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SCUOLA: SECONDO IL M5S PER IL GOVERNO RENZI NON È UNA PRIORITÀ
sabato 30 agosto 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




 

Il deputato pugliese Giuseppe Brescia (M5S), della Commissione Cultura alla Camera, analizza i mancati interventi dell’Esecutivo su un settore ritenuto cruciale per il futuro del Paese

 

Dopo le tante indiscrezioni circolate nell’ultimo mese sul piano scuola, di cui si sarebbe dovuto discutere oggi in Consiglio dei Ministri, Renzi rinvia le misure annunciate dimostrando che per il suo Esecutivo, l’istruzione non è una priorità”. Lo afferma Giuseppe Brescia, il deputato del Movimento 5 stelle in commissione Cultura, Scienza, Istruzione. Il mondo della scuola ha bisogno di misure strutturali e rivoluzionarie. Delle reali riforme che spianino la strada all’innovazione. A partire dagli ambienti scolastici, per finire con la didattica: tutto il modo di pensare e vivere i processi d’apprendimento deve cambiare. La scuola è ferma a 60 anni fa, ma di questo Renzi sembra non essersene accorto. Viene il dubbiocontinua il deputato pugliese M5Sche ignorare i temi riguardanti questo settore faccia comodo a questo Esecutivo che non sarebbe mai in grado di reperire le risorse necessarie. Dall’indagine conoscitiva svolta in VII Commissione alla Camera si evince, infatti, che per dare risposte adeguate al solo problema dell’edilizia scolastica servano circa 30 miliardi di euro”.

 

Ma il deputato barese è molto critico anche sui temi che sarebbero stati trattati dal Consiglio dei Ministri di venerdì 29 agosto. Riguardo alle assunzioni, se queste coinvolgeranno 100.000 soggetti e saranno spalmate in 3-4 anni vorrà dire che ci troveremmo solo di fronte a una fisiologica copertura dei pensionamenti: turn over. Dunque, si tratterebbe di una menzogna. Noi abbiamo proposto in varie occasioni almeno 150.000 assunzioni tra il 2014 e il 2016. Sulle supplenze continua Brescia (M5S) quella che viene prospettata non è la loro eliminazione, ma quella dei supplenti stessi. Si estirpa il problema materialmente. Tra l’altro, tale abolizione graverebbe sulle spalle degli insegnanti già in servizio, non si sa se a titolo gratuito o meno. Il prossimo finanziamento da un miliardo al comparto dovrebbe avvenire, paradossalmente, anche attraverso tagli alla stessa scuola. Quella somma potrebbe essere coperta con 800 milioni di risparmi derivanti dall’eliminazione delle supplenze. Il ministro dell’Economia Padan, poi, ha recentemente parlato di possibili risparmi derivanti anche dal comparto istruzione. In sostanza: ulteriori tagli. Riteniamo il potenziamento del sistema ‘integrato’ pubblico-privato prospettato dal ministro Gianniniprosegue il deputato pugliese 5 Stelle inaccettabile e consideriamo malata l’equazione in base alla quale più scuola privata significherebbe risparmio per lo Stato. Al Paese serve più scuola pubblica statale, non il suo affossamento. Sui Quota 96, ogni ulteriore parola è superflua: sembra che non ci sarà nessuna disposizione per questi docenti, che dovrebbero restare in servizio anche l’anno prossimo. La farsa è compiuta. Sono basitoconclude il deputato Giuseppe Brescia (M5S) dalla superficialità con cui Renzi e il suo governo trattano il mondo della scuola che dovrebbe essere la priorità assoluta e, invece, si vede sempre scavalcato da altre misure, così com’era con i precedenti governi. A farne le spese è il Paese tutto”.

 




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