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"LE PERLE AMBIENTALI DEL GOLFO DI TARANTO: PUGLIA, BASILICATA E CALABRIA”.
Ringraziamenti al Rettore per la collaborazione

lunedì 17 novembre 2014

da dott. Fabio Millarte
WWF TARANTO ONLUS




giuseppe.corriero@uniba.it

giuseppeantonio.mastronuzzi@uniba.it

Bozza

Oggetto: Ringraziamento per i suggerimenti e la disponibilità concessaci in occasione dell’incontro accordatoci in data 30.09.2014 per la costituzione del gruppo interdisciplinare finalizzato alla realizzazione della collana editoriale “LE PERLE AMBIENTALI DEL GOLFO DI TARANTO:  PUGLIA, BASILICATA E CALABRIA”.

 

Egregio Professore,

     Le siamo grati, in uno con il Presidente dell’Endas Puglia Giovanni Cristofaro, per aver concesso l’incontro con la delegazione impegnata a realizzare la collana editoriale dal titolo: “LE PERLE AMBIENTALI DEL GOLFO DI TARANTO”

     La collana si prefigge lo scopo di  catturare l'interesse e le aspettative dei nuovi turisti cinesi sempre più acculturati e desiderosi di viaggi esperienziali, così come evidenziato dai Proff. Pierfelice Rosato e Silvia Gravili in: “Libro bianco sul turismo cinese in Italia” a cura di Giancarlo Dall'Ara e Kurt Groetch, 2014.

     In particolare, in tale lavoro, gli autori classificano i turisti cinesi , in considerazione dell’età, della cultura e della disponibilità economica, in:

·         estimatori di vasi;

·         segmenti dei coccodrilli di fiume;

·         aquiloni di lunga corda.

 

La ringraziamo per averci fatto dono del Suo impegno a coordinare il gruppo di lavoro interdisciplinare che sarà chiamato a realizzare: “Le Perle ambientali del Golfo di Taranto: Puglia, Lucania e Calabria” e per averci suggerito di contattare, a suo nome, i Proff. Giuseppe Mastronuzzi e Giuseppe Corriero, cosa che faremo nei prossimi giorni. Se otterremo, coma tutti auspichiamo, il loro coinvolgimento, allora sarebbe opportuno stabilire una data per riunire il gruppo di lavoro.

 

In tale circostanza, sarebbe necessario stabilire cosa, come, da dove iniziare e per chi narrare, tenendo presente che ogni documentario sarebbe soprattutto indirizzato ad attrarre la nuove generazioni di turisti cinesi: esiste, infatti, una domanda sempre crescente interessata a scoprire l'Italia attraverso luoghi presidio dell’Unesco, città “minori” di antico impianto e civiltà e comprensori riconoscibili nei paesaggi naturali e colturali. Nell’arco Jonico si possono iscrivere a pieno titolo tre siti Unesco Patrimonio dell'Umanità, condizione –questa- indispensabile  per essere attrattivi verso  i turisti cinesi:  i Trulli di Alberobello, i Sassi di Matera e  Castel del Monte.

    L’”ambizione” editoriale è di dar vita ad una collana di documentari per rappresentare, in chiave turistica e culturale, le ricchezze delle tre Regioni che insistono sulle sponde del Golfo di Taranto.

   I documentari della collana partiranno dagli scorci ambientali più suggestivi che rappresentano i biotipi più significativi dei parchi nazionali, regionali ed aree protette del Distretto Turistico dell’Alto Jonio Occidentale (da Taranto a Crotone) per poi inglobare il complesso agrario antropizzato e urbano, nonché i giardini etno – botanici come i “Giardini del vecchio di Còrico” in fase di progettazione ed allestimento.

   I “Giardini del vecchio di Còrico” si candidano ad essere strutture avanzate di educazione ambientale  a gestione partecipata, inclusiva e intergenerazionale, connesse a compendi agrituristici o insistenti nella “città costruita”.

