L’Ue
bacchetta l’Italia e la Puglia sui fondi comunitari e si rischiano di perdere
finanziamenti fondamentali per lo sviluppo economico della regione. Il deputato
L’Abbate (M5S) accusa di lentezza ed impreparazione il Presidente Vendola e la
Giunta pugliese di centrosinistra
Arrivano
le prime bacchettate dalla Commissione europea. Ben 97 milioni di euro in
meno sui fondi comunitari per il mondo agricolo e l’Italia che rimane
saldamente tra i peggiori paesi dell’unione anche con la nuova programmazione
2014-2020, rivelandosi tra quelli che non sanno impegnare i finanziamenti
messi a disposizione per la prima annualità. Risultano inutilizzati 4,1
miliardi di euro sui 6,2 disponibili: peggio solo Irlanda, Lussemburgo,
Romania e Repubblica ceca. L’Italia, inoltre, è il paese Ue con il più alto
numero di programmi operativi da riprogrammare, ben 43 su 77, con ritardi nei
programmi operativi regionali che vedono spiccare la Puglia tra le regioni che
meno hanno saputo recepire le osservazioni di Bruxelles. Continua, invece,
la diatriba politica sui fondi non impegnati nel Piano di Azione e Coesione
(3,5 miliardi di euro della programmazione 2007-2013) che il Governo Renzi, con
il sottosegretario Delrio, ha deciso di dirottare sul bonus per gli occupati
nel triennio 2015-2018 suscitando un vespaio di polemiche che hanno accomunato Rocco
Palese (Forza Italia), il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e
l’assessore Angela Barbanente.
“A pregiudicare il divario tra
Nord ed il Sud dell’Italia è questa classe dirigente che, nonostante sia alla
guida della Puglia da due lustri, non sa ancora come funzionano i meccanismi
dell’Unione europea. E pensare che Vendola ed i suoi uomini della Giunta di
centrosinistra non perdono occasione per glorificare il proprio operato sui
fondi comunitari – dichiara Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in
Commissione Agricoltura alla Camera – È dal nostro ingresso in
Parlamento, due anni fa, che chiediamo serietà, impegno e determinazione
sull’Accordo di Partenariato tra Italia ed Unione europea. In ballo ci sono in
tutto 90 miliardi di euro da spendere entro il 2022. Questo andazzo, per nulla
edificante per il nostro Paese, va avanti sin dal Governo Monti ma nonostante
le reiterate tirate d’orecchi da Bruxelles e le nostre numerose e costanti
pressioni a Montecitorio, sia l’Esecutivo di Matteo Renzi sia i governi
regionali imperterriti continuano a perseverare nell’inefficienza,
nell’impreparazione, nel presappochismo che, come sempre, si ripercuote sui
cittadini”.
Già il 10 dicembre 2013, infatti, la
Commissione europea aveva bacchettato l’Italia, ritenendo la documentazione
inviata a Bruxelles “ancora lontana dal livello di maturità richiesto”.
Per superare la lampante inadeguatezza italiana, il Governo Letta decise di
istituire nell’agosto 2013 l’Agenzia per la Coesione territoriale, così da
sostenere e formare il personale delle Regioni. “I nostri timori, purtroppo,
si sono rivelati realtà. Una triste realtà – continua Giuseppe L’Abbate
(M5S) – Bisognava investire nel personale tecnico e nell’assistenza
della formazione dei progetti, non creare una sovrastruttura inutile. Non serve
l’intermediazione politica, bensì professionalità ed efficienza. A livello
regionale, invece, fa pena ascoltare un Presidente che, piuttosto che ammettere
l’inadeguatezza della propria formazione di governo, dichiara inammissibile che
vengano revocati i fondi se non si rispettano i termini dettati per impegnare
le risorse. Come se l’intera Unione europea possa accettare i capricci e le
lamentele di politicanti non all’altezza del proprio compito. Siamo sempre al
solito punto – conclude il parlamentare pugliese 5 Stelle – l’incapacità
e la lentezza dell’apparato, che tra l’altro assorbe gran parte della spesa
pubblica, penalizza gli agricoltori e i beneficiari dei fondi europei”.