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Comunicazioni Lista Brandimarte sindaco
lunedì 24 aprile 2017

- C.S. post conf. stampa presentazione
- Salviamo il Paisiello
- Riflessioni di Pierluca Turnone, candidato Lista Brandimarte


Comunicato Stampa post conferenza Brandimarte 22 aprile 2017




Si è svolta sabato 22 aprile 2017 ore 10:00 a Taranto, Lungomare 28 la conferenza stampa di presentazione della candidatura del Dott. Massimo Brandimarte a Sindaco di Taranto. Sono intervenuti l’Avv. Ernesto Bucci, la dott.ssa Bruna Nardi, Il dott. Pierluca Turnone, l’avv. Mario Calzolaro, Pino Gentile del Perbacco Jazz club, Gianfranco Gatto per l’Impronta. L’ introduzione è stata affidata alla proiezione di un audio video con il brano Sailing di Rod Stewart, nella interpretazione della London Synphony Orchestra , su cui sono state lette, da Massimo Brandimarte le parole identificative e rappresentative del suo programma eletto-rale, ma anche della condizione della città, e della sua visione ottimistica dell’azione umana: << Sto navigando, sto navigando tornerò di nuovo a casa attraverso il mare. Sto navigando, in acque burrascose, Per essere vicino a te, per essere libero. Sto volando, sto volando Come un uccello attraverso il cielo. Sto volando, oltrepassando nuvole alte, per stare con te, per essere libero. Stiamo navigando, stiamo navigando, torneremo di nuovo a casa attraverso il mare. Stiamo navigando acque burrascose Per essere vicino a te, per essere liberi. Oh Signore, per essere vicino a te, per essere liberi, Oh Signore, per essere vicino a te, per essere liberi,Oh Signore.>>Una candidatura autonoma, libera da partiti, da movimenti ed associazioni, ha evidenziato l’Avv. Ernesto Bucci nell’ introdurre la figura di Massimo Brandimarte, “uomo che ha una profonda conoscenza del territorio ed una comprovata esperienza tecnico-giuridica ed amministrativaâ€. Brandimarte ha esordito, con i ringraziamenti ai presenti e gli “auguri a tutti noi†per la festa mondiale della madre terra al cui centro c’è l’uomo, ribadendo così la sua grande attenzione per l’ambiente e per la sua importanza. E’ stato un confronto diretto con la stampa ed i cittadini, dai cui interventi si sono introdotti i punti salienti del programma politico. Bucci ha poi sottolineato che la candidatura nasce dalla proposta del sindaco Stefàno intorno ad un tavolo, a cui erano presenti anche altre forze politiche, per i valori che Brandimarte rappresenta, non da altro. Ciò significa che egli non è il candidato di Stefàno. Concetto ribadito anche da Brandimarte alle sollecitazioni della stampa: “La mia candidatura, pur se su proposta di Ippazio Stefano, che ho incontrato forse due volte, e che non conosce ad oggi neanche il mio programma elettorale, è appoggiata da una lista civica, autonoma ed indipendente che porta il mio cognome, che si ispira a principi di solidarietà, innanzitutto, per raggiungere gli ultimi, dare risposte ai bisogni reali delle Persone - ha sottolineato - io mi colloco in mezzo alla gente, intendo la politica come la forma più nobile di solidarietà, di altruismo e di servizio pubblicoâ€. Brandimarte ha inoltre affermato che il suo non sarà uno scontro con gli altri candidati, ma un confronto costruttivo per la città. Alle domande sulla questione Ilva ha sottolineato che tutte le scelte saranno prese attraverso un tavolo con tutte le Istituzioni, locali, regionali, nazionali, ma anche con i cittadini, per decidere insieme sul futuro industriale della città, per una piattaforma programmatica di sviluppo, che abbia peso e possa incidere sulle scelte nazionali, per essere promotore della volontà popolare e delle migliori proposte possibili da portare all’attenzione del governo, che ha competenza sulle scelte industriali. Altro punto cruciale del programma lo sviluppo sostenibile, a partire dalle risorse primarie di questa città. Mare, bellezze naturalistiche e architettoniche da valorizzare, sviluppo del turismo sul mar piccolo, con il recupero della parte più nascosta e bella della città, dietro il muraglione, il recupero dei tesori archeologici inestimabili, ma oggi preclusi, per