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Comunicazioni Movimento 5 Stelle
giovedì 9 marzo 2017

da De Lorenzis, Pedicini, Zullo,





da Giovanni Vianello

Collaboratore del cittadino portavoce Diego De Lorenzis

 

 

Brindisi: nuovo gasdotto dall'Albania.

De Lorenzis (M5S): Governo blocchi questa ennesima follia!

 

Nel decreto direttoriale del 31 gennaio 2017 del Ministero dello Sviluppo Economico sull’aggiornamento della Rete Nazionale dei Gasdotti, tra i gasdotti che dall’estero porteranno il gas in Italia, c’è ancora EAGLE LNG che interconnetterà, tramite metanodotto di 110 km di lunghezza ricadenti in mare e 18 km in terraferma, un rigassificatore in Albania a Brindisi. Sull’argomento interviene il deputato pugliese Diego De Lorenzis, componente del M5S in Commissione Trasporti alla Camera, primo firmatario di un'interrogazione a Gentiloni e Calenda.

 

Il gasdotto è stato proposto dalla società «Burns S.r.l.» il 26 giugno 2012. Nel 2016 il Governo in una comunicazione alle Camere riguardante un carteggio con l’Europa si era dichiarato contrario a questo nuovo gasdotto che sbarcherà in Puglia, ma dall’aggiornamento al 2017 della rete nazionale dei gasdotti, EAGLE LNG risulta ancora presente.

 

“Il PD continua con una politica energetica scellerata!” - dichiara il deputato - “EAGLE LNG è ancora vergognosamente presente nella lista dei gasdotti e arriverà in Puglia! Per il PD non bastano gli inutili gasdotti TAP e Poseidon: confermando per l’ennesima volta l’assenza totale di visione, favoriscono ancora le fonti fossili, aumentando la nostra dipendenza dall’estero!”

 

I Governi italiani hanno previsto questo gasdotto sin dal 1 gennaio 2013, l’Unione Europea nel 2016 ha quindi incluso questo gasdotto tra quelli di interesse comune e a breve potrebbe inserirli in quelli definitivi da realizzare, esattamente come è avvenuto per TAP e Poseidon.

 

“Il Governo PD” - continua il De Lorenzis - “è uguale al Governo Monti e Berlusconi, sono cambiati i volti ma la politica energetica è sempre la stessa da venti anni! Non solo per i gasdotti ma anche per gli impianti che ammazzano il nostro territorio come Cerano e gli inceneritori: ancora una volta è evidente che questi politicanti dal centro destra al centro sinistra sono divisi a parole ma uniti nel condannare i cittadini ad una politica energetica obsoleta!”

 

“Il piano energetico del M5S è l’unica alternativa virtuosa alle proposte di questi cialtroni! Si prevede entro il 2050 l’azzeramento totale dell’uso di fonti fossili garantendo una maggiore autonomia energetica all’Italia. Non ci stancheremo mai di lottare per “democratizzare” la produzione di energia permettendo ad ogni cittadino di poter creare energia e scambiarla con gli altri. Cambiare politica energetica” - conclude De Lorenzis - “significa maggiore tutela della salute e dell’ambiente e soprattutto creare nuova occupazione: un cambiamento per l’Italia da attuare immediatamente!”

 

 

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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S

Membro della Commissione ambiente e sanitĂ 

 

Ufficio comunicazione - 9 marzo 2017

 

COLTIVAZIONE E USO INDUSTRIALE DELLA CANAPA IN ITALIA, ESPERTI E OPERATORI NE HANNO PARLATO AL PARLAMENTO EUROPEO

 

"I molteplici usi della canapa: rigenerazione del suolo e bio-economia", di questo si è parlato il 7 marzo scorso a Bruxelles presso il Parlamento europeo, durante un convegno al quale hanno partecipato esperti, studiosi, operatori, rappresentanti della Commissione Ue e gli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Marco Zullo che hanno organizzato l'evento.

La canapa - è stato detto durante i vari interventi - è una delle materie prime più sottovalutate e bistrattate, perché il suo utilizzo è stato associato stupidamente e volutamente solo alle controversie sull'uso come stupefacente. Una strumentalizzazione montata ad arte per consentire alle lobby del petrolio, alle industrie del tabacco, e dell’alcool e ad un mucchio di aziende chimiche e dell'edilizia di non avere come concorrenza una risorsa di questo tipo.

