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Albania e Italia nel nome di Pirandello.
lunedì 11 dicembre 2017

A VALONA GRANDE SUCCESSO PER LA RAPPRESENTAZIONE DE “LA GIARA” IN LINGUA ALBANESE CON PIERFRANCO BRUNI OSPITE D'ONORE. LA CULTURA ITALIANA A VALONA





 

 

 

Albania e Italia nel nome di Pirandello.

A VALONA GRANDE SUCCESSO PER LA RAPPRESENTAZIONE DE “LA GIARA” IN LINGUA ALBANESE CON PIERFRANCO BRUNI OSPITE D'ONORE. LA CULTURA ITALIANA A VALONA

 

 



Pierfranco Bruni con il Console Generale d’Italia a Valona

 



Grande omaggio alla lingua e alla cultura italiana a Valona. Grazie alla interpretazione di Pirandello. Pubblico delle grandi occasioni a Valona per la rappresentazione de “La giara” di Luigi Pirandello in lingua albanese. Una prima nazionale organizzata dal CONSOLATO GENERALE D’ITALIA a Valona.

Un appuntamento eccezionale che punta alla promozione della cultura italiana. Proprio per tale motivo il Console Generale ha avuto l’onore di avere come ospite uno dei maggiori studiosi internazionali su Pirandello, ovvero Pierfranco Bruni che aveva già svolto una Lectio ai docenti nella sede del Consolato nel mese di Ottobre scorso.


Il Pirandello rappresentato traccia questo percorso che lega Italia e Albania nella sua tradizione.
“Di ritorno, verso sera, trovò tutti i contadini in festa attorno alla giara abitata. Partecipava alla festa anche il cane di guardia, saltando e abbajando. Zi’ Dima s’era calmato, non solo, ma aveva preso gusto anche lui alla sua bizzarra avventura e ne rideva con la gajezza mala dei tristi.

Lo Zirafa scostò tutti e si sporse a guardare dentro la giara.

– Ah! Ci stai bene?





– Benone. Al fresco – rispose quello. – Meglio che a casa mia.

– Piacere. Intanto ti avverto che questa giara mi costò quattr’onze nuova. Quanto credi che possa costare adesso?

– Come me qua dentro? – domandò Zi’ Dima.

I villani risero.

– Silenzio! – gridò lo Zirafa. – Delle due l’una: o il tuo mastice serve a qualche cosa, o non serve a nulla: se non serve a nulla tu sei un imbroglione; se serve a qualche cosa, la giara, così com’è, deve avere il suo prezzo. Che prezzo? Stimala tu.

Zi’ Dima rimase un pezzo a riflettere, poi disse:

– Rispondo. Se lei me l’avesse fatta conciare col mastice solo, com’io volevo, io, prima di tutto, non mi troverei qua dentro, e la giara avrebbe su per giù lo stesso prezzo di prima. Così conciata con questi puntacci, che ho dovuto darle per forza di qua dentro, che prezzo potrà avere? Un terzo di quanto valeva, sì e no.

– Un terzo? – domandò lo Zirafa. – Un’onza e trentatré?

– Meno sì, più no. – Ebbene, – disse Don Lollò. – Passi la tua parola, e dammi un’onza e trentatré.

– Che? – fece Zi’ Dima, come se non avesse inteso.

– Rompo la giara per farti uscire, – rispose Don Lollò – e tu, dice l’avvocato, me la paghi per quanto l’hai stimata: un’onza e trentatré.

– Io pagare? – sghignazzò Zi’ Dima. – Vossignoria scherza! Qua dentro ci faccio i vermi. E, tratta di tasca con qualche stento la pipetta intartarita, l’accese e si mise a fumare, cacciando il fumo per il collo della giara.

Don Lollò ci restò brutto. Quest’altro caso, che Zi’ Dima ora non volesse più uscire dalla giara, nè lui nè l’avvocato l’avevano previsto. E come si risolveva adesso? Fu lì lì per ordinare di nuovo: «La mula», ma pensò che era già sera.

– Ah, sì – disse. – Tu vuoi domiciliare nella mia giara? Testimonii tutti qua! Non vuole uscirne lui, per non pagarla; io sono pronto a romperla! Intanto, poiché vuole stare lì, domani io lo cito per alloggio abusivo e perché mi impedisce l’uso della giara.

Zi’ Dima cacciò prima fuori un’altra boccata di fumo, poi rispose placido:

– Nossignore. Non voglio impedirle niente, io. Sto forse qua per piacere? Mi faccia uscire, e me ne vado volentieri. Pagare… neanche per ischerzo, vossignoria!

Don Lollò, in un impeto di rabbia, alzò un piede per avventare un calcio alla giara; ma si trattenne; la abbrancò invece con ambo le mani e la scrollò tutta, fremendo.

– Vede che mastice? – gli disse Zi’ Dima.

– Pezzo da galera! – ruggì allora lo Zirafa. – Chi l’ha fatto il male, io o tu? E devo pagarlo io? Muori di fame là dentro! Vediamo chi la vince!”



Una progettazione di grande respiro che punta sempre più a valorizzare la lingua e la cultura italiana a Valona e in Albania. Proprio Valona sta sviluppando una bella attività che pone al centro il modello italiano. Pirandello è stato magnificato nelle celebrazioni a 150 dalla nascita.

Il CONSOLATO GENERALE D’ITALIA a Valona è un punto di forza per la identità italiana. L’importanza DEL CONSOLATO GENERALE ITALIANO a Valona è un sicuro riferimento.

Serata riuscitissima con la presenza del Console Generale, il Rettore dell’Università, Lucia Cucciarelli Ambasciata Italiana a Tirana e ospite Pierfranco Bruni il cui ultimo lavoro su Pirandello di questi giorni è “Personaggio si nasce” (Ferrari Editore).

Grande interpretazione degli attori, tutti studenti albanesi, e magistrale regia e sceneggiatura. Un’occasione che premia il Consolato e la scuola di Valona.



Bruni con parte degli attori.




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