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Fulvia Gravame (VERDI): Il governo delle larghe intese nuoce gravemente alla salute dei pugliesi-
martedì 26 maggio 2015

da federazioneverdipuglia@gmail.com






I tagli ai finanziamenti del welfare e del Piano di Azione e Coesione (PAC) nei confronti della Puglia e delle altre Regioni dell’Obiettivo Convergenza dimostrano, senza alcun dubbio, che la presenza del “partito della Nazione” in tutti i livelli di governo pregiudica le ragioni dei territori.
Il PAC è stato avviato ben due anni fa per riutilizzare fondi che le Regioni meridionali non erano riuscite a spendere ed è gestito a livello ministeriale. La legge di stabilità ha deciso un taglio ai finanziamenti del Piano di Azione e Coesione a danno delle quattro regioni meridionali: Puglia, Sicilia, Campania e Calabria. I pugliesi perderanno 230 milioni di euro che si sarebbero dovuti spendere nei prossimi anni.
Guardando in modo specifico alle politiche sociali, così importanti in un periodo di crisi, il taglio dei fondi PAC si aggiunge al sostanziale azzeramento, deciso due anni fa, del Fondo Nazionale Politiche Sociali. Tale fondo è alla base della programmazione dei servizi nei confronti di tutti gli utenti, divisi per età e criticità, e ha una caratteristica molto utile, quella della flessibilità in riferimento alle situazioni locali. Una delle linee di finanziamento del PAC avrebbe dovuto coprire una parte dei tagli del Fondo Nazionale Politiche Sociali. Fin dall’inizio, però, la gestione del PAC si è palesata come un percorso a ostacoli per i Comuni, a causa soprattutto dei dubbi sulle procedure di appalto e di rendicontazione. Inoltre, alle Amministrazioni locali, compete anticipare i pagamenti dei fornitori con risorse proprie, salvo un modesto acconto. L’istruttoria è durata più di un anno e, quando a febbraio 2015, è stato comunicato ai referenti comunali il taglio del PAC deciso nella legge di stabilità, si è scatenato il panico. In moltissimi casi, tra i quali quelli dei Comuni più grandi, le gare non erano state nemmeno bandite e, dunque, è aumentato il rischio di perdere il finanziamento.
Al netto dei singoli casi, rimane il fatto che in due anni di PAC non si è sentita la voce della politica pugliese che pure era ben consapevole delle difficoltà di attuazione del PAC e del contestuale taglio del fondo nazionale. L’ANCI ha taciuto, la Regione ha taciuto, i Comuni più grandi, tra i quali Bari a guida di Emiliano e Taranto a guida Stefàno, hanno taciuto.

La ragione è facilmente comprensibile: non hanno voluto mettere in difficoltà il sottosegretario Del Rio, ex presidente nazionale ANCI nonché parlamentare PD, cosi come il presidente del Consiglio che ricopre anche il ruolo di segretario nazionale PD.
Parliamo di un Governo che ha pochissimi componenti meridionali e che si ostina a perseguire politiche che non sono attente alle istanze del Sud o ai bisogni dei soggetti più fragili del sistema. Infatti, i governi delle larghe intese che si sono succeduti negli ultimi anni, hanno tagliato le pensioni, alzato l’imposizione fiscale, tagliato i fondi per il welfare e per la sanità, privilegiato le banche, imposto sacrifici a coloro che hanno redditi visibili. In parallelo la Regione Puglia ha investito sul potenziamento dei servizi per le fasce deboli, ma non ha avuto il coraggio politico di contestare in modo forte e continuativo i tagli che si abbattevano sui più deboli e sul Sud.
La mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, ma tutti beneficiano del peso politico di Matteo Renzi e pertanto evitano di sollevare il problema. Nella memoria collettiva è rimasto lo scippo dei fondi FAS alle Regioni meridionali al fine di pagare le multe per le quote latte: i Governatori dell’epoca fecero diventare l’argomento del giorno tutta la questione; oggi, invece, tutto tace.
Le larghe intese hanno addomesticato le menti e impedito di esercitare il diritto di critica: di conseguenza la Regione non ha tutelato i diritti dei pugliesi in merito a servizi sociali, infrastrutture e quant’altro. E’ abbastanza ovvio che i Comuni siano troppo piccoli per affrontare le scelte del Governo da soli e avrebbero avuto bisogno di un appoggio politico forte della Regione e dell’ANCI. Le amministrazioni comunali affrontano sempre più spesso la programmazione di fondi comunitari o nazionali e per questo, tra le priorità nel nostro programma, abbiamo inserito attività di rafforzamento delle competenze dei dipendenti comunali sui temi della programmazione comunitaria, degli appalti e dei contratti, della gestione dei rifiuti, delle funzioni di monitoraggio e presidio del territorio in materia ambientale, nonché di quelle competenze trasversali quali la customer satisfaction, la cultura della partecipazione e della trasparenza.

Come Verdi pensiamo che la Puglia necessiti di un Governo regionale in discontinuità con quello nazionale, visto che il governo delle larghe intese nuoce gravemente alla salute dei pugliesi e che Emiliano si è sempre allineato alle indicazioni nazionali.








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