Sanità , è l’ora di reagire!
Giovedì prossimo, 26 ottobre, alle ore
11, sala Finocchiaro (primo piano, via Capruzzi, Bari) conferenza stampa del
gruppo regionale di Direzione Italia.
Saranno denunciate carenze, illustrate
proposte e annunciate proposte.
Bari, 24 ottobre 2017
Si prega di intervenireÂ
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MANCA: MIA FIGLIA LASCIA L’ITALIA PER ANDARE A STUDIARE
MEDICINA IN ALBANIA. COME PADRE, MEDICO E POLITICO UNA PROFONDA TRISTEZZA E
TANTA RABBIA
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Il vicepresidente della Commissione SanitĂ e consigliere
regionale Luigi Manca, racconta un episodio della sua vita familiare per
confermare la sua battaglia contro il numero chiuso
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Circa 20 anni era
loro a sbarcare sulle nostre coste! Oggi sono i nostri figli a “sbarcare” nelle
loro universitĂ per realizzare un sogno inseguito da sempre: diventare un
medico. E ora vi racconto una storia di vita vissuta, comune, in questo
periodo, a tantissime famiglie italiane.
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Diventare un medico è stato fin da piccola il sogno di mia
figlia Martina, una passione che gli ho trasmesso involontariamente, ma che fa
di me un padre orgogliosissimo. Per ben due volte, lo scorso anno e quest’anno,
ha tentato di superare lo scoglio del numero chiuso in Italia, ha partecipato a
un test con domande fantasmagoriche, moltissime delle quali - da medico - vi
dico che nulla hanno a che vedere con  la Facoltà di Medicina, ma che
sono, però, in grado di distruggere il sogno di migliaia di ragazzi che
finiscono per perdere anni preziosi nella speranza di superarlo prima o poi, o
decidono di andare a tentarlo all’estero, come ha fatto Martina in Albania! Nei
giorni scorsi la bella notizia: ce l’ha fatta per un soffio a entrare e quindi
farà parte di quei giovani che lasciano l’Italia per andare a studiare fuori.
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Tre brevi considerazioni:
Come padre sono orgoglioso di avere una figlia che
nonostante le difficoltĂ non ha mai mollato, non ha mai rinunciato al suo
sogno, ma soprattutto non mi ha mai chiesto di “darle un aiutino”. Come
padre anche un pensiero per tutti quei padri che pur orgogliosi non sono nelle
stesse condizioni economiche di poter affrontare lo studio all’estero di un
proprio figlio. Il primo anno in Albania costerĂ 8mila euro, denaro che avrei
potuto versare nelle casse di qualche università italiana…
Come medico penso alla carenza di colleghi che
renderĂ la nostra SanitĂ piĂą povera, penso ai tanti cervelli che potrebbero
contribuire a far crescere il nostro sistema sanitario e che una volta “volati”
all’estero chissà semmai vorranno tornare. Penso che la classe medica per prima
dovrebbe mobilitarsi contro il numero chiuso proprio perché la più consapevole
dei numeri e delle prospettive della categoria.
Come politico, come consigliere regionale, una
grande amarezza per le logiche assurde che sottintendono il numero chiuso.
Tutti d’accordo che il test di ammissione non è lo strumento giusto per
selezionare i medici del futuro, tutti d’accordo che occorre spostare piĂą in lĂ
la selezione facendo andare avanti solo coloro che sono in regola con gli
esami… ma poi tutte queste belle intenzioni si scontrano sul muro delle
risorse, delle strutture e della mancanza di docenti. In pratica non ci sono
aule sufficienti e professori per accogliere il primo anno un numero elevato di
matricole e non ci sono soldi per far fronte a questo.
Ma come padre, medico e politico non mollo la battaglia
contro il numero chiuso, per le tante Martina che non possono studiare
all’estero, continua più di prima!
Ma questa vicenda ha anche un
risvolto socio-economico che dovrebbe far riflettere tutti: 20 anni
rappresentavamo noi per tanti giovani albanesi la speranza di un futuro
migliore, il posto dove realizzare i loro sogni. Oggi è l’Albania a
rappresentare tutto questo per i nostri giovani.
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Lecce, 21 ottobre 2017
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OSPEDALE CASARANO, MANCA: EMILIANO ASCOLTI IL
TERRITORIO E ATTENDA IL TAR
Il vicepresidente della Commissione SanitĂ e
consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca, ha partecipato questa
mattina alla manifestazione a sostegno del Comitato contro il declassamento del
nosocomio
Da
medico sono convinto che un riordino della nostra rete ospedaliera fosse
necessario, per questo quando ho deciso di candidarmi al Consiglio
regionale pensavo di poter dare il mio contributo alle soluzioni migliori. Una
speranza che si è infranta sul muro del decisionismo del presidente e assessore
alla SanitĂ , Emiliano, che a parole predica la partecipazione e la
condivisione, ma nei fatti questa legislatura è quella più monarca in assoluto.
Per
questo, questa mattina sono stato a Casarano, accanto al Comitato di difesa
dell’ospedale, per sostenere una battaglia che prima ancora che nel merito
delle scelte di declassamento è nel metodo: questo piano di riordino è piovuto
sulle comunità senza nessuna consultazione. Senza nessun confronto con
parlamentari e consiglieri regionali delle strutture interessate.
E
allora Emiliano ascolti per una volta i territori, abbia la bontĂ di aspettare
il 10 febbraio quando il Tar si esprimerĂ nel merito del ricorso presentato dal
sindaco di Casarano contro il declassamento. Sono passati due anni da quando è
stato eletto senza produrre nulla…quattro mesi in più non cambieranno nulla!
Lecce, 21
ottobre 2017
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Info
Mariateresa
D’Arenzo
tel
338/2447026
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