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CEFALÙ. SERATA PIRANDELLO CON PIERFRANCO BRUNI. TEATRO COMUNALE
giovedì 16 novembre 2017

COMUNE E MIBACT CELEBRANO PIRANDELLO. SUGGESTIVA INTERPRETAZIONE ROBUSTA DI PIERFRANCO BRUNI CON IL FINALE DE L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA.

"PIRANDELLO è il Novecento tra la teatralità e la metafisica linguistica". SU QUESTO SI È APERTA LA LECTIO DI PIERFRANCO BRUNI IL QUALE HA SOTTOLINEATO: "Non ci sono Forme e neppure Relativismo. La filosofia è l'uomo antropologico che diventa l'uomo religioso che offre la voce al dio sconosciuto. Dal dio impossibile greco al dio sconosciuto di un vissuto della Artodossia cristiana. Pirandello è lo scrittore che supera i saperi per diventare saggezza. A Cefalù la dialettica è di una straordinaria importanza. I LICEI al centro di un dibattito forte con un pubblico interessato e attento... interessante".

Gramsci e Pirandello. Il marxismo capì Pirandello? PierfrancoBruni ha affermato: "Il marxismo capì benissimo la filosofia della letteratura di Pirandello tanto che cercò di attraversare le forme. Non ci riuscì. Gramsci fu un attento lettore di Pirandello e cercò di separare il pensiero dal teatro. Ma Pirandello resta inscindibile. Contraddittorio e coerente usò lo specchio per non farsi imprigionare dalla maschera. Il pensiero è lo specchio. Lesse con attenzione gli scritti di Gramsci. Gramsci non era un relativista. Il teatro è pensiero. Gramsci nei suoi scritti sul teatro aveva capito il pensiero pensante pirandelliano. Aveva posto dentro la letteratura popolare l'umorismo per sviare il tragico. Ma il teatro è sempre pensiero. L'ideologia è una maschera. Consapevole di ciò Pirandello seppe separare Gramsci e Gentile e pur partendo da un dato filosofico fece in modo di dare un senso alla centralità dell'uomo e si inventò il personaggio scavando nella metafisica del personaggio e trasformandolo il diventare con l'essere. Infatti per Pirandello si è!" (da un inciso della Lectio di Pierfranco Bruni).














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