   In particolare, i “Giardini del vecchio di Còrico” sono strutture di nuova concezione funzionali alla salvaguardia e ridiffusione delle cultivar di specie vegetali legnose ed erbacee autoctone in pericolo d’estinzione. Questi giardini etnobotanici saranno, nel contempo, sentinelle ed ambasciatori della biodiversità e luoghi di educazione ambientale per riscoprire il buon cibo con un approccio olistico diacronico e sincronico, nonché  strumento per comprendere e comunicare il contesto antropico di riferimento.

     Il tale ambito, i documentari che si andranno a realizzare dovranno cercare di cogliere il “genius loci” del territorio: comprendere i luoghi, le persone, i fatti, il modo di essere e di essere stati artefici di modelli di civiltà.  Luoghi che meritano di essere interpretati, preservati per il futuro, per noi e per tutti coloro i quali vorranno conoscere la nostra storia. I nuovi visitatori, come dimostra la tendenza del turismo cinese, avranno voglia di cercare e di vivere il viaggio quale nuova esperienza antropologica, gratificante e memorabile:  il viaggio quale occasione di riflessione e di confronto utile per arricchire la propria personalità ed il proprio progetto di vita.

   Ogni documentario cercherà di presentare il luogo ed il suo contesto in spirito di verità per essere  compreso non solo da noi, ma anche da persone di cultura diversa, come quella cinese intrisa di Taoismo, Confucianesimo e Buddismo e di cinquemila anni di esperienza di vita sociale e politica.

   Ai visitatori cinesi, una volta giunti sui nostri lidi, oltre che ad offrire una accoglienza adeguata, sarà utile fornire strumenti per “stuzzicare” la loro curiosità con l’assaggio della dovizia di prodotti enogastronomici di mare e di terra del Golfo di Taranto, evidenziando il contributo della scuola pitagorica, la prima che -in modo compiuto e con successo- ha teorizzato e messo in pratica il rapporto fecondo tra cibo e sport, cibo e gusto, cibo e salute. Questa esemplare lezione non si è persa nonostante le tumultuose vicende storiche che hanno riguardato il nostro territorio: si è saputo, almeno per quanto riguarda il cibo, preservare ciò che era utile buono e desiderabile. La gastronomia pitagorica,  generazione dopo generazione, è arrivata fino a noi preservando vitalità, personalità e contemporaneità, attraverso l’impegno a fare e a saper fare in sintonia con il respiro ritmato e lungo della natura. In tal modo si è integrato e raccordato il vecchio con il nuovo sapendosi rinnovare senza autodistruggersi: in tal modo, noi oggi possiamo godere in proprio e donare ai turisti un’offerta enogastronomica diversificata e attrattiva, potendo disporre di “piatti da commozione” che ci sono stati lasciati in eredità dal simposio, dal convivio, dal monachesimo, dalla gastronomia dei pastori della transumanza e delle masserie.

    Per esigenza della Municipalità di Taranto, la Collana dovrebbe partire dal Parco Regionale della Palude la Vela, gestito con competenza e passione dal Wwf Taranto, e dalle aree contigue che sono emblematiche della Chora Tarantina, così come è stato messo in evidenza da:

-   “Progetto Posidonia-Programma Intereuropeo Terra”, approvato dal Consiglio Comunale di Taranto nel 1996, incentrato su interventi di recupero del Mar Piccolo, Primo e Secondo Seno, ed aree circostanti.

-   L’avvenuto passaggio dell’area della Palude la Vela dal Demanio Statale al patrimonio del Demanio Comunale quale bene indisponibile, che oltre all’onore comporta anche l’onere dell’assunzione di responsabilità per la tutela e la valorizzazione di questo bene, da considerarsi come la trincea avanzata per ricondurre l’ambiente al concetto moderno di Bene Comune ;

-   L’opera “Il Castello Aragonese di Taranto in 3D nell’evoluzione del paesaggio naturale”, di  Giuseppe Mastronuzzi,  Maurilio Milella, Cosimo Pignatelli, Arcangelo Piscitelli, Paolo Sansò, edito nel 2014 dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con il richiamo  particolare al sito geologico denominato falesia del “Fronte”, collocato sul secondo seno del Mar Piccolo, contiguo alla Palude La Vela e incluso nel Compendio dell’Aeronautica Militare. Questo sito geologico ha le caratteristiche per diventare un geo-sito di interesse mondiale, che gli autori propongono di denominare “Tarantiano” utile alla lettura e all’interpretazione di fenomeni su scala regionale e mondiale relativi alla stratigrafia del Pleistocene superiore. (Cfr. il capitolo “Evoluzione naturale del paesaggio di Taranto”).

