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ATTIVITA' REGIONALE COR 13 GENNAIO 2016

da grupporegionalecorpuglia@gmail.com





 

CONSORZIO DI BONIFICA, ZULLO: “LA PROTESTA DEI FORCONI DI PUGLIA NON PUO’ RESTARE INASCOLTATA, SUBITO CONVOCATI DALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA”

Dichiarazione del presidente del gruppo Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo

 

Non è possibile che gli agricoltori pugliesi continuino a essere tartassati da un Consorzio di bonifica che ha le tariffe più alte d'Italia e i servizi più scadenti che siano mai stati offerti.


Il comunicato diffuso oggi dai cosiddetti "Forconi di Puglia", sull'ennesima cartella esattoriale giunta a fronte dell'ennesimo disservizio, è una vera e propria denuncia nei confronti di un ente, il Consorzio di Bonifica, che da anni ormai non solo non è in grado di essere di supporto all'agricoltura pugliese ma viene percepito come un carrozzone distante da quelle che sono le problematiche quotidiane di chi ha ancora il "coraggio" di rimanere a lavorare i campi.


Capiamo anche la loro amarezza, quella di chi, come tanti pugliesi, si è lasciato convincere dalla facili promesse elettorali di un candidato presidente che ha promesso cure miracolose a 360 gradi per l'Agricoltura pugliese, risoluzione del caso Xylella in testa, salvo poi continuare a "suonare la stessa musica dell'orchestra che lo ha preceduto", ma la loro protesta non può rimanere in ascoltata per questo ho chiesto al presidente della Commissione Agricoltura, il collega Pentassuglia, la convocazione di una seduta per audire una delegazione dei Forconi di Puglia.


La politica regionale non può continuare a ignorare la cattiva gestione di un ente che ha bisogno di una riforma sostanziale e concreta per funzionare.

 

 

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CONSORZI DI BONIFICA, VENTOLA: “TRIBUTO 630? CI RISIAMO. OCCORRERA’ RICORRERE IN COMMISSIONE TRIBUTARIA”.


 

Dichiarazione del consigliere regionale Conservatori e Riformisti, Francesco Ventola



Come volevasi dimostrare, ci risiamo. La strategia dei soli annunci oggi ci restituisce il problema come un boomerang: gli agricoltori si ritrovano con le cartelle esattoriali che impongono il pagamento richiesto dal Consorzio di Bonifica. E’ questo ciò che sta succedendo in questi giorni a seguito del pagamento chiesto agli agricoltori dal Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia con riferimento al fatidico contributo 630, quello relativo ai “presunti” interventi di bonifica nel comprensorio agrario di riferimento.


Ce ne occupammo lo scorso anno non appena insediati in Consiglio regionale. Come gruppo consiliare “Oltre con Fitto” proponemmo un apposito ordine del giorno che il governatore Emiliano, a parole, condivise assumendo l’impegno che nel giro di due mesi avrebbe affrontato e risolto la questione Consorzi e quindi anche quella degli avvisi di pagamento del beffardo tributo 630. Si tratta di un tributo con il quale si chiede ai proprietari dei terreni agricoli e beni immobili di pagare per servizi non resi che proprio perché non effettuati sono anche causa di danni alle coltivazioni. Per questo gli agricoltori parlano della beffa che si aggiunge al danno. Si pensi  alla inondazione dei campi per la mancata manutenzione dei canali di deflusso delle acque, per fare solo uno dei tantissimi esempi possibili, con la rovina di terreni, coltivazioni, impianti e produzioni.


Passati gli annunci, i problemi restano con la beffa, per gli agricoltori destinatari delle cartelle, di dover adempiere ad un obbligo mentre Emiliano conferma ogni giorno di più l’inconsistenza politico-amministrativa. I pugliesi non sono i sudditi da portare in prima linea nella battaglia tutta personale ed interna al PD, alla sua leadership ed alle lotte di potere dei singoli. I pugliesi hanno bisogno di coerenza tra gli impegni assunti e le decisioni concrete. Ora i  nostri agricoltori sono costretti a pagare le cartelle esattoriali ma li invitiamo contestualmente a fare ricorso alle Commissioni tributarie. Sia politicamente, sia fornendo la nostra assistenza, confermiamo il nostro impegno al loro fianco. Il credito chiesto da Emiliano al suo insediamento, per capire i problemi e poter proporre soluzioni, è ampiamente scaduto anche perché molto, troppo, si è giocato sulla buona fede e sul senso di responsabilità altrui.


Gli agricoltori devono fare i conti con le condizioni reali delle proprie aziende agricole, piccolissime o meno piccole che siano. Non si può affermare impunemente che loro rappresentano un pezzo importantissimo della nostra identità sociale e produttiva se poi si continua a mantenere in piedi carrozzoni come il Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia reiterando il balzello del rinnovo della gestione commissariale e la conferma di tributi come il 630 avendo ampiamente discusso sulla sua ingiusta, iniqua ed insostenibile applicazione. Non si può illudere la gente. Dallo scorso mese di luglio sono passati 6 mesi, serviti solo a trasformare gli “avvisi di pagamento” in “cartelle esattoriali”. Questi sono i problemi concreti che come rappresentanti dell’interesse pubblico non siamo disposti a tollerare mentre il Presidente Emiliano riempie le prime pagine con conflitti di attribuzioni di competenze frutto più di scontri personali tra due galletti dello stesso pollaio, il PD.

 

 

 

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 BARBATELLE, CONGEDO: “MENTRE LA REGIONE STUDIA, I VIVAISTI LECCESI COMPRANO DI TASCA PROPRIA I MACCHINARI PER IL TRATTAMENTO, MA NON C’E’ CHI LO CERTIFICA”

Dichiarazione del consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Erio Congedo

 

Mentre la Regione “studia” gli operatori del settore vito-vivaistico salentino continuano la loro via crucis.

