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E' morto Alessandro Morricella, il lavoratore ILVA trasformato in torcia umana dalla ghisa di un impianto sotto sequestro
sabato 13 giugno 2015

Comunicato di Peacelink



Alessandro Morricella


Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia di Alessandro Morricella, il lavoratore dell'ILVA investito in pieno da un violento getto di ghisa in un impianto posto attualmente sotto sequestro dalla magistratura di Taranto.

Alessandro, 34 anni, si era trasformato in una torcia umana. Tutti ciò è avvenuto l'8 giugno in quell'Altoforno 2 (AFO/2) che doveva essere fermato nel 2012 per ordine della magistratura, assieme a tutta l'area a caldo. Invece l'Altoforno 2 ha continuato a produrre grazie ai decreti e alle leggi battezzate "Salva-Ilva" che hanno concesso la facoltà d'uso a impianti che sono ancora sotto sequestro.

Alessandro aveva riportato ustioni sul 90% del corpo, nonostante indossasse la tuta protettiva e il casco speciale, che si sarebbe addirittura fuso.

Ha dovuto affrontare quattro giorni di straziante agonia.

Un giovane lavoratore dell'ILVA che deve subire un tale calvario, in un impianto per di più posto sotto sequestro, è lutto per tutti, è uno scandalo per l'intera Nazione.

Questi impianti vanno fermati.

La FIOM ha rilevato, dopo un sopralluogo nell'Altoforno 2 (AFO2), che gli "ugelli di raffreddamento della c.d. 'macchina a tappare' (MAT) risultano in avaria da diverso tempo" e che anche il sistema di regolazione della quantità necessaria di "massa a tappare" presente sulla MAT risulta "in avaria", in tal modo "determinando un errato dosaggio della stessa".

Tali rilievi - ha dichiarato la FIOM - sono stati segnalati allo Spesal che ha effettuato il verbale n.223/15/RL redatto il giorno dopo l'incidente.

Sarà la magistratura a fare luce su questa terribile storia.

A noi spetta oggi il compito di gridare forte: mai più!





Fulvia Gravame - responsabile PeaceLink Taranto

Alessandro Marescotti - presidente nazionale PeaceLink
http://www.peacelink.it


"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Mahatma Gandhi


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