fare di Taranto un polo museale internazionale diffuso. Perché finalmente si cambi l’immagine della città e le sue sorti economiche, si è parlato del programma sugli investimenti in tecnologia a servizio della comunità, dei turisti, a favore di uno sviluppo dei servizi e del commercio, per attrarre e riscoprire la nostra identità e comunicarla al mondo. Si vuole realizzare un gemellaggio con Pompei e con Matera, sviluppare le infrastrutture, con l’ aeroporto di Grottaglie finalmente adibito al traffico passeggeri, collegare le periferie; si vuole recuperare il patrimonio architettonico in accordo con i condomini per indurre lavoro. Si è parlato della sua visione di sviluppo culturale. “Il 50% del mio programma – dice Brandimarte – punta sulla cultura che è fondamentale; cultura significa crescita morale, intellettuale, spirituale, ma la mia concezione non è piramidale, le eccellenze sono tra noi non solo nelle università. Sono un appassionato della cultura che cresce dal basso, dalle elementari, dalle scuole; c’è una legge dello stato che prevede fondi a favore delle scuole per partecipare alle attività amministrative delle istituzioni, e Taranto rientra nei comuni che dovevano essere favoriti con maggiori fondi, ma non ha il consiglio comunale dei ragazzi, che bisogna creare per utilizzare quei fondi; inoltre se non si ascoltano i giovani come facciamo a conoscerne i problemi e trovare soluzioni per quando si affacceranno nel modo del lavoro!†Alla domanda sulla frammentazione politica che caratterizza queste amministrative risponde: “politicamente non mi colloco, io non appartengo alla politica, la frammentazione a cui assistiamo dipende dagli errori di alcuni, comunque bisogna avere il coraggio di essere leali e seguire degli ideali o delle idee, anche se espresse dai partiti, essi sono un valore, sono previsti dalla costituzione, sono ottimista offriamo tante opportunità di scelta alle persone, l’importante che la scelta cada sulla persona più per la gente. Noi sin da subito siamo partite con due liste e siamo aperti al confronto senza chiusure sulle idee e sui contenutiâ€. Entusiasmante l’intervento di Gaia - una giovane artista tarantina, di 19 anni, studentessa di pianoforte al conservatorio - che fa una considerazione: †è la prima volta che mi sento a mio agio in un ambiente politico, sono un artista ed è la prima volta che mi sento compresa, e non è usuale di questi tempi; spero che la politica ci appoggi, siamo un gruppo di giovani artisti tarantini che vogliono partire da Taranto per il nostro progetto di etichetta musicale che porta avanti un discorso cantautorale indipendenteâ€. L’avv. Mario Calzolaro -sostenitore della lista Brandimarte- nell’ intervento conclusivo della manifestazione, ha esortato a prestare molta attenzione a questo candidato, poiché “questo giovane rappresentante della intellettualità cittadina - dice- si offre a servizio della collettività con un progetto diverso, che è una opportunità unica per Taranto, e che sono onorato di sostenere. Egli non è solo uomo di filosofia, di arte, di musica,di poesia, ma anche un uomo del fare, del decidere, e deciderà per questa città! Guarda alla strada, soprattutto ai giovani, al lavoro che manca, guarda i luoghi, le strade, alle necessità più pratiche. Io se non ci fosse stato Brandimarte candidato, non avrei votato… E’ un uomo ispirato, un laico, ma con una ispirazione religiosa naturale..â€Conclude con la lettura di una favola scritta da Massimo Brandimarte, che egli chiama la mia favola religiosa, Il Dono.â€che ci permette -dice Calzolaro- di approfondire il suo animo.†Presso la sede del comitato elettorale è stata allestita in mostra permanente fino a giugno “Uno sguardo sull’arte†con opere di artisti tarantini dell’Impronta a sottolineare la volontà di Brandimarte di ripartire dall’arte, dalla cultura, dall’incontro, perché questi spazi siano al servizio dei cittadini. Espongono gli artisti Arturo Camerino,Giuliana Taglialatela, Gianfranco Gatto, Rosanna De Pasquale, Leo Di Castri, Maria Rosaria Neglia,Antonella De Santis, Spyridon Trousas, Francesca Vetrano, Maria Pia Putignano, Francesco Russo.