-   Il saggio “Gravine e Tratturi, pascoli e campi di Crispiano. Letteratura, economia, storia” . di Giorgio Sonnante , Antonio Dellisanti Editore s.r.l., 2013

-   Lessico marinaresco tarantino e delle principali piazze marittime italiane e mediterranee (Fauna, Flora, Molluschicoltura, Arte marinara)”, di Michele A. Pastore, Nicola Gigante, Congedo Editore, 2012;

-   tesi di laurea sperimentale di Adriano Fonzino Bioaccumulazione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) in isopodi detritivori da terreni contaminati: ruolo dell'azione di fitorimediazione di Phragmites australis” discussa all’Università del Salento nell’anno accademico 2009, relatori il Professore di Ecologia Giorgio Mancinelli e la Professoressa di Chimica Organica Erbana Epifani

-    Armando Palma e Mauro Mazzei (IASI-CNR), “Confronto mediante analisi multivariata di due immagini bi-temporali (1940 e 2010) del primo seno del Mar Piccolo”, articolo pubblicato in Atti della Sixth International Conference on Advanced Geographic Information Systems, Applications, and Services, Barcellona, marzo 2014.

-   Giancarlo Dall’Ara e Kurt Grotsch, “Libro bianco sul turismo Cinese in Italia”, 2014, Chinese Friendly Italy;

-        Cosimo Dellisanti, “Galesus piscator, Benacus pastor : egloga” di Tommaso Niccolò d’Aquino”, tesi di laurea discussa alla facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – Polo Universtario Jonico-  sede distaccata di Taranto, ex Convento San Francesco, il 30 ottobre 2013.

-        La Chora tarantina intorno al Mar Piccolo conserva le tracce dell’azione riformatrice di Archita pitagorico (Masseria Fogliano, Aulon e Galeso), e la stessa area è stata oggetto di centuriazione dai romani, valorizzando gli antichi tragitti della transumanza ampliandoli e istituzionalizzandoli con la legge.

-        La presenza nel Golfo di Taranto di una consistente colonia di delfini e cetacei di diverse specie, come riportato da Carmelo Fanizza dell’Associazione J.D.C. (Jonian Dolphin Conservation) sul trimestrale “Puglia e Mare (Ambiente nautica e turismo)” del Settembre 2014, che riporta gli “avvistamenti nella stagione 2011 conclusa con il 98% di successo, Stagione 2012 con il 90 e stagione 2013 e 2014 con il 93 per cento di successo” per la quale sarebbe opportuno che venga considerato l’intero Golfo di Taranto Area Marina Protetta ai sensi del Decreto n°816 del 26 Aprile 1977. Tale riconoscimento rappresenterebbe la trincea più avanzata approntata dalla città di Taranto in contrapposizione ai guasti ambientali generati dalle aziende dell’area industriale.

 

-        L’Amministrazione Comunale di Taranto in data 09/07/2012 pubblicava il Bando di Gara per la redazione del Piano del Parco Palude la Vela  e relativa VAS, relativo regolamento e piano  economico e sociale.  Aggiudicataria dell’incarico è risultata la RTI “AmbienteItalia srl”.

Il piano è stato redatto a firma dell’arch. Giovanni  Cafiero. Su questa area insistono –su una   superficie di circa 40 ettari- le strutture dismesse dell’Ajvam Spa considerate d’interesse           pubblico per il suo intrinseco valore ambientale, paesistico e storico culturale a tutto            vantaggio del ruolo della Riserva come Eco Museo del Mar Piccolo e Mar Grande. A tal fine           va considerato   che i manufatti dell’Ajvam S.p.a.,  una volta ristrutturati, hanno tutte le            caratteristiche per  diventare sede idonea sia per l’ecomuseo- ai sensi della Legge Regionale 6           Luglio 2011, n°15 Istituzione degli  eco-musei della Puglia”- sia per esplicare la funzione di Centro di Esperienza (CE-Centro di Esperienza), accreditato dal "Sistema Regionale INFEA" ai sensi della DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA  REGIONALE 17 luglio 2007, n.1178

 

-        Infine, in previsione della celebrazione di Matera Capitale Europea della Cultura, sarebbe  d’obbligo una visita a Taranto, già Capitale della Magna Grecia, che ospita il Museo Nazionale più importante delle tre Regioni.

