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Il cielo stanco
giovedì 18 settembre 2014

di Giovanni Parisi



Ora la luna risale nel cielo stanco,
riprende il suo giro all’orizzonte,
forse lontano un fanciullo canta,
io son solo, in casa, mano sulla fronte

Un momento, un volto mai visto,
una melodia lenta, ma lontana,
fisso lo sguardo nel mio Cristo
ora la luna riappare un po’ nana

E’ sera. Il cielo un giardino di stelle
Al brillio della lontana luna,
sale in alto il canto delle raganelle,
attorno silenzio e già imbruna

Che silenzio ! Che pace , questa sera.
Dilaga la terra di faville,
sembra un mosaico di pura cera
lassu’ il brillio delle stelle.

Un cane latra alla catena,
un gatto zompa su una matassa,
da una culla si sente una cantilena,
il suono lontano di una grancassa

Silenzio sovrumano, tutto attorno tace
Il cuore stanco, ora si acquieta
Solitudine amica, tanta pace
Sembra un mondo di bianca seta

Vicino, lontano, nel palmo della mano
Come le favole di antichi templari,
tutto si spegne piano piano,
avanzano dai monti i nostri Lari

Avanzano e stanno nelle nostre case
Giocosi gli spiriti degli antenati
Si arrampicano fino alla cimasa,
vegliano a lungo sui neonati

Che pace intima segreta!
Oh ! malinconia della luna,
silenzio , appare una cometa,
il profilo lontano di una laguna.

La terra si imbianca di colore lunare
Le pietre luccicano alla bianca luna,
un mondo di fiabe, quasi solare,
anche un filo entra nelle cruna

Una madre ricama per il suo bambino,
prepara il corredo dietro la finestra,
col dito in bocca il suo piccino
un gatto sgomitola nella canestra.

Mio Dio ! L’universo infinito.
La terra rinasce col falasco,
oggi è bello questo sito
bevo un bicchiere da un fiasco

Il sole a picco dietro i monti,
la terra di diamante lunare,
scendono torrenti dalle fonti,
il dondolio di una madre a cullare.

Che silenzio ! Che pace questa sera !
Come un castello di lontano passato,
cade dall’albero un marcia pera,
il rumore di un muretto dirupato.

Che pace ! Son solo in campagna,
nel cascinale antico paterno,
lontano da vizi o magagna
sfoglio la natura come un quaderno.

Un coleottero posa su una foglia,
delle formiche vanno in processione
la luna tutta la terra sfoglia,
tra le commessure bianche un lumacone.

Un vanessa si abbraccia ad uno stelo,
un ragnetto sbuca da una buchetto,
tutto sembra un dipinto telo,
un capolavoro fatto dall’architetto.

Un vomero conficcato nella terra
Il profilo lontano di un castello,
bello e tutto rinserra,
appare un asino carico di un suo fardello.

Che silenzio ! Che pace ! Questa sera,
quanta malinconia scende dalla luna !
Formiche rosse divorano una pera
cosi tutta l’aria ora imbruna



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