1- LAVORO. L’art. 1 della Costituzione proclama che l’Italia è un Repubblica democratica fondata sul lavoro. Obiettivo primario è il lavoro, senza del quale non c’è dignità di uomo. L’azione complessiva dell’amministrazione comunale deve tendere a favorire l’occupazione, sollecitando e concordando con gli operatori economici progetti di inserimento lavorativo ad angolo giro. Mai più bigliettini affissi al muro con la scritta “cerco lavoroâ€, seguita da un numero di telefono. Ma, il lavoro deve nascere da una economia interna libera, intelligente, creativa ed autosufficiente.

2- ECONOMIA AUTOSUFFICIENTE. Non c’è lavoro, senza economia. No a reddito di dignità o di inclusione. Sì a reddito da lavoro. Modesto, ma da lavoro. Economia autosufficiente è un’economia che si autopromuove, parte dall’interno, produce lavoro e benessere da sé, a prescindere da grande industria, arsenale, assistenzialismo, senza escluderli. Basata su commercio, ristorazione, servizi turistici, cuore pulsante dello sviluppo urbano. Associati ad un piano di detassazione, temporaneamente totale per la Città Vecchia. La regolamentazione comunale si deve adattare a queste esigenze, sentite le associazioni di categoria. I cordoli stradali sono un ostacolo? Si eliminano! I dehors, spazi aperti di bar, ristoranti e simili, saranno la salvezza della città, con rilascio velocizzato e semplificato delle autorizzazioni sarà semplificato, come previsto anche dal d.p.r. 31/2017. L’economia non si contrappone alla solidarietà.

3- TUTELA DELLE FASCE DEBOLI. Alta deve rimanere la tutela delle fasce deboli della collettività, dai poveri ai disoccupati, dai senza tetto ai malati, dai bambini agli anziani ed alle donne in condizioni di svantaggio. Per combattere l’emarginazione, andranno attivati centri e luoghi di aggregazione sociale e di ascolto. Servizio pubblico e volontariato devono procedere uniti e prevenire qualunque forma di scoraggiamento. Il comune sarà protagonista nel processo di riabilitazione dei detenuti, promuovendo progetti di giustizia riparativa, per il graduale loro reinserimento nella società civile, mediante lavori socialmente utili, gratuiti. L’iniziativa si chiamerà PROGETTO ART. 21. Il ministro della giustizia sarà invitato a fornire la massima collaborazione possibile. Con un occhio di riguardo verso i malati.

4- SANITA’. Le linee guida da seguire per il miglioramento della sanità jonica sono due. La prima. Potenziamento dei presidi di pronto soccorso nell’ambito dell’intera provincia, al momento quasi esclusivamente concentrati sull’ospedale SS. Annunziata, a seguito del noto piano di riordino. Taranto è città di 200.000 abitanti e bacino di utenza sanitaria anche per province limitrofe di altre regioni. Dunque, l’attuale sistema di emergenza sanitaria non ce la fa e, così, prima o poi, imploderà, se non sarà rinforzato. La seconda. Le patologie tumorali in terra jonica sono incidenti e su di esse aleggia il fantasma dell’inquinamento industriale. Elevato è anche il numero di pazienti bambini. Ragione più che sufficiente per ritenere indispensabile il funzionamento di presidi medici oncologici di eccellenza, frenando l’emorragia di malati gravi verso altre regioni e dei loro viaggi della speranza, spesso persino traditi nelle aspettative.

5- ORDINE E SICUREZZA. I cittadini reclamano ordine e sicurezza. Tradotto, significa presenza di vigili urbani, ma, soprattutto, di polizia, carabinieri e finanzieri, per strada ed a piedi. Polizia di prossimità o di comunità. Restituiteci il Bobby di quartiere! Riprendiamoci la città, oggi in mano all’abusivismo, ai parcheggiatori abusivi, senza nulla togliere al disagio materiale e sociale vissuto da questa categoria. E’ compito della Polizia, ma il sindaco può averne la regia. E’ dovere anche di ogni cittadino dare esempio di senso civico.

6- LE PERIFERIE. Taranto, città “a pezziâ€, cioè disarticolata, fatta di quartieri distanti dal borgo, che vanno riqualificati e riuniti. Migliorando i collegamenti pubblici. Potenziando centri sportivi e sociali. Realizzando più spazi liberi e verde pubblico. Creando un programma annuale di eventi culturali a 360 gradi. Teatro Tatà ai Tamburi e Teatro C’Art a Talsano sono realtà vive. Da emulare. Tra borgo e periferie ci deve essere continuità spaziale e culturale. Chiudiamo gli occhi per un attimo e spostiamoci con la fantasia nel cuore di Porta Napoli. Riapriamoli ed immaginiamo di trovarci all’interno di uno di quei capannoni là abbandonati , trasformato in una grande birreria artigianale, la più grande della provincia, simile al Brazen Head di Dublino. La multisala a Paolo VI deve entrare subito in funzione. Lama e San Vito devono tornare a splendere come negli anni 70, recuperando pineta e tratto di costa. Una grande mano ce la darà lo sport. Cattivi odori del depuratore di Gennarini, addio! No alla formazione di periferie nel borgo. Via Pitagora va illuminata di più e resa vitale. E’ inammissibile che la Capannina della Villa Peripato sia stata recentemente chiusa, per un contenzioso con il gestore! Se non si riapre, la struttura andrà in degrado e la città resterà priva di un essenziale servizio culturale e turistico!

