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Pierfranco Bruni al Premio nazionale "Tropea" 2014
lunedì 28 luglio 2014

da csrbruni@alice.it



A Tropea il Premio ha fatto discutere di letteratura e di scrittori con la presenza, tra gli altri, di Pierfranco Bruni che ha parlato di Giuseppe Berto e Alberto Bevilacqua


Serata intensa di incontri in una dialettica tra cultura letteratura. La cultura ha radici antiche. La letteratura resta un viaggio tra le vite.
Da Pierfranco Bruni a Carmine Abate, da Luigi Lombardi Satriani a Vito Teti: una discussione a tutto tondo nel dialogare con Pasqualino Pandullo e Livia Blasi.
Un discutere sulla letteratura: da Giuseppe Berto a Corrado Alvaro, da Alberto Bevilacqua a Saverio Strati.
Un  confrontarsi nelle serate del Premio Letterario Tropea nello scenario del Porto di Tropea tra il vento che porta echi di Capo Vaticano e onde greche diventate latine.
  Lo scrittore al centro di un serrato e ricco confronto tra realismo e mistero.
"È una letteratura mistero che trova ormai spazio nel suo orizzonte universale, ha sottolineato Pierfranco Bruni, parlando di Giuseppe Berto e Alberto Bevilacqua, e si fa chiave di lettura tra Occidente e Oriente. Lo scrittore non vive di realismo e neppure di realismo magico, ha chiosato Bruni, ma di quello spazio dell'anima che troviamo proprio on Giuseppe Berto. Berto è uno scrittore che non ha mai amato il realismo. I suoi romanzi superano la pagina del neorealismo von una profonda metafisica. Così in Bevilacqua dove prevale l'alchimia della parole e dei personaggi. Lo scrittore realista fa cronaca, rappresentazione. C'è bisogno di altro, ha detto Bruni, e gli esempi ci vengono, appunto, da Berto e Bevilacqua tra i quali ci dono venti anni di distanza. Berto, infatti nasce nel 1914 e Bevilacqua nel 1934. Bisognerebbe partire da Berto per rileggere una letteratura oltre la rappresentazione del reale".



 

 




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