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Mediazione civile: l'hanno voluta i cittadini e i giovani
martedì 18 giugno 2013

da info@anpar.it




A.N.P.A.R. (Associazione Nazionale per l'arbitrato & la conciliazione
dal 1995- senza scopo di lucro)

www.anpar.it

info@anpar.it

Tel 089.274706

Rieccoli …..uniti nel cercare di togliere valore e pregio ad una
buona legge. Tre "avvocati" che dicono e fingono di provare
dispiacere, quando in realtà sono compiaciuti rispetto
all'introduzione dell'obbligatorietà della mediazione civile, che a
loro dire avrebbe causato sconcerto all'interno delle associazioni da
loro presiedute. Nessuno lo dice ma per questi signori, la cosa più
importante è l'aver salvaguardato i loro specifici interessi. Quali
sono? Basta scorrere l'elenco degli studi legali consulenti delle più
importanti compagnie di assicurazione. Perchè e da chi è stata
voluta la mancata reintroduzione fra le materie obbligatorie, quella
relativa al risarcimento danni causati da veicoli e natanti?

Mi fermo qui, dice il giusista d'impresa dott. Giovanni Pecoraro,
presidente dell'A.N.P.A.R. (associazione nazionale per l'arbitrato &
la conciliazione dal 1995), perchè altrimenti verrebbe data
importanza a chi non vuole il bene dell'avvocatura. Si mortificano da
soli: da una parte mugugnano, dall'altra si sono affrettati a
costituire organismi di mediazione con costi onerosi a carico degli
iscritti. Se ritengono la mediazione inuitile perchè affrettarsi a
costituire organismi di mediazione?

"La reintroduzione dell'obbligatorietà della mediazione civile e
commerciale coincide con la fine della delusione - da parte dei
giovani che si erano visti sbarrare la strada ad una nuova ed
affascinate professione - dovuta, non dalla "incostituzionalità"
della legge 28/2010, ma, da un "eccesso di delega" rilevato dalla
Consulta al solo comma 1 dell'art. 5 ". Si apre una nuova stagione che
è cruciale per i giovani e per i cittadini: non più rassegnazione e
denegata giustizia ma voglia di "FARE" . Dalla reintroduzione
dell'obbligatorietà della mediazione nasce un'equazione virtuosa:
più giudici, meno tribunali più posti di lavoro certi, più risorse.
Questa equazione i politici non potevano ignorarla lo dimostrano le
migliaia di firme di cittadini raccolte con la nostra petizione
preventiva iniziata all'indomani della citata sentenza. Petizione che
continua - afferma Pecoraro - perchè i cittadini chiedono non solo di
essere liberi di scegliere di risolvere una controversia tra di loro
ma di allargare a tutti i diritti disponibili questo nuovo istituto
giuridico.

Ufficio stampa

AIANNO





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