7- LO SPORT. Lo sport unisce e noi vogliamo unire la città. Uno sport per tutti, dai bambini agli handicappati, dai giovani agli anziani. Dilettantistico e professionista. Sano ed educativo, momento di aggregazione sociale e culturale. Gli impianti sportivi pubblici devono restare tali e diffondersi ovunque sul territorio, a cominciare dalle periferie. Lo sport dilettantistico deve assolvere alla nobile funzione educativa, come lo furono gli oratori salesiani. Lo sport si sposa bene con la risorsa mare, che può diventare occasione di trattamenti terapeutici per ammalati ed anziani, teatro di giochi acquatici, di regate veliche, anche internazionali. Dove c’è sport c’è condivisione, senso di appartenenza, promozione culturale e sociale, umanità.

8- AMBIENTE e TERRITORIO. Lo sport ci riporta all’ambiente, perché tutto è ambiente. Ferisce l’ambiente la pessima abitudine di gettare carte per terra, lasciare escrementi dei cani sui marciapiedi, immettere spazzatura nei cassonetti fuori orario. L’educazione ambientale parte da noi. Individuare spazi aperti per i cani e sensibilizzare i loro padroni, d’intesa con l’ente protezione animali, si può. Dotare i cassonetti di copertura resistente, si può. Il verde pubblico deve perdersi a vista d’occhio. Gli alberi mai nati dei bambini appena nati ritroveranno diritto di cittadinanza. Più spiagge libere per tutti. Raggiungibili con corse di mezzi pubblici speciali. Taranto non deve essere ultima nella raccolta differenziata dei rifiuti. Valorizzare le oasi naturali, come la Palude La Vela, inserirle nella rete delle bellezze naturali ed archeologiche della provincia, in un progetto stabile di visite d’istruzione e turistiche, è un imperativo.

9- IL PORTO. Dopo il ritiro del colosso Evergreen, il commercio portuale sembra essere in stallo. E’ a disposizione una piattaforma dalle dimensioni notevoli, che consentirebbe non solo lo scarico, ma anche la lavorazione in loco delle merci, con incremento di opportunità di lavoro. Velocizzare il dragaggio dei fondali e la costruzione della diga foranea frangiflutti, per favorire il rientro del commercio. Obiettivo: un porto sempre meno industriale e più turistico-commerciale.

10- NUOVO LOOK CITTADINO. Città nuova e periferie presentano molti edifici degradati. Occorre un piano pluriennale di rifacimento delle facciate, concordato con amministratori di condominio, rappresentanti dei piccoli proprietari e degli inquilini. Si partirebbe per zone, con apposita programmazione. Si punterebbe più sullo spirito di emulazione che sulla sanzione, con previsione di sgravi fiscali. Il piano è ambizioso, ma, se partirà, trasformerà il volto della città, riqualificandola, in ogni latitudine. Nel piano, si farà rientrare la messa a norma di migliaia di pluviali, che scaricano sui marciapiedi, anziché nulla fognatura. Stop ad antenna selvaggia. L’operazione comporterà un incalcolabile beneficio, a costo zero per il Comune: farà girare l’economia legata all’edilizia ed al suo indotto per un indeterminato numero di anni!

11- L’ISOLA. Attualmente, la Città Vecchia è l’isola che non c’è. Ma, ci sarà. Secondo recenti progetti, rimetterla a nuovo costerà fiumi di denaro e tempi biblici. I risultati saranno visibili non prima di 20/30 anni. Quando noi non ci saremo. Perciò, vogliamo rivitalizzarla da subito, con interventi minimali, facili ed a costo zero. Innanzitutto: acqua e fognatura. Poi: stimolare la creazione di un evento culturale al giorno per l’Isola e trasferirvi tutte le iniziative socio-culturali da qualsiasi parte assunte, spalmandole tra via Duomo, via Garibaldi e la splendida Marina. Trasferirvi masse di gente, predisponendo i necessari servizi di accoglienza. Creare fermento. Indurre gli operatori economici ad aprire attività di ristorazione e di albergo. Indurre i negozianti del centro ad aprire una piccola, seconda sede nell’Isola. Detassata. Trasformare il turismo giornaliero mordi e fuggi in turismo stabile. Ipogei di Taranto, grazie! Perciò vi detassiamo! Turismo stanziale significa incremento dei servizi navali da diporto. Pescherecci trasformati in battelli da turismo. L’isola senza veicoli a motore sin dove possibile; modello di un nuovo urbanesimo. Il comune regalerà ai residenti nell’isola biciclette, per adulti e bambini.

