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Comunciato stampa in risposta al Comunicato dell'Associazione Babele
domenica 29 gennaio 2017

da Simona Fernandez
Presidente dell’Associazione Salam

Comunicato Stampa


In merito alla nota stampa a firma del Presidente dell’Associazione Babele Enzo Pilò, teniamo a precisare quanto segue:

· Per ciò che concerne la presunta “mancata erogazione del pocket money”, ribadiamo che si è trattato di un ritardo dovuto al procrastinarsi da parte della Prefettura di pagamenti dovuti alla Associazione come dimostrato anche dai versamenti pubblicati nel sito di Salam. Ad oggi a tutti gli ospiti presenti nei nostri centri sono stati corrisposti i pocket money.

· Per fugare ogni dubbio in merito alla assistenza medica, chiariamo che il “personale intervento di Stefano” è avvenuto il 12 gennaio su sollecitazione di Margherita Calderazzi dello Slai Cobas che pretendeva a sua volta l’ effettuazione dell’RX della gamba di un ospite presso la Clinica privata Villa Verde: a seguito di ennesimo appurato esame medico infermieristico il preteso intervento non si è reso necessario in quanto accertamenti clinici erano stati già svolti dall’utente il 29.12.2016 presso il Santissima Annunziata, accompagnato da operatori della scrivente. Prendiamo atto che soggetti che a vario titolo si sentono in diritto di suggerire politiche migratorie, interpretare interventi medici e cure cliniche, interferire nel regolare svolgimento di un’attività delicata e sensibile come quella dell’accoglienza ai migranti evidenziando che la sovrapposizione di competenze e l’abuso delle informazioni distorte lasciate agli organi di stampa ai limiti della querela, innescano pericolosi effetti destabilizzanti per chi con professionalità, coscienza, dedizione ogni giorno opera per garantire dignità ai migranti e contribuire a preservare l’ordine pubblico.

· Ricordiamo ai non addetti ai lavori che la revoca è atto amministrativo che può essere promanato dalla Pubblica Amministrazione e per ciò detto la revoca che ha riguardato dieci dei richiedenti asilo ospiti dell’Hotel Bel Sit, come già ribadito in un nostro precedente comunicato, non è stata disposta dall’Associazione Salam ma dalla Prefettura su indicazione della questura per un blocco stradale. Peraltro altre revoche hanno coinvolto soggetti accolti da altre associazioni, sebbene maliziosamente tale dato non è stato divulgato agli organi di stampa preferendo indicare la sola Associazione Salam come coinvolta dei detti provvedimenti di revoca.

· Si fa presente che in data 2 dicembre 2015 l’Associazione Salam aveva firmato una Convenzione di 129 posti , decidendo di ridurre drasticamente il numero degli accolti. Pertanto i 170 ospiti in esubero sono residuali della passata Convenzione da 300 accolti nel 2014. Gli unici ospiti che sono stati ricollocati sono stati in un numero non superiore a 33, presi in carico dall’Associazione Babele a partire da 08.12.2015 (alloggiati presso l’Hotel Roxana). Pertanto l’Associazione Babele che ha sempre sbandierato il suo essere contro il sistema della accoglienza “straordinaria” e dei “grandi numeri”, ha nei fatti vistosamente aumentato il numero delle presenze nei centri di prima accoglienza da questa tanto criticati. A questo punto, ribaltiamo la domanda che Pilò ha posto a noi attraverso gli organi di stampa ed a nostra volta la riformuliamo: “perché l’Associazione Babele che non è una società di capitali si accolla il rischio di una gestione tanto impegnativa?” Considerato inoltre che la trasparenza con cui opera l’Associazione Salam attraverso la pubblicazione dei versamenti effettuati dalla Prefettura, chiediamo che la Associazione Babele faccia altrettanto, pubblicando nei suoi siti istituzionali i versamenti che riceve dalla Prefettura per i 192 ospiti convenzionati. Da quanto ci risulta, essendo anche Babele un’Associazione senza fini di lucro vorremmo sapere come ha creato il capitale sociale per far fronte ad un’esposizione finanziaria così grande come viene richiesto, in assenza dei rimborsi prefettizi.

· Per quanto riguarda l’”approssimazione” e tutte le altre parole a noi attribuite tramite il comunicato stampa del 27.01.2017, facciamo presente che la nostra equipe è composta da operatori laureati, con esperienze nel settore specifico, iscritti agli albi professionali dedicati e altamente qualificati. Sfugge alla Associazione Salam invece la qualifica professionale del Signor Pilò.

· Per fare chiarezza a differenza di chi indulge per creare confusione, si specifica che il rapporto tra i migranti e la popolazione di ogni comune stabilito dal Ministero è di 2,5 migranti per mille abitanti. Pertanto il Ministero non ha escluso la convivenza di Sprar e centri di prima accoglienza, ma ha semplicemente indicato il numero equo di migranti per ogni Comune. Volendo calcolare tale “quota” per il Comune di Grottaglie lo stesso dovrebbe fornire una disponibilità di 80 posti per richiedenti asilo. Avendo Grottaglie uno Sprar di 21 posti, in automatico vi è una possibilità di collocare circa altre 60 persone. Che questo sia stato fatto dall’Associazione Salam per un numero di 40 richiedenti asilo non inficia sul lavoro che l’Associazione Babele svolge nello Sprar di Grottaglie. Come non lede la possibilità che l’ente locale possa nel futuro aumentare la quota Sprar portando a 80 posti lo Sprar gestito da Pilò. Lo stesso Pilò che ha ribadito la sua ferma opposizione ai “grandi numeri”.

Simona Fernandez
Presidente dell’Associazione Salam







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