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“L’angele d’à munnezza”
venerdì 7 febbraio 2014

Nuova commedia di Ciccio Marinelli in scena 8 febbraio a Taranto

di Vito Piepoli


Ciccio Marinelli e Lucia Muller


Non si placa la discussione sui presunti tesseramenti gonfiati nella campagna congressuale del partito democratico in Puglia, dove sono già stati eletti 4 segretari provinciali a Foggia, Taranto, Brindisi e nella …… quando mancano ancora il comune e la p

Con il sistema del teatro “crudo” da lui inventato, Ciccio Marinelli a Taranto racconta un’altra storia, “L’angele d’à munnezza”, che andrà in scena in edizione integrale per la prima volta sabato 8 febbraio alle ore 19 e 30 (ingresso ore 19)  presso l’Auditorium della parrocchia del Sacro Cuore in via Fratelli Mellone. È il secondo appuntamento a cui ci invita dopo il successo de “’A Befane de mest Ciccie” andata in scena nello stesso auditorium lo scorso 6 gennaio.  Anche questa volta, una nuova commedia comica italo-dialettale del Teatro di Ciccio Marinelli,  senza scena, con dei personaggi con i quali addirittura si dialoga senza che si vedano e  con un linguaggio un po’ ruvido, “nu poc ftent”, come riferisce l’autore.  Ciccio Marinelli ha portato con successo il dialetto Tarantino non solo nella provincia di Taranto, ma in tutta la Puglia, la Basilicata e in parte in Campania, grazie anche alla bravura di una attrice che si chiama Lucia Muller. “Io scrivo queste cose, pur non essendo tarantino mi sento tale, perché vivo da una vita a Taranto. Non sono tarantino d’hoc, ma di adozione, scrivo in tarantino, anche delle canzoni” ha riferito. Si tratta ha ricordato, parlando di sé, di un commercialista pentito e per la sua compagna, di una maestra andata in pensione molto anticipatamente, che si sono dati totalmente al teatro.  Tanto da divenirne seri professionisti che vivono dall’86 facendo spettacoli per le scuole. Marinelli vuole creare nel quartiere dell’auditorium, una piccola stagione di prosa e di canto. Ha rilanciato la canzone tarantina scrivendo ben 22 brani in un filone che ricorda la Taranto che c’era  settant’anni fa di cui molti giovani non ne hanno sentito parlare e  in un filone umoristico  in cui vengono tratteggiati dei personaggi buffi. Ricordiamo a tal proposito lo spettacolo “Il canto delle nereidi” con sottotitolo “C’era una volta Taranto” andato di recente in scena al “Magna Grecia”. Il Comitato della Valorizzazione del Dialetto Tarantino, Covadit, gli ha assegnato un compito. Non è risaputo che l’unica provincia della Puglia che non valorizza assolutamente il proprio dialetto è quella di Taranto. “A Lecce per esempio si a fanno convegni, un autore come Raffaele Protopapa viene studiato all’Università mentre qui a Taranto ci si dimentica degli autori che scrivono in dialetto” sono le sue parole. Anche questa volta il teatro comico di Marinelli è serio di un impegno civile sia nei contenuti, sia nel rendere accessibile a tutti l’ingresso a 2 euro per finanziare spettacoli gratuiti alle case di riposo. L’auditorium inoltre per la rappresentazione sarà fornito di bar il cui ricavato sarà devoluto alla Caritas. La commedia è tratta da fatti, da episodi di vita reale paradossali ai quali lo stesso autore ha assistito. Un ragazzo di 13 anni che frequenta la 5° elementare, polemizza con il suo tutor perché per applicarsi alla scuola elementare dove riceve ovviamente le lezioni gratis ha trascurato le lezioni a pagamento di due scuole di danza che frequenta, quella di balli di gruppo e quella relativa alle coreografie di Michael Jackson. Ciccio Marinelli e Lucia Muller impersonano 2 fratelli e 2 sorelle, Francesco Ancona il ragazzo tredicenne. La veterana Maria Teresa Mongo recita il riassunto in versi. La musica è curata dal maestro chitarrista Gianni Pacifico ed il cantante Matteo Capitani.  Il teatro è maestro di vita, con quello di Marinelli si ride e si riflette seriamente. L’autore vuole mettere in rilievo che oltre all’inquinamento dell’Ilva di cui più si parla e di cui tutti sembrano rendersene conto, è presente a Taranto un degrado della cultura e del senso civico, per cui non vi sono solo disastri ecologici ma anche del vivere civile di una parte consistente di persone. Il tentativo è quello di mettere in cattiva luce,  la mancanza di ideali, una visione distorta del senso della vita, il futuro affidato quasi esclusivamente al gioco (purtroppo anche d’azzardo), la propensione all’illegalità e la pretesa infantile del diritto ad essere mantenuti dallo stato. E nemmeno l’istruzione e il merito, che hanno più a che vedere direttamente con la trama di questa commedia, come si vedrà, vengono presi in considerazione.  Anche questo spettacolo si avvale della collaborazione dell’Associazione di Volontariato Culturale Comitato Borgo di via Giusti presieduta da Giovanni Aprea e   dell’Associazione Cristiana Diffusione Teatro, Acridit. Per le prenotazioni telefonare al numero 3483718428.

Vito Piepoli




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