12- LA CULTURA. Meno produzione di acciaio e più produzione di cultura, in una nuova era di economia autosufficiente, che produce lavoro e rispetta l’ambiente. Una rivoluzione culturale. Che deve partire dalla scuola primaria e secondaria. L’eccellenza sta nella formazione di base. La grande cultura non è elitaria o accademica. Sono i buoni maestri che formano le migliori classi sociali. Per tutelare i diritti dei bambini e degli adolescenti, in rapporto al loro ambiente, l'art. 7 della legge 285 del 1997 consente agli studenti di partecipare all’attività amministrativa della città, introducendo i consigli comunali dei ragazzi, come strumento di promozione culturale e civile. Il modello proviene dalla civilissima Svezia. Oggi, in Italia, i CCR sono circa 200. Per i loro bisogni, è istituito un fondo nazionale. Taranto è tra le poche città a fruire di una quota maggiore del contributo. Ma non ha un CCR: quindi, perde un finanziamento in più. Taranto possiede risorse inesauribili. Ma vuole anche imparare. La proposta è quella di un gemellaggio tra Taranto e Matera, città europea della cultura, per imparare con spirito di umiltà e per offrire con generosità. Matera, entroterra virtuoso, laborioso e di qualità. Taranto, città di mare dalle mille potenzialità. Un connubio perfetto. Taranto potrà vantarsi di conferire la cittadinanza onoraria a chi l’ha onorata. Quindi, anche a Roberto Gervaso. Cultura vuol dire anche teatro e lo si riavrà e subito. La direzione artistica sarà di pregio. Non è velleitario desiderare un partenariato con la direzione artistica de La Scala di Milano. Il Palazzo degli Uffici, opera architettonica tra le più belle del mondo, dovrà tornare a splendere. Entro questa vita. Il mantenimento dell’Università di Taranto e delle sue facoltà e la statizzazione del Conservatorio Paisiello rappresentano una priorità assolta per l’A.C. . Il Comune utilizzerà le risorse disponibili e tutti gli strumenti possibili per portare a compimento tali progetti. Cultura è anche e tutela e ottimizzazione del ricchissimo patrimonio archeologico della provincia jonica, che non è solo Museo e Castello Aragonese. E’ anche Parco Saturo, è il complesso di siti archeologici diversamente dislocati, che devono formare un’unica rete e polo archeologico di Taranto, insieme con il Museo Nazionale. Compresi i siti esistenti all’interno delle aree attualmente ancora militarizzate (Arsenale). In questo contesto, istituzioni, associazioni e volontariato devono porsi sotto una stessa bandiera. Prefiguriamo un gemellaggio Taranto-Pompei. Il comune cabina di regia per uno sviluppo Turistico pianificato: Piano di marketing strategico territoriale e di branding per il rilancio dell’immagine e la valorizzazione integrata del patrimonio fisico ed immateriale della città, con l’obiettivo di ridisegnare l’identità collettiva, in se stessa e inserita in un territorio più vasto.

13- INNOVAZIONE E CONNETTIVITÀ.

Internet uno strumento imprescindibile per l'economia e lo sviluppo. La connettività e le nuove tecnologie permettono di rappresentare la vera immagine di Taranto e le potenzialità del territorio. Investimenti su Open data e portale del territorio. Diffusione della rete internet libera e gratuita propedeutica ad una fruizione turistica del territorio; accesso tramite la rete a servizi di realtà virtuale o aumentata; ricostruzione virtuale 3D della Taranto nelle varie epoche storiche ed investimenti su ricerca storica da affidare a team di archeologi esperti e del territorio. Creazione di una App della città, dei sui siti storici ed archeologici, e dei servizi turistici di accoglienza.

