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TOTO’, PAVESE E OVIDIO ALLA 44ESIMA EDIZIONE DEL PREMIO SCANNO SABATO 16 SETTEMBRE
venerdì 15 settembre 2017

di Stefania Romito



Tre protagonisti d’eccezione per l’edizione 2017 del PREMIO SCANNO all’insegna dell’approfondimento culturale. A confrontarsi su questi autorevoli personaggi saranno Pierfranco Bruni (Vicepresidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittori) nei seguenti incontri, Giulio Rolando, direttore della rivista “Il Cerchio” e Marilena Cavallo, docente e latinista:

-         alle ore 10:30 di sabato 16 settembre, nell’Auditorium Guido Calogero, Pierfranco Bruni relazionerà all’incontro di Studi dal titolo “E se Pavese avesse conosciuto Totò avrebbe capito? A 50 anni dalla scomparsa di Totò e a 70 anni dai Dialoghi di Pavese”. A coordinare l’incontro sarà Giulio Rolando, Direttore del “Cerchio”. 

 

-         alle ore 11:30, sempre nell’Auditorium Guido Calogero, prenderà vita la Tavola Rotonda “Ovidio. Un Bimillenario nella nostra contemporaneità. Dall’Abruzzo alla Romania”, coordinata da Pierfranco Bruni. Il relatore saranno Marilena Cavallo, docente di Lettere e latinista.

 

Nel primo incontro si parlerà del tema: “E se Pavese avesse conosciuto Totò avrebbe capito?” A 50 anni dalla scomparsa di Totò e a 70 anni dai Dialoghi con Leucò. Il tema ha una chiave di lettura articolata e gioca molto su due riferimenti: l’ironia e il mito. A proporre la discussione su Totò sarà Giulio Rolando, direttore della rivista “Il Cerchio”, mentre ad aprire una discussione su Cesare Pavese sarà lo scrittore Pierfranco Bruni e Vice presidente nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani che tratterà del Pavese antropologico all’interno di un processo in cui il mito diventa l’espressione fondamentale per cercare di interpretare i riferimenti dell’ironia nella classicità.  Farà da scenario il Video dal titolo: “E SE PAVESE AVESSE CONOSCIUTO TOTO’” (https://www.youtube.com/watch?v=USmSyI_3ThI) sullo stesso tema curato sia da Pierfranco Bruni che da Stefania Romito, con voce della stessa Romito.

Una problematica complessa e comparata che si pone, comunque, un interrogativo che è quello del  Pavese tragico e di un Totò in cui l’umorismo diventa ironia. Due personaggi nei quali è possibile riscontrare elementi di contatto proprio nella loro diversità; così la tematica del destino (legata alla morte) diventa un anello di congiunzione tra un Totò che credeva fortemente alla ineluttabilità del destino e un Cesare Pavese che non intravedeva alcuna contraddizione tra “destino” e “libertà”. Analogamente le rispettive visioni sul tema del Mito e dell’Amore ne costituiscono un elemento di confronto e di unione. L’amore vissuto con gioia e tristezza da Totò diventa prospettiva per non cedere alla morte in Pavese, parimenti il senso del Mito, fortemente presente in entrambi, viene interpretato con apparente leggerezza dal principe della risata e vissuto come disperante angoscia in Pavese. Ad unirli è l’ironia che in Totò si trasforma in umorismo mentre in Cesare Pavese in profonda ricerca del senso del tragico.



 

 

Una questione non solo letteraria e cinematografica, ma anche esistenziale. Infatti entrambi, Totò e Pavese, si sono confrontati costantemente con viaggi in cui il tempo come memoria è rimasto centrale. Sia Pavese che Totò nascono come poeti e la poesia li accomuna in una visione sia onirica che tragica. Cercano di trovare una via di uscita nella parola scritta e nella parola recitata. Due anniversari importanti che segnano l’incontro tra poesia, teatro e cinema. Infatti anche Pavese si occupò di cinema scrivendo alcuni soggetti cinematografici tratti dalle sue opere.

Un napoletano e un torinese a confronto, i quali apparentemente sembrano non avere nulla in comune ma scendendo nella profondità dei loro linguaggi ci si rende conto che ogni modello linguistico diventa una eredità espressiva.