 

Il Parco Regionale Palude La Vela, scrigno di biodiversità, è quanto di naturale si è salvato nell’ecosistema del Mar Piccolo e del Mar Grande, area Protetta collocata tra due siti sapientemente antropizzati inseriti nell’elenco dei beni dell’Unesco: i Trulli di Alberobello e i Sassi di Matera, due esempi magistrali di colonizzazione urbana ed agricola.

 

La serie dei documentari oltre ad avere pregnanza naturalistica, ambientale e culturale, ed essere inserita in un contesto storico dove introiettare i valori paesaggistici in uno con il contesto geografico in cui insistono, risulterà utile per intercettare ed incanalare i flussi turistici -in forte crescita esponenziale- delle nuove generazioni dei cinesi acculturati. Costoro sono sempre più  interessati ad uno stile di vacanza più personalizzato, desiderosi di viaggiare non solo oltre le mete convenzionali, ma anche oltre i marchi consolidati: infatti, aumenta sempre di più il numero di coloro i quali desiderano di andare oltre i sentieri battuti, di fare esperienze uniche in contesti territoriali eco friendly.

Il turismo da noi non è solamente ambiente, etnobotanica, etnozoologia, ma modelli di civiltà che si sono succeduti nel tempo: l’esperienza greca, romana, medioevale, la rinascita federiciana pugliese con l’alta lezione di Federico II, gli Aragonesi.

L’obbiettivo della Collana è quello di cercare di rimettere in discussione l’attuale modello di sviluppo: e questo sarà possibile solo se torneremo a leggere il passato, ad “ascoltare” il presente,

(non solo quello di casa nostra),  per innovare, senza autodistruggerci.

Il nostro territorio è il risultato di una tradizione culturale saldamente radicata ma, per attirare i visitatori e i turisti,  deve internazionalizzarsi nella coscienza, nei servizi e nell’apertura mentale.

Nel prossimo futuro il mercato più promettente e rispondente alle nostre caratteristiche e potenzialità è quello del Dragone e perciò, bisogna comportarsi secondo l’adagio tarantino “l’acqua si raccoglie quando piove, ma i recipienti (lè rezzole) per conservarla si approntano prima per evitare che ce ne sia qualcuno filato”. 

Bell’impresa, ma non una facile, la realizzazione di un documentario utile per salvaguardare e valorizzare il sito ambientale della Palude La Vela,un biotopo dalla particolare e complessa biocenosi, in considerazione delle aree contigue, fiume Galeso (foce del Canale Leverano d’Aquino), così come riposizionato da Giorgio Sonnante nella sua opera.

Il documentario entrerà nel merito della rinaturalizzazione, valorizzare, dell’area della Salina Grande, per scoraggiare interventi peregrini in contrasto con quanto previsto dalla variante generale vigente al Piano Regolatore. La rinaturalizzazione prevista -attraverso rinvaso- della sua antica e virtuosa funzione di palude necessaria a contenere l’eccedenza di CO2.

Il documentario sarà uno stimolo per ripristinare la vitalità biologica del relitto della Salinella, così come  fortemente voluto dal Consiglio di Quartiere e raccomandato dalla Regione Puglia.

E’ evidente che il lavoro filmico risponde all’esigenza dell’assunzione di responsabilità e consapevolezza della Municipalità di Taranto e deve configurarsi come strumento di narrazione olistica per approfondire la conoscenza dei beni comuni naturali ed ambientali della Puglia, anche in funzione della qualificazione e del sostegno ai circuiti turistici culturali per la destagionalizzazione.