14- QUALITA’ DELLA VITA. Uscire di casa in auto è un’impresa. Taranto a forma di corridoio. Parcheggi carenti, CHE vanno incrementati, a cominciare dalla riconversione dei pochi suoli demaniali ceduti dalla Marina militare nei pressi dell’Arsenale. Silos solo come ultima spiaggia. Bisogna cambiare mentalità. Servirsi del mezzo pubblico. Più bus in città, di piccole dimensioni ed ecologici. A piedi si può. Stop alla circolazione veicolare di domenica. Per pedalare, come a Ferrara. Per passeggiare sul Lungomare, dotato nuovamente di cannocchiali, per contemplare il nostro planetario, nelle piazze, in villa, nella pedonale Città Vecchia, in via D’aquino e persino su una rinnovata piattaforma della Bestat, ripulita ed addobbata di piante ornamentali, tavolini ed ombrelloni dei nuovi dehors, tra musica, complessini e balli.

15- TARANTO CITTA’APERTA. La Taranto che vogliamo è una città senza muri divisori fisici e ideali, che si riappropria del suo territorio, senza spirito reverenziale o di sudditanza verso nessuno. Taranto che recupera la sua metà negata, nascosta da un muro ciclopico, fatiscente, antiestetico ed anacronistico, ultima barriera architettonica del continente; che rientra nella legittima disponibilità degli immensi spazi che si trovano al di là di quella, di verde pubblico, parchi divertimento per bambini, anziani ed handicappati, per lo svolgimento di attività turistiche, sportive, rilancio del Mar Piccolo, da poco guarito dalle ferite inflitte dai residui velenosi delle lavorazioni delle navi. Ecco il grido lanciato da un editoriale di Cronache Tarantine, giornale on line, del 30.3.2015: D'altronde che senso ha questo “muro del pianto†chiamato popolarmente “Muraglioneâ€? E dire che risulta catalogato come “Bene monumentaleâ€! Pazzesco! Non vi rendete conto che è solo un mostro, una barriera di cemento capace solo di rubarci il futuro? Ha un senso che debba precluderci la visione delle ricchezze e degli spettacoli naturali che stanno al di là di esso?... E allora spezziamo le catene della stupidità, tanto con il Muraglione e l'Arsenale off-limits non ci guadagna proprio nessuno, se non le altre città che hanno un concorrente turistico in meno che si è incredibilmente “autocastratoâ€.Mi sorge alla fine un dubbio: il Ministero della Difesa sa che siamo nel 2015 o crede di trovarsi ancora nel Medioevo?

Per la realizzazione dell’obiettivo, il comune si interfaccerà con il governo centrale, per una completa e definitiva valorizzazione culturale e turistica di quelle aree, già prevista, in embrione, dallo stesso d.l. 1/2015, mediante esplicita richiesta di dismissione.

16- L’AEROPORTO. Gli aeroporti pugliesi, autorizzati da ENAC, sono gestiti da AdP, società per azioni, di cui il maggior azionista è Regione Puglia, con quote intorno al 98%. Secondo convenzione AdP-Regione, ciascuna sede aeroportuale, tra quelle di Foggia, Bari, Grottaglie e Brindisi, avrebbe dovuto avere pari dignità. Taranto,invece, è rimasta sede aeroportuale industriale, nonostante le sue potenzialità operative, disponendo di una delle piste più lunghe del Meridione. La Regione deve dare risposte e rispettare i patti.

17- L’INDUSTRIA. La grande industria è sotto sequestro, con facoltà d’uso. La produzione è ridotta e le maestranze pure. Il problema delle polveri minerali irrisolto. Intanto, l’azienda, in amministrazione straordinaria, attraverso una serie di leggi che lo consentono, sta per cambiare proprietario. Il sequestro penale non ha risolto, ma ha scosso le coscienze. L’industria opera sulla base di un’autorizzazione governativa. Il sindaco può sospenderne l’attività solo in caso di eccezionale urgenza ed emergenza, con la cautela che il caso comporta, per non esporre la comunità a pesanti azioni di risarcimento danni. Tuttavia, il comune deve dire la sua sulla grande industria. Innanzitutto, vuole essere consultato su come e quanto produrre e pretende da subito una economia industriale ecocompatibile e solidale. Ossia: rispetto delle leggi e prescrizioni e storno di una parte del profitto a favore delle opere di bonifica, di attività solidali, culturali, artistiche del territorio ospitante. Come atto dovuto, non concessivo. Sollecitare governo ed amministrazione straordinaria ad intervenire nella trattativa in atto, subito, inserendo questi oneri a carico dell’impresa acquirente, cosa che doveva essere fatta già quando fu ceduta l’Italsider. Taranto deve riunirsi intorno ad un tavolo, composto da comune,provincia, regione, ASL, sindacati, per decidere quale deve essere il suo futuro industriale. E quello sarà. Senza delegare a nessuno. Per poi presentare le soluzioni scelte al governo centrale, con il conto delle sofferenze e dei danni patiti, alla salute ed all’ambiente.

