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Sollecito al prefetto ed alle istituzioni su scarico a mare di materiale inquinante
mercoledì 10 luglio 2013

da "I cittadini di Taranto in piazza"




Buongiorno. I "Cittadini di Taranto in Piazza", al termine del SIT IN tenutosi in occasione della discussione in Camera dei Deputati a Roma del Decreto n° 61, viste le "novità" causate dallo sversamento in mare e dalle inalazioni in aria di liquidi provenienti dall'Eni, invitano le Cariche Istituzionali Comunali e Enti preposti al controllo ambientale a "rispondere" alla città su quanto avvenuto con la lettera che invio in allegato. Cordiali saluti. Francesco QUARTO (oggi alle 11.30 lo consegniamo al prefetto "a mano")


****************************************

                                                                                  Al:       Prefetto di Taranto

                                                                                              Sindaco di Taranto

                                                                                              ARPA

                                                                                              A.S.L. Taranto 

                                                                                              ENI

                                                          e, per conoscenza:       Carabinieri N.O.E. Lecce

Oggetto: Scarico a mare di materiale inquinante.

            Il giorno 08 luglio 2013, a seguito del “black out” verificatosi presso lo stabilimento dell’ENI, causato, sembra, da un fulmine durante un temporale, un grosso quantitativo di “liquido” si è riversato in mare e almeno tre torce hanno emesso fumi presumibilmente inquinanti e nocivi per la popolazione. La fonte dello sversamento è stata localizzata nelle vicinanze dello stabilimento, nel canale dell’ENI dal quale fuoriusciva del liquido “grigiastro”. Da un nostro sopralluogo, a seguito di sollecitazioni di vari cittadini il danno, a nostro parere, và ben oltre quanto sostenuto dalle autorità intervenute sul posto per prestare le prime azioni atte a fermare il flusso di liquido “sospetto” (Capitaneria ed Ecotaras S.p.A.).

            Infatti, alle ore 21.15, si stava provvedendo ancora a fissare le panne oleoassorbenti; considerando che la fuoriuscita sia iniziata alle ore 19.30, si potrebbe tranquillamente calcolare  40/60 minuti di “uscita libera di liquido”.

            L’area circostante alla zona di “flusso” era irrespirabile e l’odore di gas irrespirabile.

Ritornati la mattina intorno alle ore 05.00, si poteva constatare che il “flusso” del liquido proseguiva e che un vigilante dell’azienda messo a “controllo” della zona non permetteva a nessuno di avvicinarsi.

      Alle SS.VV. poniamo i seguenti quesiti:

-         se si è sottovalutato il danno visto che la Capitaneria di Porto già da ieri dava per superato il problema.

-         Perché tanto “incomprensibile silenzio” intorno ad un problema che riveste sicuramente interesse globale per la comunità Tarantina?

-         Come mai gli Enti hanno cercato di sminuire il probabile danno ambientale quando l'ARPA ancora non ha fornito i risultati delle analisi?

-         Come mai il “vigilante di guardia” allo sbocco se la situazione era oramai “sotto controllo”?

      Si richiede:

-          un rapporto dettagliato delle sostanze inquinanti riversate sia in mare che in aria;

-         agli organi competenti di provvedere agli opportuni accertamenti ove si riscontrino estremi di reato, ipotesi di reato e/o violazione di norme.

 

Taranto, lì 09 luglio 2013




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