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IL DIRETTORE DEL GIORNALE "LIBERO" DENUNCIATO DALL'ASSOCIAZIONE SALAM.
giovedì 19 novembre 2015

da Antonietta Podda
addetta stampa
Salam ong





 

L’ASSOCIAZIONE SALAM DENUNCIA MAURIZIO BELPIETRO

 

Dopo l’indignazione generale suscitata dal titolo in prima pagina del giornale Libero “Bastardi islamici”, seguita da una petizione on line con cui si chiede la radiazione del direttore Belpietro dall’Ordine dei Giornalisti (con oltre 116 mila firme), e da una querela del giornalista Maso Notarianni, anche l’Associazione Salam ong prende posizione.

L’Associazione impegnata da anni nell’accoglienza dei migranti, e nell’incontro tra diverse culture e nell’inclusione delle comunità migranti nella vita sociale e culturale del territorio tarantino, a seguito dei fatti gravissimi accaduti a Parigi, esprime la più sincera solidarietà a tutte le vittime del vile attacco terroristico. E invita tutti a prendere le distanze da coloro che istigano alla violenza e all’odio, soprattutto da chi come il direttore di Libero Maurizio Belpietro associa il terrorismo all’Islam, senza fare alcuna distinzione. Interessato già in passato da procedimenti disciplinari da parte dell’ODG della Lombardia, oggi Belpietro ed il suo giornale ritornano a disattendere una fondamentale norma deontologica che  impone ad ogni giornalista di “restituire la verità sostanziale dei fatti”. In questo momento delicatissimo, la strage di Parigi impone soprattutto ai giornalisti italiani, maggiore responsabilità e rigore, e di seguire ancora con maggior scrupolo le regole del codice deontologico, come ha recentemente dichiarato il presidente dell’Associazione Carta di Roma Giovanni Maria Bellu. Ma il quotidiano “Libero” col suo titolo in prima pagina, oltre a violare le regole giornalistiche, ha fatto di peggio: ha offeso un’intera comunità, e istigato all’odio.

Proprio in virtù di quanto accaduto, a seguito della strage di Parigi, l'Associazione Salam ed i richiedenti asilo ospiti nei due differenti centri, a Martina Franca e a Talsano hanno preso parte a due momenti interculturali, carichi di significato. Nella Chiesa di San Martino, nel cuore della città della Valle d'Itria, Don Franco ha voluto incontrare alcuni richiedenti asilo; dopo una visita guidata alla Chiesa, è seguita una preghiera interreligiosa per tutte le vittime del terrorismo, e la condivisione di una tavola imbandita di prodotti tipici locali, segno di fratellanza e amicizia. Domenica 15 novembre, invece i richiedenti asilo ospiti all'Hotel Bel Sit di Talsano con i lavoratori della Salam ong hanno partecipato al Parco Batteria Cattaneo ad un' iniziativa promossa e organizzata insieme all'Associazione L'Obiettivo, dal titolo “Integrazione nel parco: incontro, giochi e scambio culturale”: un incontro e scambio culturale tra i residenti ed i migranti che spesso frequentano quel parco. Le due iniziative sono state realizzate proprio per ribadire che se da un lato è assolutamente fondamentale condannare con forza gli atti di efferata violenza che sono stati compiuti a Parigi, dall'altro lato è altrettanto importante oggi respingere quelle facili semplificazioni, che fomentano l'odio, rafforzano e creano pregiudizi, danneggiando così i tanti percorsi interculturali avviati, a scapito dei processi di pace.

Per tutte queste ragioni, l’Associazione Salam ed i suoi lavoratori dello Sprar di Martina Franca hanno sporto querela contro Maurizio Belpietro, per dare un chiaro segnale di sdegno per un comportamento inqualificabile, e contro un titolo che insulta e incita all’odio. Perché come ha dichiarato a La Presse Maso Notarianni, direttore di PeaceReporter : "Un giornale non è Facebook, dove prevale la pancia e non la testa. Un giornale ha dei tempi di preparazione ben più lunghi, ed è uno strumento di riflessione che dovrebbe fornire al lettore degli approfondimenti. Chi ha fatto quel titolo lo ha fatto consapevolmente e sapendo che i mezzi di informazione possono influenzare l'opinione di decine di migliaia di persone: un titolo criminale che istiga all'odio".












foto relative alle iniziative realizzate a seguito della strage di Parigi per favorire l'inclusione sociale, l'incontro fra culture differenti



 




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