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C'era una volta il presepe nella stanza delle nostre infanzie che il cuore non dimentica
lunedì 28 dicembre 2015

di Pierfranco Bruni

Nella tradizione della famiglia (casato) Bruni - Gaudinieri il presepe è stato sempre un simbolo fondamentale intorno al quale si riuniva tutta la famiglia. Una religiosità nella tradizione dei valori profondamente cristiani.
Ci sono ricordi antichi che creano un potente immaginario e scavano nella storia e nella memoria. Questa tradizione è rimasta.
Porto spaccati di lontananze di vita nella vita del mio quotidiano. Mio padre in una notte intera preparava un presepe immenso con una precisione che portava luoghi e personaggi in un costante dialogo biblico.
La cristianità è sempre stata La dimensione del nostro esistere. Ma il presepe centrale era a casa di nonno Alfredo. Un'intera stanza, lo stanzino così chiamato, era adibita per il presepe.
Strade fiumi montagne ruscelli personaggi che venivano da lontano erano il passaggio reale e simbolico. I magi con i cammelli i cantafavole i fabbri i Pastorelli creavano una atmosfera sublime. Poi la stella.
Le nostre serate a casa di nonno di zia Teresa e zio Adolfo con tutte le famiglie che diventavano un incontro annunciato negli anni.
Con zio Pietro che giungeva da Cagliari con zio Mariano che veniva da Cosenza e con zio Gino da Terranova sempre con le rispettive famiglie e le zie... Gabriella occhi profondi. Maria occhi severi e decisi. Adalgisa occhi accondiscententi. E l'accoglienza di zia Teresa allegra e festaiola con mamma Maria che preparava, con usanza di Terranova, cannariculi e scalille.
A questo appuntamento non mancavano mai neppure zio peppino, il fratello tanto amato da mamma Maria.
Era una grande famiglia. È stata una vera famiglia nella nobiltà non solo storica e biografica ma anche una nobiltà di sentimenti.
Ne ho parlato con mia sorella Giulia alla quale mi legano testimonianze indelebili, anzi ne parlo spesso, con Giulia di Bari, ovvero di zio Mariano, che per me è un punto di riferimento come lo sono stati zio Mariano e zia Maria, con Antonella che abita il Palazzo che era stato dei Bruni - Gaudinieri.
Antonella ha memorie di secoli che riportano a stagioni antiche ed è depositaria di ricordi che io spesso ho custodito involontariamente nella mia soffitta.
Quanti oggetti coperti di ragnatele abitano le nostre soffitte. Quante soffitte vivono dentro di noi.
Sono ritornato ad affacciarmi al Palazzo Bruni - Gaudinieri.
Antonella ha la dolcezza e la serenità non solo nelle parole ma soorattutto negli occhi. Parlo spesso con lei di in tempo immenso di un tempo inesorabile di un tempo indefinibile. In questi anni l'ho trovata sempre accanto. La mia consolazione alla morte di mio padre e alla morte di mamma Maria.
Tutto ha un senso. Ho visitato il Palazzo dove abita. Lei da sola ha costruito un presepe straordinario. Un flash di scatti di un tempo perduto che perduto non è... Un tempo antico che però mai sarà ritrovato pur restando tra le vie del cuore... dell'anima della vita... Un tempo che durerà nel nostro essere e nella nostra nobiltà che continua a vivere tra generazioni che raccontano...
Ho visto il presepe che Antonella ha realizzato con grande gioia e fascino lungo un interpretazione Franco - napoletana. Comincia da metà scala e prosegue sino in alto nei gradini che si aprono alle stanze del Palazzo.


Porta nelle forme ai presepi che realizzava mio padre nei giorni di un'infanzia che non smette di vivermi. Porta a quel presepe che fasciava un'intera stanza ai tempi in cui regnava nonno Alfredo.
Io noi abbiamo vissuto un'infanzia grandiosa perché abbiamo avuto una famiglia straordinaria e unica per il bene che ha dato e la complicità nell'autorevolezza dei valori.
Ho guardato negli occhi Antonella e ci siamo capiti subito in una attrazione di commozione.
Tutto si ricorda e tutto ci parla di un tempo di paese quando il paese non conosceva le solitudini.
La tradizione del presepe è nei simboli che hanno accompagnato il nostro viaggio e ora Antonella ha fatto rivivere con emozione e stupore il nostro essere stati col nostro essere ora in una continuità che è vita.
Noi restiamo quelli che siamo stati e siamo quelli che siamo perché siamo stati una civiltà.
Con Giulia di Cosenza e ora di Bari, come usiamo dire nel nostro vocabolario, ci fermiamo a ripescare, dal fiume della vita, rimembranze di dolcezze...
Già, il presepe... i Re Magi Maria Giuseppe l'Oriente la stella il paese il paesaggio... E poi il castello...



C'era una volta il presepe nella stanza delle nostre infanzie e ora ha gradini di memoria nei Castelli del nostro cuore...
Tutto ha un senso... Giulia di Cosenza, Mia sorella Giulia, Giulia di San Lorenzo e Giulia di Terranova... Giorgio Pina Io Alfredo Antonella Anna Roberto Susanna...
Cammino, ma i ricordi sono tanti e il presepe ha luci... tante luci... che accompagnano il mio dire e il mio andare...






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