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SPRAR MARTINA FRANCA TRA GLI ESEMPI DI INCLUSIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO
venerdì 15 luglio 2016

da Dott. Simona Fernandez
Associazione Salam
associazionecooperazionesalam@gmail.com





Si è tenuto ieri 13 luglio a Roma presso la sede ANCI Nazionale la conferenza di presentazione del http://www.delfinierranti.org/public/deassociazione/upload/default.asp"Rapporto Annuale SPRAR 2015". Lo SPRAR è il Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, quello che viene denominato "seconda accoglienza".
A presentare il Rapporto erano presenti tra gli altri Mario Moncone "Capo Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell’Interno" e la Daniela Di Capua "Direttrice del servizio centrale SPRAR" nonché Piero Fassino nelle vesti di presidente ANCI.
In Puglia ci sono un totale di 51 progetti per un totale di 2053 persone accolte.
A Martina Franca lo SPRAR ha 56 ospiti, tra questi un gruppo di 4 richiedenti asilo e rifugiati che hanno valorizzato li percorso dell'Acquedotto pugliese, questa esperienza viene citata nel rapporto nazionale tra le "Storie" che sono riuscite a intrecciare accoglienza e inclusione. qui di seguito il testo pubblicato)

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#SullevenedellaPuglia. Se il turismo responsabile e l’innovazione digitale sono promossi dai migranti.

Con il progetto denominato #SullevenedellaPuglia - Il patrimonio culturale e la sua valorizzazione integrata come opportunità di partecipazione attiva dei migranti”, svolto con il patrocinio della locale Amministrazione Comunale, lo SPRAR di Martina Franca (Ta) ha inteso integrare il sistema di accoglienza avviando un percorso formativo di inclusione sociale e inserimento al lavoro rivolto ad otto migranti beneficiari di protezione internazionale e iniziato nel 2015.
Obiettivo dell’iniziativa quello di valorizzare il territorio rurale locale contribuendo ad accrescerne la conoscenza e ad aumentarne il grado di apprezzamento sui mercati turistici nazionali ed esteri, in quanto, in occasione del centenario della realizzazione dell’Acquedotto Pugliese (la più grande opera di ingegneria idraulica d’Europa), è stata realizzata una narrazione multimediale e multilingue delle principali testimonianze culturali che è possibile incontrare lungo il percorso della Ciclovia dell’Acqua in Valle d’Itria, fruibile su una piattaforma informatica per lo storytelling nei settori cultura, patrimonio e turismo, provvista di un’applicazione disponibile gratuitamente per dispositivi iOS, Android e Windows Phone.
Parte delle vie che ricoprono le poderose condotte d'acqua - le storiche “vene” della Puglia - sono infatti fruibili per passeggiate a piedi e in bicicletta, grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dall'ente Acquedotto Pugliese, come primo stralcio di un più grande sistema di oltre 250 km, individuato nell’ambito di CYRONMED, itinerari per una rete ciclabile del Mediterraneo.
La magia del paesaggio della Valle d’Itria e il fascino dell’archeologia industriale offerta dal secolare impianto acquedottistico italiano sono stati elaborati in 15 audio racconti (dalla storia dell’ingegneria idraulica a quella dell’architettura in pietra a secco, da quella dell’olivo, della vigna e dei prodotti DOC del territorio fino alle masserie didattiche e al centro spirituale ispirato a principi di sincretismo religioso, l'Ashram Bhole Baba), tradotti e registrati dai beneficiari nelle loro rispettive lingue e corredati di materiale video fotografico raccolto durante le attività svolte sul campo. Contenuti e dati relativi agli elementi costituivi dell’identità del territorio, insieme a consigli su come visitare responsabilmente il territorio ed entrare in contatto con la comunità rurale che lo ha ereditato, sono fruibili sulla piattaforma on line izi.TRAVEL
Sono stati gli stessi beneficiari del progetto, coordinati da una guida turistica della Regione Puglia, e formati tanto sulla storia del paesaggio culturale locale quanto sui sistemi di data entry e sulle funzionalità dei CSM (Content Management System) nel web, a raccogliere, elaborare, tradurre e rendere fruibili su di un’applicazione files audio, descrizioni, immagini e video relativi ai protagonisti del racconto: stazioni di sollevamento, ponti canale, contrade, giardini botanici biodinamici, trulli, jazzi, muretti a secco, masserie, coltivazioni, produzioni tipiche, flora e fauna della macchia mediterranea incontrati e decodificati culturalmente sulle storiche “vene” della Puglia. E a promuovere il progetto incontrando e confrontandosi con gli “attori” del territorio, con una campagna di diffusione sui social media e attraverso un video promozionale, L’Acquedotto pugliese in bicicletta, editato anche nelle lingue dei beneficiari, arabo, inglese, francese, russo oltre che in cinese, grazie al coinvolgimento della locale comunità e dei fruitori dei servizi dello Sportello per l’integrazione socio sanitaria e culturale degli immigrati
Le audio guide multimediali sono raggiungibili dai fruitori della Ciclovia attraverso un’altra segnaletica smart, dotata di QR Codes, co progettata con i beneficiari e realizzata dallo Sprar, installata e geo referenziata lungo il tracciato, dal centro visite del GAL Valle d’Itria alla Pineta Ulmo, in provincia di Brindisi.
Il progetto #SullevenedellaPuglia è stato promosso e sostenuto dall’associazione Salam, ente gestore del locale Sprar, di concerto con il Coordinamento dal basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, un comitato che conta ormai oltre 70 tra associazioni e imprese di tre regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata e Puglia) che sostiene la realizzazione di un progetto unitario di ciclovia lungo tutto il suo itinerario narrativo, da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE).
Il 19 dicembre 2015 la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è stata inserita e finanziata nella Legge di Stabilità dal Governo Italiano, che ha stanziato 91 milioni di euro in tre anni per la progettazione e la realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, insieme alla Ciclovia del Sole da Verona a Firenze, a VenTo, la sigla che individua il percorso da Venezia a Torino lungo il Po e al Grab di Roma.



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