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Comunicazioni M5S

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate
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AGRICOLTURA: L’ITALIA PERDE POSIZIONI NEL MONDO MA IL PIANO OLIVICOLO STENTA A PARTIRE

 

Per fronteggiare il tracollo della produzione di olio extravergine d’oliva italiano, su cui lancia l’allarme il Cno, risulta sempre più necessaria l’attuazione del Piano olivicolo nazionale fortemente voluto dal M5S

 

Da leader indiscussi del mercato e punto di riferimento mondiale a “nobile decaduta”, superata anche da paesi che non godono neppure di una stabilità politico-economica. È il destino a cui sta andando tristemente incontro l’Italia nel settore olivicolo-oleario con un tracollo nella produzione di olio extravergine d’oliva pari al 31% negli ultimi sei anni. A lanciare l’allarme è il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori (Cno) Gennaro Sicolo, secondo il quale “il trend di lungo periodo della produzione è in forte calo, mentre i più agguerriti concorrenti europei e mondiali registrano tassi di crescita produttiva eccezionali”. Stando ai dati provvisori della corrente campagna di commercializzazione dell’olio di oliva (ottobre 2016 – settembre 2017), pubblicati dalla Commissione europea su dichiarazioni periodiche trasmesse dai singoli Stati membri, a superare le 183mila tonnellate italiane ci sarebbero anche paesi come la Tunisia e la Siria, oltre la Grecia e la Spagna, attuale maggiore esportatore sul mercato globale con una quota del 53%. Ciò, mentre l’Italia ha visto scendere la propria percentuale di esportazioni mondiali dal 46% al 36% in 25 anni (dal 1990 al 2015).

 

Dopo i dati del Crea e del Centro Studi Confagricoltura, resi noti in primavera, che parlavano di una Italia scivolata al quarto posto e con prezzi medi per il proprio prodotto esportato nettamente più bassi di quelli iberici, ecco un altro eclatante segnale di crollo per l’olivicoltura italianadichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla CameraAlcune delle motivazioni del tracollo della produzione sono note da tempo come l’abbandono dei campi, la frammentazione delle imprese nonché il mancato ammodernamento del settore. Ma se la Spagna ci ha superato in maniera così evidente è anche perché mentre gli iberici in 30 anni hanno realizzato ben cinque piani olivicoli, in Italia stenta ancora a prendere avvio il primo piano ottenuto, nel maggio 2015, grazie alla nostra risoluzione in Commissione a Montecitorio e atteso da tantissimi anni dal comparto. Continuiamo a sollecitare il ministro Martina a mantenere gli impegni presi in Parlamento”.

 

Ciò che permette all’Italia di rimanere ancora il paese di eccellenza dell’extravergine sono proprio le importazioni da quei territori oggi maggiormente produttivi che forniscono materia prima, da cui vengono creati blend miscelando le diverse partite e mantenendo i marchi nazionali. Secondo il Cno, “per risalire le classifiche internazionali servirebbero almeno 150 milioni di nuovi olivi in produzione e almeno 25mila nuovi addetti per assicurare il ricambio generazionale nei campi” ma senza una “politica di investimenti” e “un orientamento favorevole verso la tecnologia, l’innovazione e l’impresa” ciò non sarà possibile.

 

Sarebbe ora, pertantoconclude il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S)che il Governo si concentri sul finanziamento dei piani produttivi nazionali di filiera, ad iniziare da quello olivicolo, piuttosto che perpetrare una politica di regalie al mondo delle banche, come per i 17 miliardi di euro per il decreto banche venete”.

 



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ALIMENTAZIONE: ASSENTI LE SANZIONI PER LE VIOLAZIONI IN ETICHETTA

 

Il Governo è in ritardo nella definizione del sistema di sanzioni. Una situazione “fuori controllo” che mette in pericolo i consumatori su cui il deputato L’Abbate (M5S) chiede conto ai ministri Calenda, Lorenzin e Martina in una interrogazione parlamentare

 

Cresce l’attenzione per ciò che portiamo a tavola e, di pari passo, migliora la chiarezza delle informazioni sugli ingredienti presenti nei prodotti agroalimentari. Il regolamento comunitario sull’etichettatura che prevede una maggiore informazione al consumatore è entrato in vigore, oramai, da più di tre anni e la sua applicazione nei 28 Stati membri dell’Ue è partita nel dicembre 2014. Nel palcoscenico internazionale, però, l’Italia si rivela ancora troppo indietro.

 

Il lascito del Governo Renzi non ha previsto né alcun ‘decreto etichettatura’ né l’introduzione di un regime sanzionatorio in merito dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla CameraAd oggi, le autorità di controllo possono punire solamente due tipi di violazioni: l’indicazione del lotto di produzione e l’informazione sui prodotti alimentari venduti sfusi e preincartati, rispetto ai quali si registra una diffusa illegalità nei pubblici esercizi e nei punti vendita. Per questo, ho presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di disciplinare gli aspetti fondamentali dell’etichettatura dei prodotti alimentari nonché per applicare le sanzioni previste per le violazioni amministrative con l’individuazione, quale autorità competente, del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, evitando così sovrapposizioni con altre autorità. In questo momento, infattiprosegue Giuseppe L’Abbate (M5S)ci troviamo in un vuoto normativo. Fino a quando le disposizioni sanzionatorie non entreranno in vigore, le autorità di controllo saranno prive di poteri punitivi per la violazione delle nuove norme, come pure per quelle preesistenti in tema di etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari”.

 

Notevoli le problematiche causate dal ritardo nella definizione del sistema di sanzioni. “Diviene impossibile garantire la completezza e la veridicità delle etichette di tutti gli alimenti, nazionali e di importazione, nonché si pregiudica il diritto all’informazionespiega L’Abbate (M5S)In questa situazione ‘fuori controllo’ risulta molto grave la situazione dei consumatori allergici e dei celiaci, ancora privi di effettiva protezione non solo sui prodotti alimentari in vendita (imballati, sfusi e preincartati) ma soprattutto su alimenti e bevande somministrati nei bar e nei pubblici esercizi, ristoranti, mense e nel mondo del catering. Una situazione intollerabile che merita risposte da parte del Governo. Oraconclude il deputato pugliese 5 Stelleattendiamo dai ministri Calenda (Sviluppo economico), Lorenzin (Salute) e Martina (Agricoltura) risposta alla nostra interrogazione per sollecitare a provvedere la predisposizione dei decreti legislativi secondo quanto disposto dalla legge di delegazione europea 2015, per la parte riguardante il sistema sanzionatorio, al fine di garantire per tutti i consumatori il diritto ad una informazione chiara e trasparente degli alimenti”.

 




Pagina: - 29/03/2024 13:32:14

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