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Comunicazioni Movimento 5 Stelle
mercoledì 22 febbraio 2017

da on. L'Abbate, on. De Lorenzis





da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate

 

AGRICOLTURA: IL GOVERNO NON INTENDE ADOTTARE UNA SOLUZIONE PER LA QUESTIONE ENFITEUSI

 

Il sottosegretario Castiglione risponde all’interrogazione del deputato pugliese L’Abbate (M5S) chiarendo come stabilire i canoni enfiteutici ed il capitale di affrancazione ma evitando di fornire risposte sulle necessarie modifiche normative

 

Dopo un anno di attesa, la raccolta di centinaia di firme degli agricoltori brindisini e le pressioni parlamentari, è finalmente giunta la tanto attesa risposta da parte del Governo all’interrogazione sulla “questione enfiteusi” che imperversa nelle campagne pugliesi, presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate (M5S). A rispondere il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione, dopo che l’altra settimana il viceministro all’Economia Luigi Casero, con sgarbo istituzionale, fece mancare la sua presenza in Commissione Agricoltura alla Camera. Sentiti gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria, l’Esecutivo Gentiloni ha affermato che l’Agenzia delle Entrate, di concerto con il Ministero dell’Interno e a fronte del coinvolgimento del Consiglio di Stato, che sulla questione ha emanato anche un parere (n. 1278/2014), ha diffuso una ulteriore direttiva interna nell’ottobre 2014 con nuovi criteri di determinazione dei canoni enfiteutici e del capitale di affrancazione dei beni immobili dello statale FEC (Fondo Edifici di Culto).

 

“In sostanza – ha dichiarato il sottosegretario Giuseppe Castiglione – dall’analisi del complesso quadro normativo e giurisprudenziale consolidatosi in materia nel corso di questi anni, e sensibilmente inciso da numerose pronunce della Corte Costituzionale, sono stati adottati i principi e i criteri di immediata applicazione deducibili da tali pronunce, validi per tutte le tipologie di enfiteusi. In particolare – ha continuato l’esponente del Governo – in assenza di puntuali disposizioni legislative, in coerenza con la giurisprudenza del Consiglio di Stato, la base di partenza deve riferirsi al valore di esproprio, il quale, attualmente, corrisponde al valore di mercato. Tale valore è suscettibile di oscillazioni in relazione alle contingenze del mercato immobiliare. In linea con la tendenza della legislazione volta a favorire l’enfiteuta – ha concluso Castiglione – si è quindi pervenuti all’orientamento, anch’esso condiviso dal Consiglio di Stato, di scegliere in via cautelativa il valore corrispondente all’estremo inferiore di detto intervallo”.

 

“In buona sostanza, il Governo Gentiloni pur ammettendo che vige l’assenza di puntuali disposizioni legislative – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – non ha risposto alla nostra esplicita richiesta di come intenda intervenire normativamente. Ci è sembrato un voler raggirare il problema dinanzi alla nostra interrogazione in cui ribadivamo tutta la vetustà e l’anacronismo dell’applicazione dei canoni enfiteutici. L’Esecutivo ha dimostrato, ancora una volta, di non voler neppur prendere in considerazione (figuriamoci adoperarsi) la tanto attesa riforma organica del Diritto agrario. Dal canto nostro saremo accanto agli agricoltori – conclude L’Abbate – e continueremo a sostenerli in questa battaglia”.




Il deputato L'Abbate consegna le firme al sottosegretario Castiglione

 

 

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da Giovanni Vianello

Collaboratore del cittadino portavoce Diego De Lorenzis

 

 

Chiusura ILVA: Lorenzin risponde in Parlamento.

De Lorenzis (M5S): Diritto alla salute calpestato!

 

Il 24 febbraio 2017 il Ministro Beatrice Lorenzin risponderà ad una interpellanza urgente in parlamento. Il 27 settembre 2016 il sindaco di Taranto ha inviato una lettera al Ministro della Salute, chiedendo di sapere se, attraverso i propri organismi scientifici di controllo, l'Ilva allo stato attuale possa continuare a produrre e se questa produzione – in mancanza delle prescrizioni relative alla autorizzazione integrata ambientale – sia dannosa per la salute dei cittadini e, conseguentemente, quali iniziative possano/debbano essere assunte in sede locale.

 

Da allora non si è saputo più nulla, per questo il M5S ha presentato una interpellanza urgente al Ministro Lorenzin che risponderà se abbia risposto alla lettera del sindaco di Taranto e in caso affermativo, in che modo ed inoltre il M5S chiede alla Lorenzin se intenda chiarire in quale caso il sindaco di Taranto possa emanare un'ordinanza per la chiusura dello stabilimento dell'Ilva a tutela della salute pubblica.

 

In merito interviene Diego De Lorenzis, deputato pugliese del M5S in Commissione Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera e primo firmatario dell’interpellanza.

 

“12 Decreti Salva Ilva” - dichiara De Lorenzis - “dimostrano che il Governo ha tenuto più alla produzione di acciaio che alla salute dei cittadini e dei lavoratori. La scusa adottata dal Governo per questo disumano comportamento è il ricatto occupazionale. Adesso Ilva ha chiesto la cassa integrazione per 5 mila lavoratori a dimostrazione che la strada intrapresa da tutti i partiti e da tutti i Governi è sbagliata e che a Taranto non è stato mai garantito il diritto alla salute tantomeno quello al lavoro. Taranto ha bisogno di una riconversione economica per creare posti di lavoro nel rispetto di ambiente e salute.”

 

“Il silenzio del Ministro della salute è un gesto insopportabile. La salute dei cittadini è gravemente compromessa: il Ministro” - conclude De Lorenzis - “si mostrerà all’altezza di tutelare la vita umana o come gli struzzi continuerà a far finta di nulla davanti alle tante malattie e alla morte di tanti cittadini?”

 





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