Taranto è questa speranza e questo desiderio di riscatto. Un leccio cinquecentenario, fiero e fluente, prospiciente il canale navigabile, sta aspettando paziente la rinascita della sua città. Non facciamolo aspettare ancora.










Ufficio stampa brandimartesindaco@gmail.com


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da ANGELA CIRACI
angela.ciraci@alice.it

Salviamo il Paisiello




TARANTO, 24 aprile 2017
Massimo Brandimarte

Ufficio stampa brandimartesindaco@gmail.com


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Riflessioni su campagna elettorale


Il momento della campagna elettorale rappresenta, o dovrebbe rappresentare, una fase particolarmente feconda della vita sociale di una comunità: è infatti la fermentazione, la messa in circolazione e la ricezione delle idee a inverare l’autentico costituirsi della storia, tantopiù in considerazione dei profondi cambiamenti della nostra epoca, solo parzialmente spiegabili in base alle teorie filosofiche e politiche che oggi si avanzano (centrate esemplarmente sui concetti di società liquide e società globale del rischio ). L’individuo atomizzato, spettatore politicamente rilevante (soggetto dotato di Entscheidung, autentica cifra ontica della contemporaneità, eppure paradossalmente in-attivo perché in-consapevole) del cosmopolitismo e della democrazia planetaria, delle tendenze consumistiche e dell’indifferentismo religioso, di tutto ciò che insomma è immediatamente qualificabile come attualità, avverte come un’esigenza urgente e improcrastinabile la riattivazione di vecchi dispostivi concettuali e l’attivazione di nuove strutture di senso, la riproposizione dei luoghi tradizionali di elaborazione spirituale (capaci di rassicurare e di offrire un orientamento valoriale complessivo ed efficace), la ricerca di una ratio esplicativa che s’imponga ad extra: assoluta iniziativa personale e autentico coinvolgimento esistenziale si configurerebbero dunque come inversamente proporzionali in un quadro del genere, ulteriormente specificato dalle differenti e sempre più articolate modalità di interazione tra ricerca scientifica e sviluppo tecnologico . “Il telefono e il telegrafo distruggono il cosmoâ€, aveva sentenziato Aby Warburg nella celeberrima conferenza del 1923 alla Kreuzlingen (Il rituale del serpente ): il cosmo dell’homo cognitus, di tutto ciò che avvertiamo come autenticamente umano, definito e reso disponibile entro lo spazio del linguaggio ma posto sul margine, in direzione di un terra incognita ulteriore, differita, non mai interamente determinata e determinabile. Si apre allora, certo, lo spazio per il rito e il mito, per il pensiero e la preghiera, ma anche per il simbolo, la creazione artistica, la comprensione scientifica che non scada nello scientismo autoreferenziale e perciò asettico; infine, per un’autentica riflessione politica.
La partecipazione ai processi decisionali costituenti la vita democratica di una comunità, pur variamente declinata, entra dunque a pieno titolo tra le costellazioni componenti un tale cosmo, plurale e complesso. Oggi più che mai, in particolar modo, s’impone una reale meditazione tramite cui rivedere ab ovo il rapporto tra la persona, le istituzioni e le relazioni socio-comunitarie: un modo nuovo per coniugare l’uomo e la società da lui innervata, in tutta la peculiarità delle sue articolazioni, e un approccio necessario per una visione autenticamente etica della vita. La riflessione politica allora, se imperniata sui concetti di valore immateriale e valore demo-etno-antropologico, va preservata nella sua dimensione di rito liberatorio collettivo, partecipato e riflessivo, durante il quale la parte trascolora nel tutto: nel cosmo, appunto.
Tale consapevolezza risulta particolarmente rilevante nell’ottica delle elezioni comunali di quest’anno: la municipalità può infatti valutare con maggior discernimento le vicissitudini di una città erede della tradizione magnogreca e attualmente deformata nella grigia controfigura di sé stessa.

