Il film Jesus
Christ Superstar del 1973 che riguarda gli ultimi sette giorni di Gesù sulla
terra, è un film che ha segnato una intera generazione, un'intera epoca ed ha
lasciato sopratutto una traccia indelebile nel musical che da lì poi sarebbe
seguito per quarant'anni. E' un film che ha sconvolto perchè Norman Jewison, a
cui si deve, ha dato una lettura dell'ultima settimana di vita di Cristo sulla
terra che nessuno in quel momento si aspettava. Sono passati quarant'anni dalla
prima rappresentazione newyorchese a Broadway e venti dalla prima italiana, ma
nonostante ciò Jesus Christ Superstar continua ad essere uno dei musical più
amati e visti al mondo. Da qualche giorno poi, il capolavoro di Andrew Lloyd
Webber e Tim Rice è nel nostro paese grazie al regista Massimo Romeo Piparo che
lo ha portato al Teatro Sistina di Roma dove sarà in scena fino alla fine del
mese di maggio con un cast veramente d'eccezione a cominciare dall'interprete
principale, l'attore americano Ted Neeley nelle vesti di Gesù che recitò anche
nell'omonimo film.
E' stato
complicato avere a Roma Ted Neeley anche se è stato subito innammorato di
questa proposta. "Era già stato contattato nel 2010 per essere portato in
Italia ma poi Londra non ci permise di farlo perchè non volevano che la
produzione italiana superasse per importanza quella loro, finalmente dopo
quattro anni ho avuto il via libera da Webber" ha riferito il regista.
Ted Neeley che
ha compiuto 71 anni è nelle vesti di un 33enne, e ci si è chiesti come potesse
interpretare un ruolo molto più giovane. Le perplessità vanno subito via
qualche secondo dopo averlo visto in scena muovere le mani e camminare. La
fantasia, l'azione, il gran lavoro che si è fatto rende tutto possibile
naturalmente. Basta poi sentirlo cantare ....solo lui riesce ad interpretare
"I only want to say", uno dei brani principali dell'opera, con
un'interpretazione così carica di passione e potenza vocale da strappare gli
applausi più di una volta agli spettatori commossi.
Nel cast c'è anche
la band dei Negrita con le chitarre di Drigo e Cesare "Mac" con
l'orchestra di 12 elementi diretta dal Maestro Emanuele Friello. Insieme hanno
fatto la differenza, passando dal funky al rock e alla psichedelia. Inoltre
Shel Shapiro interpreta Caifa, mentre la cantante Simona Molinari incanta
tutti con la sua voce nei panni di Maria Maddalena. Vi sono anche 24 tra
acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini diretti da Roberto Croce.
Il mix
volutamente anacronistico tra antico e moderno, classico e rock è ancora
formidabile. E' intramontabile la genialata che hanno avuto Webber e Rice, poco
più che ventenni, quarantanni fa. Il raccontare la storia più famosa
dell'umanità che è il Vangelo, a tempo di rock non ha eguali. Un musical nasce
da tanta competenza e non è un caso che alcuni diventano capolavori eterni ed
altri spariscono dopo un mese.
Sono in molti ad
augurarsi che ad una delle repliche romane possa arrivare anche Papa Francesco
anche se potrebbe vederlo privatamente in Vaticano e non al Sistina. Ma a
Roma, in questo periodo, sta andando in scena un altro musical anch'esso da non
perdere.
Al teatro
Brancaccio infatti fino al 4 maggio, la Cicuta Produzione continuerà a
presentare il musical su Karol Wojtyla, la cui canonizzazione è ormai la prossima
domenica.
Ci sono storie
che meritano di essere raccontate perché narrano di Uomini che cambiano per
sempre la nostra vita, illuminano la nostra esistenza e danno un senso nuovo a
tutto ciò che siamo e questa che è proprio un altra di quelle storie.
L’Opera Musical
dal titolo "Karol Wojtyla La Vera Storia” è un viaggio intenso e
commovente che ripercorre la straordinaria ed imperdibile vita di un uomo,
ancora molto distante da quel destino unico che lo avrebbe portato a
conquistare un posto nella storia e a meritare un trono nell’alto dei Cieli.
Sospeso tra la
vita e la morte i ricordi del Santo Padre riaffiorano. Con un susseguirsi di
suggestivi ed emozionanti rievocazioni, nel musical si rivive l’intensa storia
umana e spirituale di Karol Wojtyla. Gli episodi più significativi del suo
passato prendono vita sulla scena: il piccolo Lolek rivede l’adorata madre
“Emilia”, l’eroico fratello “Edmund”, il devoto padre “Karol”. Ma questo è solo
l’inizio della lunga storia, riportandola sempre più indietro nella memoria si
arriva sino alla sua infanzia, alla natia Wadowice. Come ha scritto Lui stesso:
“da qui è cominciato tutto: è cominciata la vita, è cominciata la scuola, gli
studi, è cominciato il teatro...e il sacerdozio.”
Fanno parte del
cast Alessandro Bandinelli (Karol bambino chiamato Lolek), Virgilio Brancaccio
(Karol uomo e in abito talare), Matteo Macchioni (Don Stanislaw Dziwisz), Lisa
Angiolillo (la madre Emilia), Simone Pieroni (il padre Karol), Roberto Rossetti
( il fratello Edmund), Beatrice Arnera (Tesia), Jacopo Bruno (Jurek) e un corpo
di ballo composto da 14 elementi.
Gli episodi
personali della vita di Karol Wojtyla si intrecciano con le pagine drammatiche
ed incancellabili della storia dell’umanità. La colonna sonora originale
dell’opera è stata affidata all’artista internazionale Noa che ha lavorato a
questa entusiasmante esperienza insieme al suo direttore musicale e chitarrista
Gil Dor e ai Solis String Quartet.
La storia di
Karol Wojtyla è narrata in centoventi minuti divisi in due atti in cui la
visione del noto regista della televisione, Duccio Forzano, ha mescolato bene e
in modo unico la musica, il testo e la scena. La narrazione comincia da
quell’evento drammatico del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro, che avrebbe
voluto cambiare la storia dell’Uomo destinato a cambiare la storia degli
uomini.
Vito Piepoli