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Convegno
"Le lingue minoritarie in Puglia"

martedì 3 giugno 2014

di Pierfranco Bruni




Lingua e lettura antropologica:

Lingua e lettura antropologica:

una sintesi per valorizzare le minoranze etnolinguistiche storiche in Italia

 

di Pierfranco Bruni

 

 

 

 

 

La storia del popoli è storia di  civiltà. Le civiltà non vivono tra il senso di infinito e l’eterno dei processi culturali. Storia e civiltà formano un territorio. Il territorio ha le sue articolazioni sia dal punto di vista etno-antropologico sia leggendolo (il territorio) attraverso una visione in cui la koinè costituisce il legame tra lingua e tradizione.

Le popolazioni appartenenti a comunità di minoranze etnolinguistche si portano dentro una koinè che ha una sua valenza profondamente radicata nell’esistenza sia delle aree geografiche che delle comunità. Siamo in un tempo in cui la storia si consuma tra l’insistenza della memoria e il presente inesorabile che si incide nella quotidianità.

Le minoranze linguistiche vivendo nel presente e in un costante rapporto con la memoria  trasmettono valori indissolubili, il centro di riferimento resta il concetto di appartenenza. Le minoranze etnolinguistiche sono nel viaggio di una eredità di valori che diventa, appunto, appartenenza. Ciò è possibile grazie ad un “trasmettitore” metafisico che è dato dalla tutela della tradizione.

I popoli si difendono difendendo la loro Tradizione. Si valorizza la loro storia soltanto se questa antropologicamente offre anche chiavi di lettura in cui la Tradizione è il punto fondamentale di un dialogo tra antiche e muove minoranze.

Le minoranze linguistiche in Italia vanno considerate un bene culturale. Anzi sono l’espressione di un tessuto che è bene culturale e assorbe i processi ereditari in una manifestazione sia materiale (come le strutture, chiese, castelli, centro storico, nelle comunità minoritarie, le quali presentano sempre delle precise caratteristiche) sia completamente immateriale (dalla musica al costume, dal canto all’antropologia delle danze, dalla lingua ai linguaggi).

Considerandole come un bene culturale vanno rincontestualizzate in una visione chiaramente scientifica ma anche didattica. Una metodologia didattica applicata in termini pedagogici alla conoscenza delle comunità di minoranza etnolinguistica è decisamente necessaria.

La sintesi, comunque, è quella tra la difesa della lingua e la lettura (in una proposta comparata) antropologica delle comunità in un rapporto tra storia e presente.

Anche di questo si parlerà, per ciò che mi riguarda, nel prossimo convegno dedicato a “Le lingue minoritarie in Puglia”, che si svolgerà a Foggia il prossimo 6 giugno.




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