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Decreto Ilva: Violata la Costituzione e la Carta dei diritti dell'Unione Europea
lunedì 8 aprile 2013
Il WWF interviene oggi di fronte alla Corte Costituzionale





Il WWF interviene oggi di fronte alla Corte Costituzionale

Il LAVORO DEVE CONCILIARSI CON AMBIENTE E SALUTE

CON IL DECRETO ILVA VIOLATA LA COSTITUZIONE E GLI OBBLIGHI EUROPEI

 

Nelle due Memorie presentate riferimenti a Ordinanze e Sentenze della Consulta

e richiami alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea

 

“La disciplina del diritto del lavoro rientra nella discrezionalità del legislatore il quale può dettare limiti a tutela di interessi pubblici e di valori primari quale è la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, beni anche essi garantiti dalla Costituzione (artt. 9 e 32 Cost.)”, così si legge nella Ordinanza n. 365/1993 della Corte costituzionale citata  in una delle due Memorie presentate oggi dal WWF davanti alla Corte Costituzionale e illustrate dall’avvocato Alessio Petretti con le quali, aderendo pienamente alle argomentazioni sollevate dai giudici di Taranto contro il decreto legge del Governo legge (d.l. n. 207/2012, convertito nella l. n. 231/2012), l’associazione ha voluto rendere ancor più forte le ragioni di netta contrarietà ad un provvedimento che di fatto nega il diritto alla salute dei cittadini tarantini e degli stessi lavoratori attraverso procedure autorizzatorie ambientali poco incisive che possono costituire un grave precedente per future, analoghe vicende. 

La stretta e inscindibile connessione tra tutela dell'Ambiente e diritto ad un ambiente salubre, nel quale si declina il diritto alla salute,  è riconosciuta, secondo quanto documentato nella Memorie del WWF nella giurisprudenza della Corte Costituzionale da tre Sentenze che confermano in maniera incontestabile questa preminenza (sentt. nn. 151/1986, 641 e 210 del 1987).

Nelle Memorie del WWF il riconoscimento della tutela dell'ambiente e della salute quali valori primari appare totalmente escluso dalla legge n. 231/2012, conversione del decreto legge 207/2013, laddove la tutela della salute e della salubrità dell'ambiente sono chiaramente messi da parte, facendo prevalere, ben oltre i limiti posti dall'art. 41 della Costituzione (nel quale si stabilisce che l’iniziativa economica privata sia libera ma che non possa svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana), in modo irragionevole ed arbitrario, le pure legittime ragioni legate alla produzione e all’occupazione.

Infine, il WWF nelle sue Memorie rileva un ulteriore profilo di incostituzionalità del c.d. decreto ILVA per il  contrasto all'art. 117, comma 1, della Costituzione in ordine al rispetto per lo Stato italiano degli obblighi internazionali. Per il WWF, con il provvedimento del Governo, viene violata  anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (in ragione di quanto previsto dall'art. 6 del Trattato di Lisbona) con riferimento sia al diritto all'integrità fisica e psichica (art. 3), sia al diritto alla salute (art. 35), sia al principio di precauzione (art. 191).

Infine, il WWF osserva che la  politica dell’Unione in materia ambientale mira ad un elevato livello di tutela che,  tenendo conto della diversità delle varie regioni dell’Unione, si fonda sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio “chi inquina paga”. Tutti principi non rispettati, secondo il  WWF, dal decreto ILVA.

 


****************************

Name

Decreto ILVA

 

IL WWF PRESENTA DUE MEMORIE ALLA CORTE COSTITUZIONALE

“VIOLATA LA COSTITUZIONE E LA CARTA DEI DIRITTI DELL’UNIONE EUROPEA”

 

“Non corrisponde al vero che il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alla salubrità dell’ambiente, riconosciuti dalla Costituzione e dalla carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, siano adeguatamente tutelati dal decreto ILVA”, per questo  il WWF interverrà domani 9 aprile nel giudizio in Corte costituzionale. Il WWF ha presentato alla Consulta due memorie  con le quali, aderendo pienamente alle argomentazioni sollevate dai giudici di Taranto contro il decreto legge (d.l. n. 207/2012, convertito nella l. n. 231/2012) del Governo, ha voluto rendere ancor più forti le ragioni di netta contrarietà ad un provvedimento che nega il diritto alla salute dei cittadini tarantini e degli stessi lavoratori attraverso procedure autorizzatorie ambientali poco incisive che possono costituire un grave precedente per future, analoghe vicende. 


Secondo il WWF nel decreto fortemente voluto dal Governo la tutela della salute – da intendersi anche come salubrità dell’ambiente – è posta in secondo piano rispetto alle ragioni legate alla produzione e all’occupazione, non prevedendosi nessun blocco dell’attività produttiva inquinante e quindi delle emissioni nocive. In questo modo le norme impugnate non provvedono ad un bilanciamento dei diversi interessi in gioco. Al contrario si annienta completamente la salvaguardia della salubrità ambientale a favore degli interessi economici e produttivi, ponendosi in contrasto con la consolidata giurisprudenza costituzionale che ha riconosciuto la tutela ambientale come diritto “primario”, “assoluto” e “inderogabile”.


Inoltre, il decreto ILVA, a giudizio del WWF, confligge con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sia con riferimento all’integrità fisica e psichica, sia al diritto alla salute, sia al principio di precauzione. Si sottolinea come quest’ultimo principio, che costituisce uno dei cardini della tutela ambientale europea, impone di adottare tutte le misure idonee a prevenire il pericolo, anche potenziale, di danni alla salute e all’ambiente.

Tutti profili questi che il decreto ILVA non prende in considerazione, secondo il WWF, e anche per questo in palese contrasto con la Costituzione.

 

Roma, 8 aprile 2013

Ufficio stampa WWF Italia – tel. 06-84497.265/213 - 02-83133233

 

 

 

 





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