Dalla pianta della canapa industriale infatti si possono ricavare tessuti, corde, farine alimentari, oli, fino ai materiali per l'edilizia sostenibile. Non solo. Le piantagioni di canapa, coltivate su terreni inquinati, sono usate anche come metodo di bonifica per ridurre gli effetti devastanti dell’uomo sul clima e sull'ambiente. La canapa assorbe i metalli pesanti attraverso la fitodepurazione e non richiede fitofarmaci per la sua coltivazione. Per l'Italia le colture di canapa sarebbero molto importanti per bonificare tantissimi siti industriali: dall'Ilva di Taranto alla Terra dei fuochi, dalle aree ex Enichem in Puglia e Calabria, all'ex Liquichimica di Potenza. Poi ci sono ex discariche e centinaia di discariche abusive da risanare.

Per la bioedilizia la canapa ha delle proprietà straordinarie perché ha una bassa densità, basso peso specifico, alta capacità isolante e fonoassorbente e resiste alle azioni sismiche. Ci troviamo, quindi, davanti ad un settore industriale che può rivelarsi una risorsa strategica per l'economia dei territori del nostro Paese.

I relatori intervenuti sono stati: Rachele Invernizzi (Federcanapa), Manuela Tolve (Lucanapa), Gianmaria Iorio (Campanapa), Michele Giacalone (Canopea Srl), Davide Busatto (Assocanapa Veneto), Antonio Formisano (UniversitĂ  di Napoli, Dipartimento ingegneria e architettura), Tomasz Calikowski e Michel Quicheron (Commissione Ue). Inoltre, erano presenti vari operatori, esperti e studenti provenienti da molte regioni italiane.

In alcune fasi del convegno, i rappresentanti delle associazioni e delle aziende hanno messo in evidenza che uno dei problemi da affrontare è quello che mancano i macchinari per utilizzare pienamente la fibra di canapa industriale e renderla remunerativa sul piano economico. Un appello è stato lanciato alle università italiane affinché si occupino di questo settore.

I rappresentanti della Commissione europea hanno presentato i Programmi di finanziamento della Ue che prevedono fondi per sostenere lo sviluppo della canapa. In particolare hanno presentato il Programma Life per la decontaminazione dei terreni e le misure per la bio-economia e i bio-prodotti avanzati provenienti da fonti rinnovabili.

Gli eurodeputati del M5S Pedicini e Zullo, che hanno coordinato i lavori, hanno preso l'impegno che continueranno ad occuparsi del tema canapa nelle commissioni Ambiente e SanitĂ  e Agricoltura, di cui fanno parte.

Va, infine, aggiunto che il 14 gennaio scorso è entrata in vigore la nuova legge italiana sulla canapa industriale, la numero 242 del 2 dicembre 2016. Quindi, ora si ha finalmente un quadro legislativo che può valorizzare le caratteristiche distintive della canapa in Italia, dove si sta verificando una rapida diffusione della coltivazione dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli, Sicilia e Sardegna. Le novità introdotte dalla nuova legge sono principalmente tre: non è più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2%. La percentuale di Thc nelle piante analizzate potrà oscillare dallo 0,2% allo 0,6%. Sono previsti finanziamenti nell’ordine massimo di 700mila euro l’anno per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa. La nuova legge potrebbe essere il supporto necessario per incentivare la coltivazione e far nascere un’economia più attenta all’ambiente ed al futuro con l’obiettivo di tornare a produrre in grandi quantità la miglior canapa del mondo. Una nuova filiera produttiva per creare nuovi posti di lavoro.

All’inizio del 1900, prima dell’avvento del proibizionismo, in Italia venivano coltivati più di 100mila ettari di canapa all'anno. Nel 2015 ne sono stati coltivati poco più di 3mila. Prima degli anni 50, l'Italia era uno dei maggiori produttori di fibra di canapa di qualità, più avanti dell'Italia c'era solo la Russia.

 

 

Ufficio comunicazione - Cellulare 3920460174

 

PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S

 

 

 

 

 

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da Giovanni Vianello

Collaboratore del cittadino portavoce Diego De Lorenzis

 

 

AutoritĂ  di Sistema Portuale di Bari/Brindisi: Patroni Griffi, Presidente.

