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“I Burning Lamp” a Roccaforzata, per un ulteriore Tribute a Jimi Hendrix
mercoledì 25 febbraio 2015
da Vito Piepoli







Venerdi 27 Febbraio ritornano al Saloon Public House di Roccaforzata, i Burning Lamp

Venerdi 27 febbraio ritornano al Saloon Public House di Roccaforzata, “I Burning Lamp” per un ulteriore Tribute a Jimi Hendrix.

A distanza di quasi di mezzo secolo dalla prematura scomparsa dell’uomo che ha rivoluzionato il modo di suonare la chitarra elettrica, c’è ancora tantissima gente che continua a comprare i suoi dischi e ad emozionarsi davanti alle sue incredibili performance live.

 

Il gruppo musicale  ripropone le emozioni di una live experience dei Late Sixties rendendo omaggio a Jimi Hendrix dalle ore 22 e 30.

 

“I Burning Lamp”, saranno impegnati nell’audace ed elettrizzante spettacolo tentando di riproporre con la loro passione, dirompenza e arte d’ improvvisazione, i live dell’eclettico chitarrista secondo il suo stile che non permetteva riesecuzioni uguali.

 

Di sicuro non si tratterà della solita fredda fotocopia delle registrazioni in studio ma una vera live experience.

 

In scaletta vi saranno brani storici come “Purple haze”, “Hey Joe”, “Foxy lady”, ma anche un po’ di merce rara come “If 6 was 9”, “Third stone from the sun” e “Burning of the Midnight Lamp” da dove la band prende il nome.

 

Dietro i brani più “commerciali”, vi saranno una serie di brani che mettono in mostra la voglia di sperimentare e di rivoluzionare non solo il modo di suonare la chitarra, ma anche il modo di intendere la musica, uscendo dallo schema classico tanto amato dai produttori di concentrare tutto in 3 minuti.

 

Jimi Hendrix  fu il precursore del sound delle future evoluzioni del rock attraverso un’inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.

 

Secondo la classifica stilata nel 2003 dal “Rolling Stone Magazine”, Hendrix è il più grande chitarrista di tutti i tempi.

 

Ricordiamo che la sua esibizione in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è indimenticabile ed ha fatto storia, divenendo per lui, un vero e proprio simbolo.

L’immagine del chitarrista che, con dissacrante arte, suona l’inno nazionale americano in modo provocatoriamente distorto è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo musicale come uno dei punti di svolta nella storia del rock. Così come la sua figura rimane legata ad un altro mitico episodio. Un esordiente Jimi Hendrix, dopo aver sbalordito tutti con la sua strabiliante qualità di chitarrista, avrebbe realmente sacrificato la sua chitarra in un mistico incendio che mitizzò la sua personalità al suo primo "battesimo” musicale.

 

Nacque da madre di origini cheyenne e padre afroamericano e passò l'infanzia in un quartiere disagiato. A nove anni dopo il funesto divorzio dei suoi fu affidato alla nonna paterna.

 

A sedici anni circa perse sua madre e proprio in quel periodo ebbe la sua prima chitarra. Curioso risulta il fatto che la sua prima chitarra fosse per l’uso della mano destra, mentre lui era mancino. Tuttavia imparò notevolmente in fretta a suonare la chitarra girata al contrario, abitudine che poi conserverà.

 

La scoperta dello strumento fu per lui come un’illuminazione in tanta desolazione. Per cui lascerà la scuola prima di ottenere il diploma e iniziò a dedicarsi alacremente alla musica.

 

I suoi punti di riferimento furono chitarristi blues di Chicago come Elmore James, Muddy Waters, Buddy Guy ed Albert King, nonché le leggende del delta blues, come Robert Johnson e Leadbelly, e del rock and roll, come Chuck Berry.

 

Ma torniamo a “I Burning lamp”, a coloro che quindi oseranno tanto con molto coraggio. 

La ardimentosa band è composta da musicisti che come ricorderanno bene i loro fan, provengono da altre realtà per la scena locale. I musicisti sfrutteranno la loro esperienza, ricordiamo il premio critica “Rock'n festival 2005” per “La pantomima dei buoni propositi “ con l’apertura del concerto di Richard Sinclair, il riconoscimento dal fan club nazionale dell’Iron maiden tribute band “Deja-Vu” per quanto riguarda Francesco Festinante. L'accompagnamento in tournèe con relativa registrazione del cd di Andrea Braido e bassista nella band Taranterbury of dreams (l'attuale band di Richard Sinclair leader dei Caravan) per Antonio Cascarano e la collaborazione con numerosissimi eventi locali per uno tra i più stimati ed apprezzati batteristi di Taranto, Mino Inglese.

 

“Autodidatta e mancino naturale, durante la sua breve vita Hendrix ha stravolto la concezione dello strumento,  introducendo moltissime novità, prima tra tutte il feedback.  Il suo stile, la sua naturalezza e la sua mimica sono le più copiate dai chitarristi di tutte le generazioni”  - ci riferisce Francesco Festinante, anche lui  autodidatta  alla chitarra.

 

Sicuramente tra i suoi album va ricordato “Are you experienced” ricco di canzoni memorabili e “Electric Ladyland” in cui prevale la sperimentazione.

 

“Ma il vero Hendrix lo si ammira nei concerti, nelle sublimi improvvisazioni, in cui viene fuori tutto il suo talento e la sua originalità - ha continuato Festinante -  Non potremmo dare un tributo al famoso chitarrista senza rispettare la sua caratteristica singolare, la necessità di esprimersi secondo le intenzioni del momento.  Vi aspetta uno spettacolo fatto di valvole sature e continua improvvisazione, proprio come era solito fare Jimi.”

 

Informazioni  e prenotazioni al 3283185147.

Vito Piepoli




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