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UNA MOSTRA PER RICORDARE.
domenica 27 dicembre 2015

Fascismo e nobiltà. La coerenza e la nobiltà nella mostra documentaria dedicata a Virgilio Italo Bruni.

di Pierfranco Bruni




"La testimonianza. La storia. La vita. Dal Fascismo agli anni Sessanta: Virgilio Italo Bruni"


È questo il titolo di una Mostra documentaria di materiale completamente inedito riferito al contesto degli anni compresi tra la metà degli anni Trenta e anni Settanta inerenti la vita economica, commerciale, politica e borghese che ha caratterizzato una personalità eclettica come quella di Virgilio Italo Bruni.

Si possono osservare testimonianze della stagione fascista che ha contraddistinto la famiglia Bruni, ritagli delle attività economiche, dettagli di una borghesia in una comunità come San Lorenzo del Vallo, in provincia di Cosenza.
Il tutto incastonato in una lettura sia di antico ceppo nobiliare sia economico - commerciale che si presta ad una interpretazione antropologica. Il materiale esposto è articolato e presenta un mosaico il cui obiettivo è quello di legare la storia di una famiglia alla storia di un territorio e il territorio alle diverse attività di una famiglia.
La Calabria del cosentino si specchia anche nella borghesia dei Bruni sia durante il fascismo sia durante la fase della ricostruzione dopo il conflitto mondiale. Sono i documenti che restano un riferimento centrale.

A tre anni dalla scomparsa di Virgilio Italo Bruni e a 95 dalla nascita questa passeggiata nell'archivio privato porta alla luce lettere, documenti riservati e molte immagini in Camicia nera. Proprio gli anni del fascismo restano fondamentali e dimostrano la coerenza del Bruni. Con la caduta del fascismo la sua attività resta quella commerciale oltre ad essere un possidente e proprietario terriero. Il materiale esposto è soltanto una parte dell'Archivio al quale sta lavorando il figlio Pierfranco.
La Mostra, un vero e proprio itinerario, si svolge a Cosenza nel Terrazzo delle Culture.





Presentazione
La realtà oltre la storia. Una mostra documentaria su Virgilio Italo Bruni: La nobiltà Il Fascismo Il commercio.
Perchè parlo di mio padre
C’era una volta una storia che rimase cronaca e una cronaca che andò oltre il quotidiano. Ci sono sempre i documenti che dichiarano. Si fanno testimonianza e identità. Ho ascoltato echi giungere dalla strada. Il mercato. È martedì mattina. Rumori leggeri timori di infanzia. Oggi so qual è il mio cammino qual è il mio inquieto scrivere. Scrivere ciò che sei. Scrivere senza reticenza ciò che il cuore ti chiede e ti detta. Il resto sono gli altri. Gli altri non sono te. Noi siamo stati noi resteremo. Perché parlo di mio padre? La mostra lo sottolinea. Credo che ogni figlio debba testimoniarsi e testimoniare il vissuto. Soprattutto quando i padri sono stati protagonisti di un viaggio storico e umano. Non è la storia che si racconta. Noi raccontiamo la storia perché siamo stati la storia e fino a quando io ci sarò nessuno potrà negarla perché in questi anni le mie mani e i miei occhi hanno solcato gli archivi della vita togliendo la polvere ai cassetti nei quali i documenti restavano assopiti. Il resto è ideologia. Ma so che le ideologie non si raccontano. La vita racconta. Siamo testimonianza.


Io voglio raccontare testimonianze. La storia di mio padre fascista, della mia famiglia Borbone, dei miei zii militari intellettuali di mio nonno segretario del fascio e podestà, dei miei antenati nell'ordine di San Francesco di Paola, dei miei nonni nobili e stemmati non sono favole che fanno addormentare. Il tempo è passato. Passa sempre. Come nel Gattopardo o come in Thomas Mann. Qui resta la storia. E ora anche la storia creduta ufficiale è una bugia come sono bugie tutte le storie scritte con la paura, perché, nel destino delle civiltà, non sono i vinti che tremano ma quelli che si credono vincitori. Io ho trascorso una notte dialogando con mio padre mia madre i cinque fratelli i miei antenati. E ora sono qui per sottolineare che il lungo sonno è terminato. Mi ero assopito quando gli echi del mercato si sono lasciati ascoltare nella mia antica via Carmelitani che poi ha cambiato nome per essere dedicata ad un comunista del mio paese che si credeva un battagliero antifascista e capo popolo che aveva sottoscritto la tessera del Partito Fascista che verrà evidenziata in originale nella mostra.


Io ora ritorno per qualche ora a quella che è stata e sempre sarà via Carmelitani. Un archivio di vita tra i ritagli degli anni che si fanno memoria. Nella memoria non affiora il rimpianto, bensì l’archivio della realtà.









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