De Lorenzis (M5S): “Proposta inaccettabile!”

 

Sulla proposta di nomina del Governo per la presidenza dell’Autorità di sistema portuale del mare adriatico Meridionale del Professore Ugo Patroni Griffi votata oggi della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, con 30 presenti, 28 votanti, 17 favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti, interviene il deputato pugliese del M5S, Diego De Lorenzis, della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera.

 

“Dopo aver segnalato ovunque, l’inopportunità della nomina di Patroni Griffi” - dichiara il deputato - “ il Governo senza rispondere alle nostre obiezioni in 4 interrogazioni e senza consentire alcuna discussione né partecipazione, ha confermato la sua proposta inaccettabile in Commissione: il M5S è stato ovviamente contrario perché si tratta dell’ennesima nomina con il solito vecchio metodo spartitorio da Prima Repubblica, condito dalla deriva accentratrice del nomina diretta del Ministro, frutto della recente e aberrante riforma portuale.”

 

“Oltre alla questione di metodo” - continua il deputato - “privo di trasparenza e forse figlio di logiche partitiche e familistiche, a fondare la nostra opposizione è anche il merito della nomina specifica, dato che al Professor Patroni Griffi potrebbero essere riconducibili notevoli interessi economici e commerciali privati con delle società che operano nell’area portuali di Bari e quindi è in potenziale conflitto di interesse con la carica che andrebbe a ricoprire.”

 

Il Professor Patroni Griffi, infatti, risulterebbe in evidente conflitto di interessi, generalizzato e permanente, tra controllore e controllato, in quanto con i suoi provvedimenti in ambito di concessioni demaniali da Presidente interverrebbe in maniera decisiva sull'attività di due società: la prima, la CDS marine srl "cantiere nautico" che è concessionaria di area demaniale marittima nel porto di Bari di circa 5.000 mq facente capo al Sig. Nicola Signorile, legato da parentela con lo stesso Griffi, nonché socio e Amministratore delegato della società SAICAF Spa di Bari, della quale è socio anche Griffi; la seconda è Il Circolo della Vela di Bari, la cui presidente è la Sig.ra Simonetta Lorusso, zia del Professore Patroni Griffi, che è concessionario di un'area demaniale marittima di complessivi 3.039 mq nel Porto di Bari che, come da accordi con l’Autorità portuale, nella stagione crocieristica viene utilizzata per le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri delle navi MSC Crociere. Pertanto, è evidente che, qualora il Professore Patroni Griffi dovesse esser nominato Presidente dell’Autorità portuale, a causa dei legami familiari e delle quote che detiene nelle società citate, risulterebbe in palese conflitto di interessi nella gestione, nella vigilanza e nel rinnovo delle concessioni demaniali, di cui si occuperebbe perché direttamente ricadenti nel porto di Bari, rendendo impossibile la garanzia di imparzialità dell'azione amministrativa.

 

“La nomina del candidato proposto dal Governo” - incalza il deputato - “risulta ancor più irricevibile in quanto il Professor Patroni Griffi risulta esser attualmente imputato in un processo penale con l’accusa di truffa e falso ideologico. Se non bastasse tutto questo per bollare come irricevibile la proposta di nomina del Governo si aggiunge anche un problema di (in)competenza visto che, secondo la legge, si impone una “comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale” che per il Professor Patroni Griffi viene “certificata” dal Ministro Delrio. Questo svelerebbe anche che all’interno del PD, tutte le faide sono finti scontri, volti solo all’accaparramento delle poltrone per i propri amici e al mantenimento del potere.”

 

“E’ inaccettabile procedere a nomine in ruoli chiave delle Istituzioni secondo queste logiche intrise di conflitti di interessi e lontane dalla irrinunciabile meritocrazia e dalla indispensabile specchiata moralità. Abbiamo chiesto senza esito la pubblicazione degli oltre 200 curricula giunti per le presidenze delle nuove 15 Autorità di Sistema italiane sul sito istituzionale del Ministero dei Trasporti perché siamo certi che, nel nostro Paese, esistano candidati capaci, competenti, esperti e idonei a ricoprire quel ruolo senza possibili conflitti di interesse. Ovviamente” - conclude De Lorenzis - “il Governo ha preferito non rispondere!”

 





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