 

Abbiamo apprezzato l’interessamento e le rassicurazioni fornite durante il Consiglio regionale di ieri, 12 gennaio, dall’assessore Di Gioia che ha dichiarato che sono allo studio del suo Assessorato sia la possibilità di prevedere un sostegno ai vivaisti per l’acquisto dei costosi macchinari per trattare le barbatelle (considerate dall’Unione Europea a rischio contagio Xylella) sia quello di dimostrare la non razionalità del provvedimento adottato che penalizza fortemente e inutilmente il settore.

 

Belle parole accompagnate, siamo certi, dalla seria volontà dell’assessore di risolvere il problema, ma allo stato dei fatti per gli addetti oltre il danno si profila una beffa di dimensioni abnormi. Perché per poter commercializzare il prodotto gli operatori hanno, comunque, provveduto di tasca propria ad acquistare i macchinari per la termoterapia (il cui costo oscilla tra i 150 e i 180 mila euro) e sono anche pronti a farli funzionare non appena saranno consegnati - per non perdere ulteriore tempo prezioso sul mercato, tutto a vantaggio di altri vivaisti concorrenti - salvo però che nessun protocollo è stato previsto per la certificazione dell’avvenuto trattamento.

 

Insomma, dopo aver comprato le costose macchine e aver “lavato a caldo” le barbatelle per essere commercializzate i vivaisti hanno bisogno di chi certifica l’avvenuto trattamento altrimenti siamo al punto di partenza, con il serio rischio che gli operatori possano aprire nei confronti della Regione un contenzioso per l’ulteriore tempo perso in un settore ormai allo stremo.

 

 

Bari, 13 gennaio 2016

 

 

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PATTO PER TARANTO, PERRINI: “SE SI VUOLE UN VERO RILANCIO DOBBIAMO ANDARE OLTRE GLI STECCATI IDEOLOGICI”

Dichiarazione del consigliere regionale dei Conservatori e Riformisti, Renato Perrini

 

La grave emergenza socio economica in cui versa il territorio ionico richiede, oggi più che mai, coesione e unità di intenti.

In questa direzione ci stiamo muovendo attraverso quel "patto per Taranto" che ci ha visti, come consiglieri regionali del territorio, metterci insieme per raggiungere un ambizioso obiettivo: definire una piattaforma comune. La politica, dunque, superando ogni steccato ideologico, prova a ricercare, sul piano del metodo, i motivi di una condivisione di strategie e obiettivi, pur nel rispetto delle diverse sensibilità e valori. Uno sforzo significativo che rischia di essere vanificato se, come si continua a verificare, l'esempio non viene seguito dalle altre istanze del territorio: istituzioni, associazioni, rappresentanze di categoria.

Noto, in particolare che, da parte di alcune importanti organizzazioni del territorio si continua ad assumere posizioni che segnalano una tendenza a privilegiare alcune relazioni con le rappresentanze politiche di una parte, venendo meno quindi a quell'impegno, troppo spesso solo formale, a dialogare con tutte le forze politiche e a  favorire coesione e unità d'azione.

Auspico che vi sia un cambio di rotta e che si comprenda che atteggiamenti isolazionistici, o peggio conflittuali, non producono crescita e progresso, ma, al contrario, indeboliscono tutti, e in particolare chi ne è responsabile.

 

Bari, 13 gennaio 2016

 

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PRIMARI A SCAVALCO, MANCA: “NON SI POSSONO ASPETTARE GLI ACCORPAMENTI. SOSTENGO L’AZIONE DEL PRIMARIO DI GALATINA CHE SI OPPONE”

Dichiarazione del vice presidente della Commissione Sanità e consigliere dei Conservatori e Riformisti, Luigi Manca

 

Siamo seriamente preoccupati che in attesa degli annunciati accorpamenti, per i quali vista la complessità della materia (Piano di riordino dei servizi sanitari) non si prevedono certo tempi brevi,  la nomina di “primari a scavalco” non solo con tingerebbe ad alimentare una sorta di anarchia fra gli addetti ai lavori di alcuni reparti ospedalieri, ma rischia ancor di più di mettere a repentaglio il buon funzionamento degli stessi, con  la possibilità concreta che possano verificarsi casi di malasanità, dovuti  alla non continua presenza del primario, l’unico chiamato ad assumersi scelte mediche che devono invece essere prese nell’immediatezza.

 

Mi riferisco in modo particolare a quei reparti come Chirurgia o Ginecologia-Ostetricia, anzi proprio in quest’ultimo settore stiamo assistendo a una serie di eventi tragici che stanno interessando non poche donne italiane in gravidanza e a maggior ragione la presenza di un primario- responsabile diventa essenziale per il funzionamento del reparto. Per questo condivido e sostengo l’azione del collega primario di Ginecologia dell’Ospedale di Galatina che si rifiuta di essere anche primario di COPERTINO. Un’opposizione che rivela l’alta professionalità di chi avendo a cuore la salute delle donne non intende metterla a rischio dividendosi in due reparti di cittadine diverse.

 

Ora le rassicurazioni date dal governo nel corso del Consiglio regionale di ieri, 12 gennaio, non possono essere accolte: il sapere, anzi, che le “nomine a scavalco” saranno evitate quando ci  sarà l’accorpamento dei reparti ci lascia intendere che chissà quanto altro tempo dovrà passare per  risolvere un problema che deve essere affrontato urgentemente se non vogliamo aumentare il rischio di una qualità sempre più scadente delle prestazioni ospedaliere a fronte di uno sforzo immane degli operatori sanitari.

 

 

Bari, 13 gennaio 2016

 



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