Chi scrive ritiene esaurito il tempo di fare a gara ad andare in soccorso del vincitore, di seguire il pifferaio magico di turno o d’aspettare Godot secondo l’adagio, tutto tarantino: “cә mә nә fùttә à mәjә!â€.
Questo, invece, è il momento per definire quale indirizzo e quali obiettivi strategici perseguire, con quali priorità, con quali risorse umane e finanziarie, in che tempi guadagnare migliori condizioni di vita e di lavoro per tutti, senza per ciò ricorrere ai soliti provvedimenti tampone (buoni per lo spazio di una sola stagione).
Pertanto, sarà necessario procedere con piena cognizione di causa e senso della propria memoria storica.
Al fine di raggiungere l’agognata meta, occorre mutare le coordinate dell’immaginario collettivo, l’impegno della classe dirigente e assicurarsi la collaborazione della cittadinanza tutta: passaggio, questo, quanto mai stretto, e tuttavia necessario.
Per mezzo secolo abbiamo assistito a una situazione incresciosa, inseguendo il miraggio dello sviluppo economico: questo, improntato a titanismo e gigantismo e finalizzato al contenimento dei costi per la competizione sui mercati globali della produzione industriale di base, ha giocato un ruolo di primo piano tanto nello sconvolgimento dell’ambiente, quanto nello sfioccamento della solidarietà sociale, poi concretizzatosi nella svalorizzazione dei beni immateriali e nell’emarginazione dei corpi sociali intermedi ad impronta religiosa e laica (da sempre i principali bioindicatori d’una Comunità).
Questo stato di cose è la causa dei ritardi che la Municipalità tutta sconta; nonostante Taranto si configuri come la città del Mezzogiorno con i più grandi complessi industriali a ciclo integrale, essa è impedita nell’offrire il proprio contributo ai dibattiti parlamentari attualmente in fieri e negli ambienti criticamente avvertiti e culturalmente attrezzati del Belpaese . Nel tempo, l’antica Regina dei Due Mari si è dimostrata incapace di comprendere appieno il ruolo della grande industria impegnata a fare i conti con la globalizzazione imperante; ripiegatasi su sé stessa, al di fuori della storia, ha così allentato i rapporti funzionali con le realtà territoriali limitrofe e ha perso di influenza e di ruolo nell’area geografica di riferimento.
Se si continuerà more solito, nonostante le geremiadi, le grida, gli strepiti e le millantate soluzioni miracolistiche, non riusciremo a cavare il ragno dal buco: occorre piuttosto cambiare spartito, orchestra e direttore, pensare in continuità e, se necessario, adattare di volta in volta comportamenti e soluzioni alla contingenza della situazione. Il turismo, altra fantomatica e inindagata cifra ontica dei nostri tempi, non si mantiene certamente da solo.
Per ciò che concerne l’operatività culturale della nostra città, mi sembra improcrastinabile il ripensamento e la ristrutturazione del rapporto tra l'uomo e l'ambiente, in linea con quanto è già avvenuto nelle maggiori città europee. A tal fine è indispensabile riqualificare il verde urbano, congiuntamente alla rigenerazione e alla rivitalizzazione dei quartieri periferici nati a seguito dell'industrializzazione. A Taranto, investita sin dalla metà dell'Ottocento dalla industrializzazione indotta dall'esterno per scelte geopolitiche prima militari (al fine di inseguire il miraggio del colonialismo) e poi economiche (alla volta del gigantismo industriale per la competizione a livello globale), sono sorti nuovi quartieri periferici come Paolo VI e i rioni Tamburi e Salinella, poi progressivamente abbandonati a sé stessi. In quest’ottica il verde, se pensato nella sua funzione di riconciliazione tra l'uomo e l'ambiente e in qualità di strumento per l'inclusione e la socializzazione intergenerazionale ed interetnica, può essere una delle vie virtuose da percorrere, recuperando i pochi strumenti urbanistici attuativi che sono a disposizione (qualche esempio: il Parco Etnobotanico della Salinella, il Parco delle Rimembranze, la ricomposizione unitaria in un progetto complessivo di raccordo tra la Città Vecchia -Porta Napoli-, Rione Tamburi e Paolo VI, i progetti relativi al tanto declamato centro d’educazione ambientale e al Mercato all’Ingrosso del Pesce, et similia).
È d’uopo prendere in esame i vari progetti impostati nel tempo, che risultano in parte realizzati (ma solo nella logica miope degli interventi puntuali funzionali alla caccia al finanziamento), in parte lasciati a metà; essi vanno assolutamente recuperati ed interconnessi in una visione unitaria che tenga presente il valore ambientale, paesistico e della memoria storico-culturale dei luoghi. Ricordando Seneca: “Non esistono venti favorevoli per un marinaio che non sa dove andareâ€.


Pierluca Turnone candidato Lista Brandimarte
pierlucaturnone91@libero.it


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