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MACHIAVELLI E PASCOLI NEL FASCISMO MUSSOLINIANO NEL NUOVO SAGGIO DI PIERFRANCO BRUNI
venerdì 16 maggio 2014

da csrbruni@alice.it




 

 

 

 

Machiavelli al centro del Mussolini del 1924 e Pascoli precursore del Fascismo interventista nel nuovo saggio di Pierfranco Bruni dedicato a Niccolò Machiavelli in un Secolo di mezzo

 

 

Pierfranco Bruni: “Mussolini utilizza con intelligenza politica il pensiero di Machiavelli e attraversa la lezione del Pascoli interventista e precursore del Fascismo rivoluzionario”

 

 

 

Niccolò Machiavelli anticipa ciò che Benito Mussolini propose con il Fascismo Movimento e realizzò nel Fascismo – Stato. Su questa sottolineatura politica e storica si incentra la chiave di lettura che Pierfranco Bruni sottolinea nella nuova edizione del saggio “Il Principe. Il Machiavelli di un secolo di mezzo”, edito dalla Casa editrice Pellegrini. Uno studio speculare tra interpretazione politica e lettura filosofica non solo de “Il Principe”, ma di tutta l’opera di Niccolò Machiavelli, compresi i testi letterari.

“Machiavelli, sostiene Bruni, anticipa tutta quella cultura filosofica che si apre al tradizionalismo partendo dal concetto di Rinascita in una visione conservatrice della filosofia sullo Stato e sulla centralità dell’Uomo nello Stato come Principio Spirituale”.

La vicinanza di Mussolini a Machiavelli è di estremo interesse in un raccordo politico tra Potere, Europa e Mediterraneo. Mussolini legge attentamente Machiavelli e segue la lezione di Machiavelli e la fa sua in molte situazioni.

“Non bisogna assolutamente dimenticare, afferma Pierfranco Bruni,  che nell’aprile del 1924 sulla rivista ‘Gerarchia’ Benito Mussolini pubblica una relazione – saggio dal titolo: ‘Preludio al Principe’. Mussolini vede nel pensiero di Machiavelli il senso dell’italianità. Siamo alle porte del Fascismo regime. C’è da dire che  Dante aveva accompagnato il processo rivoluzionario, riformista e cattolico e conservatore e tradizionalista,  Pascoli (con il discorso de ‘ La Grande Proletaria si è mossa’ del 1911) anticipa il Fascismo Mediterraneo, Gentile (del 1923) trasmette una classicità vichiana ad una ‘struttura’ machiavelliana che si afferma come Ragione e Mussolini trasforma la profondità del pensiero tradizionale in rivoluzione. Lo Stato Regime che individua Mussolini, dopo l’omicidio Matteotti, perde le radici di un Fascismo risorgimentale, mazziniano e socialriformista nella temperie soreliana. In verità Machiavelli, continua Bruni,  incarna il precursore di una Ragione ‘etica’ del Fascismo regime e Mussolini, che conosce molto bene l’incontro tra politica e necessità della ragione, utilizza il ‘canovaccio’ de ‘Il Principe’. Ma già con Pascoli del 1911 si tocca il pensiero mussoliniano del Fascismo mediterraneo”.

Il Mussolini che recupera Machiavelli viene, comunque, messo in evidenza già da Augusto del Noce nel 1969 tanto da fargli dire che il “Preludio a Machiavelli” del Mussolini del 1924 “è tra le pagine che meglio illuminano la sua personalità. Né c’è difficoltà a intendere come potessero combinarsi in lui una straordinaria attitudine di parlare al popolo e di trascinarlo in quanto massa, con l’incapacità di colloquiare cogli uomini in quanto singoli, e di giudicarli”.

Pierfranco Bruni, dunque, segue una linea ben marcata che è quella del Machiavelli proposto da Mussolini nel Fascismo prima Movimento e poi Regime, e definisce come vero precursore del Fascismo il Giovanni Pascoli che attraversa il Futurismo e afferma un vero e proprio manifesto interventista nel suo discorso di Barga. Con “La nuova Proletaria si è mossa”, sostiene Bruni, siamo già nel Fascismo.

 




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