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Perché rileggere Gabriele D'Annunzio?
sabato 1 marzo 2014

da csrbruni@alice.it




 

 

 

 

Perché rileggere Gabriele D’Annunzio?

Ne parleranno  Taranto il 3 marzo Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni con il loro saggio  “Io ho quel che ho donato” 

 

 

 

Perché rileggere e riproporre Gabriele D’Annunzio? È questo l’interrogativo che Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni si pongono nel pubblicare il loro originale saggio dedicato allo scrittore che ha dominato il Novecento e continua ad essere presente nel contesto letterario moderno. Infatti  di Gabriele D’Annunzio si parlerà  a Taranto lunedì 3 marzo grazie proprio al libro di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, (esperti di letteratura europea del Novecento), dedicato, appunto, a Gabriele D’Annunzio, dal titolo “Io ho quel che ho donato, edito, in  una elegante veste, dalla Casa editrice Nemapress.

La manifestazione, organizzata dall’Associazione culturale “Oriana Fallaci”, si svolgerà alle 17,30 al Grand Hotel Mercure – Delfino di Taranto, Viale Virgilio 66. Introdurrà i lavori la presidente dell’Associazione Giusy De Marco. Dialogherà con Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni la saggista e critico letterario Marilena Cavallo. Interverrà la giornalista e scrittrice Tiziana Grassi.

Lo studio, che è stato pubblicato in occasione dei 150 anni della nascita di D’Annunzio, (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), ha aperto una vasta dialettica anche sulla funzione che il dannunzianesimo ha avuto all’interno della cultura europea e internazionale. Infatti il lavoro di Bruni e De Giovanni è arricchito con contributi di: Emanuela Forgetta che parla del rapporto di D’Annunzio con la Catalogna , Stefan Damian con la Romania , Arjan Kallco con l’Albania, Andrea Guiati con gli Stati Uniti d’America, André Ughetto con la Francia , Valentina Piredda  con l’Austria.

Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni hanno indagato tra le pagine e nella vita di D’annunzio, con un approfondimento sull’interventismo dannunziano alla Prima Guerra Mondiale, tracciando delle linee originali e portando sullo scenario letterario una lettura innovativa, coraggiosa e ricca di importanti stimoli. E’ considerato un saggio che apre delle prospettive nuove ad un D’Annunzio dentro tutto il Novecento tra letteratura, estetica e antropologia e scava nel “nascosto” letterario e umano di Gabriele.

Neria De Giovanni è  Presidente dell’AICL, critica letteraria e saggista ed è tra i massimi esperti di Grazia Deledda. Pierfranco Bruni è scrittore e Vice presidente del Sindacato Libero Scrittore oltre ad essere esponente di spicco dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari ed è tra esperti di Cesare Pavese.

 “Abbiamo voluto ricordare l’opera di D’Annunzio, sottolineano Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, constatando che non sempre la critica ufficiale, accademica ed universitaria, ha dato seguito a percorsi innovativi, a tutto campo, sull’attività letteraria del Vate all’interno dei processi letterari moderni. Il nostro studio cerca nelle pieghe della sterminata opera dannunziana, zone ancora poco esplorate o lette in maniera distorta, ideologicamente preconcetta”.

Su D’Annunzio sia Bruni che la De Giovanni hanno scritto un articolato percorso che va oltre le “vie” ufficiali della lettura dannunziana ed oggi questo loro lavoro diventa centrale all’interno di un processo culturale ricco di stimoli e di buone provocazioni letterarie.

 




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