma quale la causa dell’agonia? Cosa se non un triste destino che rischia di condurre il Borgo a morte certa e definitiva?
Nel volgere di qualche decennio, complice la solita assurda “ignavia” amministrativa, proprio com’è accaduto al Mercato Coperto, troppi fabbricati sono stati abbandonati.

L’attuale condizione di degrado, in cui versa larga parte del Borgo, contrasta non poco con l’opera, tra l’altro, almeno nelle intenzioni, condivisa dall’amministrazione, di ridare vita al quartiere a mezzo mirati interventi, ripristinando e, per quanto possibile, rendendo decorose le parti comuni, oltre che incentivando (?) la ristrutturazione degli stabili privati, ahinoi, abbandonati.
Più volte abbiamo esternato l’idea, ovviamente inascoltata, della necessità di effettuare all’interno dell’area del Mercato Coperto, da anni libera da persone e cose, una campagna di scavi mirati al recupero dei resti dell’Anfiteatro, operazione che, se accompagnata da buona dose di fortuna (rinvenimento di eventuali consistenti reperti dell’Anfiteatro), potrebbe cambiare il volto della Città in termini di Turismo intellettuale (Lecce… docet). 
Stante purtroppo l’imperante disinteresse, la manifesta contrarietà di una amministrazione sorda all’istanza avanzata da chi suggerisce siano effettuati saggi, si coglie occasione per rivolgere un appello per quel che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era per la Città.
Evacuato il manufatto dall’Ufficio tecnico comunale, da anni emarginato al Quartiere Paolo VI, il sito è stato interessato da radicali lavori (???) per la realizzazione del “Teatro d’innovazione”… pensate! 
Qual è lo stato dei lavori della “struttura” destinata ad “elevare” la Cultura della comunità?
Oggi più che mai, al cospetto di quel contenitore così ignobilmente impacchettato, manufatto “inutile” perché “inutilizzato” che comporta la “tracimazione” del degrado nel quartiere, si rimane perplessi sul futuro di un “sito” particolare per il quale permangono dubbi che possa serbare “meraviglie d’altri tempi” caparbiamente ignorate da chi avrebbe quantomeno potuto “tentare” anche il più modesto dei “saggi” alla ricerca dell’eccezionale antico “Reperto”.
I lavori, sono tragicamente fermi, da troppo tempo… 
Quanto potranno, commercianti e residenti, sopravvivere a questa nuova, “tremenda randellata” che, sommata alle “strisce blu”, è innegabile inaccettabile concausa della mortificazione del quartiere? 
Cosa intendono fare le associazioni di Categoria, perché commercianti e residenti tacciono? 
L’Osservatorio auspica che siano effettuati gli indispensabili saggi, alla ricerca di eventuali REPERTI che potrebbero far sperare in un’occasione in più per richiamare quel turismo tanto agognato.
Di certo  si è proceduti  negando l’evidenza, ignorando la Storia, sottovalutando le copiose testimonianze documentate in occasione di vecchi cantieri in zona.
Perché non procedere alla demolizione del sovrastante contenitore, oggi niente più che una “quinta di facciata”? Qualora non dovessero affiorare reperti di rilievo, avremmo creato uno slargo urbano … e che slargo!… di certo una nuova piazza di sicuro effetto scenografico in zona.
Chissà poi che la demolizione non possa portare a luce quelle che in tanti assurdamente definirebbero con non poca ilarità “quatt’ petre”… già, proprio quelle “quattro pietre” per le quali altre città, altre nazioni impazzirebbero.

NO, Taranto no! Taranto è la città del “ce me ne futt a me”! 

p.s.
Ripetiamo: considerato  che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”, condizione indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della importante struttura che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso …  chissà se non ricorra il caso di restituire ai vecchi proprietari quell’area, oggi non più utilizzata … ma tanto, troppo bistrattata.





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