 

 

Mentre il secondo incontro riguarderà: “Ovidio. Un Bimillenario nella nostra contemporaneità. Dall’Abruzzo alla Romania”. Coordinato da Pierfranco Bruni,  vedrà relatrice Marilena Cavallo, docente di Lettere e latinista. Si viaggerà intorno alla figura e alle opere di Ovidio iniziando dalle opere amorose, gli Amores, appunto, attraversando le opere di mezzo come la grandiosa opera Le Metamorfosi fino a toccare le sue opere scritte in esilio.

L’incontro di Ovidio cercherà di porre all’attenzione un poeta tra due epoche. Infatti Ovidio nacque a Sulmona nel 43 a . C. e morì in esilio nel 17/18 d. C. visse nell’epoca di Augusto e di Tiberio. La sua opera è stata caratterizzata da fasi esistenziali e letterarie. Le fasi ovidiane, infatti, hanno caratterizzato non soltanto l’opera e la vita di Publio Ovidio Nasone, ma hanno influito sulla letteratura che si è intrecciata tra un modello greco e un modello mediterraneo, latino.

La grecità è stata sempre uno scavo profondo nell’opera di Ovidio, ma anche nella sua vita e nel suo concepire la vita, e dentro questa visione ovidiana la figura di Saffo è stata fondamentale. Bellezza ed eleganza sono l’estetica della parole che si fa stile. La presenza di Ovidio, all’interno dei processi letterari è leggera, silenziosa, articolata attraverso diversi modelli e moduli poetici e letterari, ma è costante e profonda.

Nella relazione di Marilena Cavallo verrà evidenziato un Ovidio che crea, dopo i nuovi lirici latini e dopo la presenza ingombrante di Virgilio, un vero e proprio Rinascimento della parola, nella quale la bellezza dello stile e l’eleganza costituiscono i veri capisaldi di una letteratura nuova e di un linguaggio in cui lo stile, la forma l’immagine costituiscono il passaggio dall’antico al classico. L’esiliato Ovidio resta una voce presente con le sue verità, il suo dolore e il percorso metafisico tra sublime, mito e sogno. Proprio in questo percorso si ascolta l’esilio e la parola. Un Bimillenario ovidiano che parte proprio dall’Abruzzo. Ad apertura verrà proiettato il Video dedicato ad Ovidio, a cura di Anna Montella, dal titolo: “Ovidio. Culta placent” (https://www.youtube.com/watch?v=1UgMEmUwYng) , un Progetto che potrà essere apprezzato anche in un percorso in Cartella.

 



Il Premio Scanno nasce per iniziativa di Riccardo Tanturri de Horatio, professore universitario di Lingua e Letteratura Italiana, scrittore, poeta e giornalista. Inizialmente voluto come riconoscimento letterario, presto moltiplica le sezioni fino ad arrivare ad essere un importante premio multidisciplinare del panorama culturale italiano. La cerimonia di premiazione si terrà in piazza della Codacchiola, nel centro della splendida Scanno, alle ore 16 di sabato 16 settembre 2017. Il “Premio Scanno  annovera nell’albo d’oro della sezione Letteratura nomi del peso di Peter Handke (vincitore 2016), Folco Quilici, Mario Soldati, Mario Vargas Llosa, Banana Yoshimoto, Harold Bloom. Accanto ai grandi nomi della letteratura internazionale, per il secondo anno, il Premio si apre agli esordienti con una sezione dedicata alle opere inedite. La Fondazione Tanturri , guidata da Alessandra Schoenburg Tanturri e da Manfredi Tanturri de Horatio, in collaborazione con l’Università degli studi di Teramo, ha infatti istituito una Sezione Giovani, riservata a tutti coloro che intendono candidare un racconto letterario che possa definirsi Opera prima.

La 44esima edizione del Premio Scanno vedrà un vincitore per ognuna delle dieci sezioni: Diritto, Economia, Ecologia, Musica, Medicina, Antropologia, Letteratura, Alimentazione, Valori, Sociologia, più il Premio Opera Prima.

Un prestigioso  riconoscimento multidisciplinare ma anche importante appuntamento culturale di grande rilevanza per affermare, ancora una volta, l’alto valore della cultura e del Sapere come nobile espressione dell’essere umano.

 

 

 

 







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