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Forse ci perdiamo anche per il troppo amore…
C’erano una volta due amanti

mercoledì 12 agosto 2015

di Pierfranco Bruni


Dal Diario di Sarashil: “Ti potrò amare di più o di meno. Di più della notte che è già distante o di meno dell’alba che dovrà ancora toccare i fili del vento. Mi potrai amare di meno o di più. Ogni pensiero sarà un pensare o un fermare gli occhi nel passo del cuore. È qui che ogni misura ha la sua distanza o il suo legame, ma il rischio è un gioco fatale. Occorre viverlo fino in fondo per dare un senso al mistero”.



Garcia aveva letto queste parole. Le aveva trascritte su un suo quaderno di appunti prima che partisse.
Quanti Orienti ci vorranno per penetrare il velo dell’amarsi e sfogliare le pagine di quel vissuto che porta soltanto ricordi.
Si sono amati?
Gli amori non finiscono nel momento in cui si smette di pronunciare il “non ti amo più”.
Finiscono proprio quando ancora ci si ama. Lentamente.
Nel nascondimento di ogni tenda ci sono passioni che diventano ramoscelli.
Garcia diceva: “Dietro un amore finito vivono sguardi consumati già prima”.
E poi non smettevano di fare l’amore in quella stanza sul mare che raccoglieva i capricci delle onde.

Garcia accarezzava il suo seno e Sarashil aveva le dita tra i suoi capelli.
Un gioco infinito.
Si amavano nello splendore dei riflessi di una luce che rendeva la tenda trasparente.
Un filo d’orizzonte accompagnava le loro movenze. Sembrava una danza.
Sarashil danzava sul corpo di Garcia e le loro bocche avevano il sublime dell’estasi.
Ogni gesto era bellezza e la bellezza toccava le labbra in una dolcezza infinita.
Sarashil: “Amami, perché soltanto amandomi potrai possedermi ed io voglio essere posseduta dal tuo amore…”.
Garcia: “Ti amerò fino ad annientarmi, fino a non farti dire amami di meno o amami di più…”.

Forse c’era il vento in quel pomeriggio e sfiorava il volo di un gabbiano che girava in un cerchio sui vetri della finestra…
Forse non c’era il vento ed era il suono del gabbiano che recitava il cantico di un amore..
Garcia: “Ti amerò fino a farti male…”.
Sarashil: “Ti amerò fino al punto di lacerare ogni male e darti la sensualità che ti toglierà il respiro…”.
Cosa fu l’amore tra Sarashil e Garcia?
Certo, si amarono di un amore infedele rendendo la loro storia fedele nello strazio delle assenze.
Furono infiniti…

Sarashil: “Mi vedrai ancora danzare come una zingara a piedi nudi e per te danzerò nel deserto e lungo il gioco delle onde che baciano la sabbia…
Mi vedrai danzare e sarà una danza per te…”.
Garcia: “Ti accoglierò, mia danzatrice, e ti porterò nella capanna per darti tutto l’amore che è anima e corpo e con te farò l’amore accarezzandoti le linee degli occhi e gli scavi dei tuoi cammini dove l’incavo ha l’acqua per le mie labbra…”.
Poi un giorno non si raccontarono più.
Si persero non perché si amarono di meno.
Si persero per il troppo amore.

Forse è così…
Ci perdiamo anche per il troppo amore…
Sarà mai possibile?
C’erano una volta due amanti Sarashil e Garcia e la luna illuminò il loro spazio, mentre il mare custodì i loro racconti…

Sarashil: “Ho attraversato i silenzi per restare nella tua voce…”.
Garcia: “Vivrai nella mia anima e il tuo gabbiano bianco canterà per me…”.






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