Si tenga conto che la fruibilità della Palude la Vela e delle aree contigue è agevole, in quanto la Riserva è un’area ben collegata con la grande viabilità regionale e nazionale,  con i siti Unesco e con l’aeroporto Arlotta, già dotato di pista per grandi aeromobili e per voli diretti con le città cinesi di seconda e terza fascia, le quali possono vantare aeroporti con un’utenza turistica in forte espansione..

Il gruppo di lavoro che sarà impegnato “nella difficile impresa” è stato strutturato a carattere interdisciplinare per ottenere un approccio olistico: partendo dal dato oggettivo del presente, dovrà essere capace di collegarsi con il passato e considerare quanto avviene nel mondo, consapevole del fatto che la narrazione turistica si basa anche su fattori immateriali, per comunicare i quali bisogna correlarsi con la cultura dei visitatori.

A tal fine, vogliamo fare nostra la sollecitazione del Prof. Enrico Pollini : “Un intelligente e consapevole utilizzo delle aree protette a fine turistico è possibile e auspicabile. Si tratta di ideare piani di eco sviluppo per quei territori”.

 I problemi ambientali, la diversità biologica, l’uso parsimonioso e salutistico delle risorse agricole, utilizzate in modo corretto e sostenibile,  potrà essere meglio e prima perseguito se si potenzieranno le riserve naturali quale presidio indispensabile per dare senso e forza alla catena dei giardini del vecchio di Corico, che caratterizzano un’offerta turistica di nicchia da valorizzare.

Per meglio rapportarci con la Cina ci avvarremo della collaborazione del Liceo “Aristosseno” di Taranto e dell’associazione “Nihao Puliya”.

I documentari della Collana saranno tradotti, oltre che nelle principali lingue europee, anche in Turco, Arabo, Russo, in lingua Cinese, nella consapevolezza che nessun turista, tanto meno il cinese, potrà mai chiedere di vedere o di fare cose di cui non riesce a comprendere il significato, non conoscendo l’esistente.

Spetta quindi a noi il delicato compito di provare ad andare oltre i tour classici e di crearne di nuovi a carattere esperienziale e personale. 

In seguito confideremo  nell’opportunità di collegarci  con “Chinese Friendly Italy”, tramite il prof. Giancarlo Dall’Ara.  

Ad oggi il gruppo interdisciplinare è costituito dal prof. Salvatore Marzo,  dell’Arch. Silvio Rufolo, Arch. Vincenzo De Palma, Prof. Giuseppe Albenzio, dr. Michele Pastore, dott. Vito Crisanti, dr. Fabio Millarte, Arch. Armando Palma, dr. Mimmo Nasole, dr. Cosimo Dellisanti,  Arturo Tuzzi ed Enzo Ferrara, dr. Adriano Fonzino, Arch. Mario Romandini, Arch. Mimmo Netti, dr. Giorgio Vitale, Giuseppe Conte, dr. Raffaele Rochira, Filippo Di Lorenzo, Stefano Ripoli, Biagio Capriulo, dr. Giada Pinto, dr. Rosa Montagna, Angelo Candelli, Giovanni Cristofaro, dr. Bruno Seliti, Aldo Pupino, Tonino Anastasio. Lorenzo Benedetto, Giuseppe Cosmai, Gianluca Ceriola,  Arch. Fabrizio Corona, [dr.] Erminio Biandolino, dr. Marcello D’Andria, dr. Tommaso Portacci, dr. Laura Anania, dr. Ge Jiabi, dr. Antonella Caforio, dr. Xinjie Qiu, dr. Michele Mosca, dr. Emilia Mancini, dr. Federica Terruso, dr. Marialuisa Di Bello, dr. Laura Rotunno.

 

La ringraziamo per la disponibilità che ci offre nell’implementare questo documentario da cui partire per la riscoperta della vera Chora Tarantina dalla foce del Galeso al Monte Trazzonara (Aulon).

