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La letteratura come alchimia nel gioco del labirinto

lunedì 7 marzo 2016


a Cosenza mercoledì 9 marzo


Pierfranco Bruni in una conversazione su: “Lo sguardo dello sciamano”.
Un intreccio tra Leopardi e Cristina Campo, tra Mircea Eliade e Cesare Pavese.
Conversazione di Pierfranco Bruni dedicata alla letteratura del labirinto e dei riferimenti sciamani dal titolo: “Lo sguardo dello sciamano”. Punti di riferimento Giacomo Leopardi, Carlo Michelstadter, Cesare Pavese, Sibilla Aleramo, Mircea Eliade, Albert Camus, Carlos Castaneda, Giovanni Papini, Fernando Pessoa, Cristina Campo e Maria Zambrano.

Una relazione articolata in cui Pierfranco Bruni, esperto in Culture delle minoranze etno - linguistiche del MiBACT, pone all’attenzione lo sguardo della letteratura che si riflette nello specchio dell’alchimia. Il tema è affascinante, “Lo sguardo dello sciamano”, e si parlerà dei passaggi segreti di una scrittura nella quale la magia e la grazia si incontrano, il misterioso e il viaggio sono un gioco infinito in cui la parola diventa sguardo e le rivelazioni sono riferimenti di archetipi che proiettano immagini in una scrittura tutto vissuta sul filo simbolico.
Un tracciato in cui la ragione non esiste e la spiritualità è l’antefatto di una cultura antimaterialista. Soltanto la bellezza, sulla linea dostoeskiana, farà da sfondo tra le maschere che opprimono la scrittura e l’apparire e il linguaggio che è l’espressione più vera dell’anima – cuore.
È una tematica che annulla la storia per dare spazio completamente al senso dell’infinito. Si parte appunto dal concetto di infinito che è quello leopardiano ma si vive, nel lavoro di Bruni, un legame con l’indefinibile e il misterioso che incarnano la parola di san Paolo e di Sant’Agostino. Sia Paolo che Agostino sono i primi visitatori di una cultura sciamanica che approda al cristianesimo, ma una cristianità che riesce a dialogare con i ricordi della perdizione vissuti sia da Paolo che Agostino.
“In fondo la letteratura è perdizione, sottolinea Pierfranco Bruni, e soltanto chi crede alla parola come fatto comunicante di una grazia è un toccato dagli occhi e dallo sguarrdo dello sciamano. Lo scrittore al quale faccio riferimento non è né un professore né un accademico né un saccente ma è un graziato dal linguaggio della luna. Lo scrittore ha bisogno, soprattutto oggi di capire gli occhi dello sciamano e proprio per questo non ha bisogno di una cattedra per esprimersi e vivere ma della vita che chiede allo spazio, afferma sempre Bruni, e al tempo di annullare completamente sia la ragione che la storia. Lo scrittore è oltre la storia ed è quindi oltre ogni forma di concettualismo anche filosofico in quanto è dentro le dimensioni oniriche della poesia”. L’incontro, organizzato dal Sindacato Libero Scrittori, si svolgerà mercoledì 9 marzo alle ore 21.00, Terrazzo delle Culture, Cosenza.












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