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Comunicazioni NcI
sabato 21 luglio 2018

da press.noiconlitalia@gmail.com

CARENZA DI MEDICI, ZULLO: PERCHÉ NON FACCIAMO TORNARE I GIOVANI LAUREATI E CHE LAVORANO ALL'ESTERO?


Il presidente del gruppo regionale di Direzione Italia/Noi con l'Italia, Ignazio Sullo ha presentato una mozione per impegnare la Giunta a porre la questione a carattere nazionale


Quanti giovani italiani hanno lasciato il nostro Paese per andare all'estero laurearsi in Medicina, Veterinaria, Farmacia, Odontoiatria, Biologia, Chimica, Fisica e Psicologia e, poi, hanno scelto di rimanere a lavorare sempre all'estero dove le regole per l'accesso alla professione sono diverse da quelle italiane e quindi, paradossalmente, pur ricoprendo anche ruoli apicali nelle strutture sanitarie non possono pensare di poter tornare in Italia perché non in possesso della specializzazione. Da noi, infatti, la specializzazione e' un requisito per l'accesso per poter lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale.
Ma in presenza di una carenza acclarata di medici cosa si può fare per far tornare nel nostro Paese questi "cervelli"?
Una strada ci sarebbe: perché non specializzare giovani italiani che da anni lavorano all'estero valorizzando il servizio prestato all'estero per un numero di anni pari alla durata del corso di specializzazione della disciplina attraverso uno o più esami del corso di specializzazione ed esame di tesi finale in una Università Italiana?
E la Regione Puglia potrebbe farsi promotrice di una simile proposta alla Conferenza Stato-Regioni, per questo ho presentato una mozione che se approvata dal Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta Regionale a rappresentare, appunto, in quella sede, un proposta tesa a: favorire un percorso di esami e di seduta di tesi finale di specializzazione nelle Università Italiane di medici, veterinari, farmacisti, odontoiatri, biologi, chimici, fisici e psicologi che abbiano prestato servizio all'estero nella disciplina oggetto della specializzazione o in disciplina equipollente per un numero di anni pari almeno alla durata del corso di specializzazione medesima.


Bari, 20 luglio 2018
--


Sanità, Zullo: "Ruscitti revochi accreditamento al Policlinico di Bari. Non ci sono più i requisiti previsti dalla legge


Una nota del presidente del gruppo regionale Direzione Italia/Noi con l'Italia, Ignazio Zullo

Ruscitti revochi l'accreditamento al Policlinico di Bari che lui stesso dirige.

É Una provocazione ma in punta di diritto sarebbe questa la fine per il Policlinico per come l'hanno ridotto. Sono venuti meno ormai i requisiti minimi a cui tutte le strutture sanitarie pubbliche e private devono rispondere e che questo accada per il più grande ospedale pubblico della Puglia e del meridione é il colmo. Ci si vanta di un avanzo di oltre quattro milioni di euro nei conti del Servizio Sanitario Nazionale e poi abbiamo interi reparti del Policlinico di Bari che si reggono su personale che si conta sulle dite di una mano, fra medici, infermieri e ausiliari. Dove lo "straordinario" e' diventata la "normalità": operatori sanitari che finito il turno pomeridiano sono "costretti" a rimanere per quello notturno. Una carenza di personale atavica, ma che d'estate diventa pericolosa.

Pericolosa per i dipendenti ma anche per i pazienti. Un operatore sanitario lasciato praticamente solo e con un carico di lavoro inumano e' stressato, stanco... E così la presenza dei familiari dei pazienti diventa un toccasana per l'intera gestione del reparto, specie nelle ore notturne quando il personale medico e paramedico si riduce ulteriormente. È chiaro che in un clima del genere, dove invece che programmare si tira a campare, i nervi saltano a tutti e le aggressioni dei parenti, che vedono i propri congiunti non assistiti, sono sempre più frequenti.

L'unica soluzione trovata dall'attuale direttore generale e' di tipo ragionieristica: fate un po' di sacrifici allungando i turni di lavoro, senza contare che molti hanno già sforato il tetto delle 250 ore di straordinario e senza tener conto delle norme sui turni massacranti. Una soluzione che, però, non tiene conto della qualità minima dell'assistenza ospedaliera.

Da sempre sosteniamo che occorre assumere, ci sono idonei che hanno vinto concorsi le cui graduatorie sono ferme mentre si susseguono a scadenza standard le promesse di nuove assunzioni, una soluzione che darebbe una boccata d'ossigeno anche alle liste di attesa. Non torniamo sulla polemica sollevata faziosamente dal collega Amati, ma anche un bambino si renderebbe conto che con un personale ridotto all'osso garantire anche le visite mediche in tempi brevi o decenti diventa impossibile!


Bari, 20 luglio 2018



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per informazioni
mariateresa d'arenzo
338/2447026





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