L’elaborazione del documentario inserirà alcuni aspetti dei giardini del vecchio di Corico, viciniori alla riserva, realizzati all’interno del Relais Histò, in particolare nel relitto del giardino settecentesco in cui insistono alcuni patriarchi vegetali di cultivar autoctone di fico, mandorlo, pero, limone, melograno, giuggiolo, carrubo, con la presenza diffusa di edera a coprire i muri a secco e ampi tratti delle pareti a strapiombo sulla gravina antistante il compendio. Vogliamo ricordare, a questo proposito,  che il percorso progettuale della catena dei giardini del vecchio di Còrico, ha come finalità precipua quella di salvare i patriarchi vegetali preesistenti, di propagarli e di selezionare i semi di ortaggi delle produzioni di stagione, di cultivar etnobotanici autoctoni del Golfo di Taranto, in modo da avere frutta e verdura, come prodotta dal “ Coricius Senex”.

Ogni documentario terrà presente quanto previsto dalla Commissione Europea del Paesaggio del 20 Ottobre del 2000, il Piano Paesistico Regionale PPTR delle tre Regioni del Golfo di Taranto, in cui il paesaggio viene considerato quale rappresentazione della storia dei luoghi nella loro evoluzione e come è stato tramandato, da una generazione all’altra, dalla memoria individuale e collettiva, individuandone i punti di forza in uno con quelli di criticità per adeguarsi alle nuove esigenze.

Per questo motivo, ogni documentario sarà funzionale alla valorizzazione dei beni naturali, ambientali, monumentali e storico culturali, del fare e saper fare dell’artigianato di qualità in considerazione del fatto che le maggiori attività produttive del territorio sono di piccole e media entità, ragion per cui i prodotti non possono essere pubblicizzati secondo le logiche delle grandi imprese multinazionali. Ogni documentario sarà impostato con approccio olistico, spirito glocal, interattivo e smart, incorporando i valori materiali e immateriali del territorio (dai patriarchi vegetali di cultivar autoctoni, ai siti e ai reperti archeologici, ai centri storici, ai brani di letteratura antica e moderna, fino alle testimonianze di viaggiatori del passato e contemporanei).

In tal modo, si cercherà di cogliere il nesso tra i luoghi, le attività produttive, le persone e la loro storia e la loro cultura. 

I documentari dovranno avere la duplice finalità d’indurre una conoscenza approfondita dei beni ambientali e naturali da parte dei residenti e di lumeggiare le nuove ragioni per un viaggio nel Golfo di Taranto. È indubbio che la storia, l’arte, l’ambiente, la natura e l’enogastronomia, sono gli assi portanti su cui si poggia la fuga dalla quotidianità dell’ovvio del già visto.

Il turismo è un settore in crescita esponenziale ma con diversi trend nelle zone e con diverse aspettative di fruizione. La letteratura più accreditata sull’argomento ci informa che il turismo rappresenta un asset strategico per il nostro paese: dal 2006 al 2014 è sceso dal 12% al 10.4% del PIL, con occupazione di 2.6 milioni di persone e un’economia da 159.6 miliardi di euro.

Di qui la necessità di prepararci per tempo e creare un offerta innovativa e diversificata di proposte turistiche e di nicchie originali ed attrattive.

Siamo contenti, gentile Professore,  che lei abbia condiviso i nostri percorsi progettuali

La ringraziamo ancora per l’incoraggiamento, e la sua disponibilità: dopo l’incontro del gruppo di lavoro  con il Prof. Giuseppe Corriero ed il Prof. Giuseppe Mastronuzzi, su iniziativa di alcuni Consiglieri comunali, come gesto simbolico di piena assunzione di responsabilità del possesso del bene comune, per preservarlo e valorizzarlo, sarà celebrata –molto probabilmente- una riunione in trasferta dello stesso Consiglio Comunale nell’area del Parco Regionale La Vela. Tale occasione sarà propizia per invitare i Presidenti dei Consigli Comunali dei Comuni del Golfo di Taranto a partire da quello di Matera, città della Cultura Europea 2019, nonché  le delegazioni delle istituzioni scolastiche, a significare che il bene ambientale è bene comune e di interesse intergenerazionale. Infine, per tale importante evento, saranno invitati i Presidenti dei Consigli Regionali delle tre Regioni.

 Appena avremo contattato i due professionisti da Lei indicatici, le daremo immediata comunicazione.

Rinnoviamo il ringraziamento per la suo interessamento e le inviamo i più cordiali saluti.

 

Angelo Candelli

 

Fabio Millarte

 





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