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Nella piazza di Arlecchino trionfano i mediocri intellettuali
giovedì 8 marzo 2018

di Pierfranco Bruni

La mediocrità  è sempre visibile. Ma potrebbe essere anche invisibile nel momento in cui credi che l’ideologia del impossibile possa essere una valenza necessaria. Il problema è che nella mediocrità scivola anche chi pensa di essere intellettuale. Ma chi è l’intellettuale? L’intellettuale si serve del possibile.

 

Garcia disse in una conversazione svolta a Madrid:

 

L’intellettuale è chi non credo di sapere. Ovvero non è chi pensa di pensare e pensare bene. È chi invece vive la vita dentro il pensiero e del pensare che conosce ha conosciuto e conoscerà ne fa il suo  vissuto e il suo vivere, esprimendolo o meno, ma sempre sottolineandolo nel suo essere - esistere. Non è soltanto un testimone di cultura. Trasforma la sua testimonianza in eredità. Non si resta intellettuale per un’occasione. Lo si è intellettuale. L’intellettuale è comunque altro rispetto all’artista vero”.

 

Poi aggiunse:

 

Certo, l’artista è quello che trasforma i fantasmi in mistero, fantasia, magia, alchimia e recupera gli orizzonti di senso in una metafisica che non smette di confrontarsi con il pensiero delirante del filosofo. L’artista e il filosofi appartengono ad una stessa famiglia che è quella del sottosuolo disperante. Senza il disperante tragico non si ha arte e non si ha filosofia. L’intellettuale può fare a meno di ciò perché si serve del pensiero parlante, ovvero delle parole pensanti. L’artista ha dentro di sé il paesaggio dei linguaggi e viaggia dentro questi inesorabili paesaggi. Ed è profondamente vero che l’artista traccia gli scogli dell’impossibile e li rende immaginari possibili”.

 

Garcia resto in silenzio ed osservò le onde del mare. Dalla stanza sul mare contava la diversità delle onde. Ad un certo punto si rese conto che non esiste un’onda uguale ad un’altra e si chiese il perché.

 

Le onde sembrano partire, in lontananza, da una stessa linea però lungo il percorso diventano nodi, intrecci, alture, pianure, parole, rumori alti, bassi… Non è possibile fermare un’onda e non è possibile contare le onde uguali, perché non esistono. Ognuno di noi si ripete per non essere uguale. Anche se pensiamo di essere ripetitivi. Viviamo di un paesaggio che è fatto di rocce, deserti, pietre, strade, case, vie, palazzi e oggetti, tanti oggetti. Ma il paesaggio vero è quelle non si vede e quello che non si tocca”.



Il paesaggio che cerchi non è quello che vedi è neppure quello che vivi. È ciò che si trasmette involontariamente. Il paesaggio che trasmetti è tutto il tempo che hai vissuto quando non pensavi che ci fosse un paesaggio.

Non cercare mai nel quotidiano ciò che hai vissuto come infinito. Ogni storia passa con il trascorrere della morte. La morte è vera ma è anche non vera. È materiale e metafisica. Quando si muore resta il ricordo. Ricordare è riportare o non aver mai dimenticato. Non aver dimenticato significa che esiste ciò che avevamo. Dentro di noi.

 

Cosa è più vero? Ciò che toccavamo o ciò che possediamo?

Così in questo tempo nostro di mediocrità. La mediocrità è pensare che la morte esiste senza possederla. O credere che si scompare senza aver lasciato l’immagine di sé nel vento. Il vento ritorna e non è mai lo stesso. Come le onde. La mediocrità è sempre la stessa. Non si è mediocri in modalità diverse.

La mediocrità è illudersi che con la leggerezza si possano allontanare i pensieri incatenati. La mediocrità è non avere pensieri. È l’intellettuale che si crede tale senza aver alcun pensiero personale e ride come gli sciocchi che affollano la piazza di Arlecchino.

Nella piazza di Arlecchino ci sono i Finti e i Veri.

I veri credono di ragionare alla pari con i Finti, mentre i Finti si sentono superiori ai Veri. Pensate un po’ cosa potrà succedere? Ognuno di noi trovi una propria risposta. I Finti hanno un megafono. I Veri, invece, no. Hanno semplicemente la voce e la pazienza.

A un certo punto succede una ribellioni. Grida, urla e bastonate.

I Veri non si sono mai mossi dal centro della piazza e sono stati sempre impassibili, osservando e ascoltando. Soltanto dopo che tutto è finito i Finti hanno preso atto che il putiferio era scoppiato nel loro interno.

La mediocrità non è un male. Signori miei! I Giusti Veri hanno lo sguardo lungimirante. I Finti Patetici non hanno sguardo. Il resto è semplicemente monotonia. Il vero paesaggio è quello che vive nell’anima scavando nel sottosuolo della propria coscienza.

Anche se nella piazza di Arlecchino trionfano i mediocri. I mediocri!

 

Da una lettera di Garcia:

 

Osserva sempre l’onda più bassa. Quella che giunge lenta. Mai quella che sembra un salto. Io sembra, dalla finestra sul mare, ascolto e cerco l’onda bassa”.

 

 





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