HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architettura”
“San Pietro: l’altra Basilica”.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•   “Percorsi educativi per una società interculturale”
•   MAGNA GRECIA AWARDS 2019


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO



•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO


•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
La lettura di Pierfranco Bruni su Pirandello trasforma l'inquietudine in forza per rinascere sempre
giovedì 13 luglio 2017

di Evelyn Zappimbulso






Evelyn Zappimbulso - Pierfranco Bruni


"Sono così impastato di letteratura che non saprei farne a meno". Così Pierfranco Bruni mi cattura nel suo "Luigi Pirandello. Il tragico e la follia" (Nemapress edizioni).
Lo scrittore che narra l'autore ed io che leggo lo scrittore, cogliendone una scrittura che sa di rito, di magia, di solitudine.

Quella solitudine che accomuna entrambi, che ritrovo nei "suoi" autori, sui quali abile vola ed atterra con piacevoli tocchi di penna, tra l'estasi di D'Annunzio, la metafisica di Dante, attraverso i centomila volti di Pirandello.

I nostri autori italiani, nel grandangolo di Bruni acquistano luce nuova, divengono a noi contemporanei, bruciano distanze di luogo e di tempo e le loro angosce, follie e speranze diventano le nostre.

La sua lettura di Pirandello sa trasformare l'inquietudine di vivere in forza per rinascere sempre, ogni giorno, per accettare la vitale follia del quotidiano malessere, fissando il passato che ci portiamo dentro.

Afferma: "Quella poesia che non è verso soltanto bensì cocci di esistenza stesi sulla graticola dell'umano morire, che non è l'umano morire del tempo. È il morire umano delle civiltà che abitano le nostre esistenze".

Pierfranco Bruni, come Pirandello, vive ciò che scrive ed io lo colgo in ogni riga. Lui si ritrova in Pirandello, come io mi specchio tra le sue righe. Un gioco di volti, che si fondono nella magia della scrittura.

Ma il rapimento letterario che più mi inchioda alla sua tragico-folle narrazione lo vivo quando Pierfranco Bruni ne "Il tragico e la follia" osa lasciarsi ispirare dall'arte dolce dell'amore; quando presta la sua sottile penna a due amanti legati da parole, lettere e silenti intese: Luigi e Marta Abba.

Libero interpreta il loro amore, dà forma alle frasi non dette, indossa due maschere, le loro, o forse ne indossa tre e si incammina curioso di sapori ed odori alla ricerca di una meta aulica per ritrovare il fuoco vivo della cultura e l'ebbrezza senza età, tanto folle quanto vera, della passione che brucia tra silenzi e tormento.

 






Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote