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Gli appuntamenti al TaTÀ
venerdì 4 marzo 2016

Domenica 6 marzo - "Uno, due, tre…" di Pietro Fenati
Sabato 5 marzo - "BlueBird Bukowski" di Riccardo Spagnulo


da www.teatrocrest.it






 

domenica 6 marzo, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto

Uno, due, tre…

un omaggio senza parole all'universo dei colori, quasi un affresco a tre dimensioni

 

Senza parole. Per la rassegna “favole&TAmburi”, domenica 6 marzo 2016, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena “Uno, due, tre…” di Pietro Fenati, con Pietro Fenati ed Elvira Mascanzoni, audio e luci Alessandro Bonoli, produzione Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro. Biglietto unico 6 euro. Info: 099.4707948.

«In principio, in mezzo al nero c’è il bianco: Poi viene il rosso e a seguire il blu. Infine, appare il giallo. Questa è una semplice storia di colori che pare ricavata da un quadro di Piet Mondrian. Sì, è vero, ma c’è dell’altro. Intanto il nostro non è proprio un quadro… forse lo possiamo definire un affresco a tre dimensioni raccontato da due attori di poche, anzi pochissime parole. Senza parlare loro raccontano il cielo e il mare, le cose della vita e la meraviglia di sorprendersi per il volo di un uccello, per un pesce che guizza, per una palla che rotola. E dire che tutto comincia con un tizio che sbuccia una mela e alla fine si accorge che la luna è una lampadina…», dalla scheda di presentazione della Compagnia.

Un delizioso omaggio senza parole all’universo dei colori dove il rosso, il blu e il giallo si intersecano tra bianco e nero, formando nella sua estrema semplicità una specie di concerto di colori e suoni di grande raffinatezza. Senza parlare, il racconto di cielo e mare, l’incontro di due esseri che si conoscono e che si amano, connaturati con la costante meraviglia di trovarsi davanti al volo di un uccello, a un pesce che guizza, a una palla che rotola. Due attori, di volta in volta creano mondi diversi a misura di bambino, utilizzando semplicissimi oggetti, palline, lievi fondali proponendo con le ombre suggestioni, ogni volta diverse, nella loro impercettibile potenza.

 

Gruppo storico di teatro per ragazzi, Drammatico Vegetale nasce nel 1974. Da sempre fedele al concetto di “teatro di figura”, la compagnia ravennate mette in campo una ricerca costante nell’ambito del visivo, cui si affianca uno studio approfondito del suono e della musica. I suoi spettacoli contengono frequentemente scritture musicali originali, esecuzioni dal vivo, anche in forma di concerto e con orchestra. Ha prodotto oltre 50 spettacoli, realizzato varie installazioni e percorsi interattivi. Nel settembre 2009, la Compagnia ha ricevuto la Sirena d'oro alla 34ma edizione del Festival internazionale di teatro di figura "Arrivano dal mare”.




Uno, due, tre... [ph Daniele Iodice]

Uno, due, tre... [ph Marco Caselli Nirmal]

 


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sabato 5 marzo, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto

BlueBird Bukowski

un’idea di viaggio frutto di un incontro tra generazioni lontane, Fibre Parallele e Vito Signorile

Una straziante voglia di vita. Per la stagione di “Periferie”, sabato 5 marzo 2016, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena “BlueBird Bukowski” di Riccardo Spagnulo, regia Licia Lanera, con Vito Signorile e Mary Dipace, luci Vincent Longuemare, realizzazione scene Michele Iannone, produzione Teatri di Bari. A seguire incontro con la Compagnia. Biglietto intero 15 euro, ridotto (under 30 e over 65) 10 euro. Info: 099.4707948.

Frutto di un incontro tra generazioni lontane, da un lato le giovani e sperimentatrici anime di Fibre Parallele - Licia Lanera e Riccardo Spagnulo - dall’altro l’esperienza matura di Vito Signorile, “BlueBird Bukowski” parte da un’idea di ‘900 del quale non ci si è ancora davvero liberati. “C’è un’anima blues e jazz che ancora persiste, che chiama all’idea di viaggio, all’idea di sogno. C’è ancora un odore di cantina e di vino e di poesia nei sogni di un’intera generazione, desiderio e nostalgia di perdersi in una straziante voglia di vita. E Vito Signorile, attore, regista e uomo di ordinaria follia, che in oltre quaranta anni di palcoscenico ha attraversato classici del teatro, drammaturgia contemporanea, teatro popolare, poesia e musica, vi si immerge con giovanile entusiasmo. Ancora in viaggio”.

Bukowski è morto? Sembra di sì, se andiamo a controllare la sua biografia: il vecchio Buk ci ha lasciato nel 1994. Eppure le librerie sono piene dei suoi romanzi e delle raccolte poetiche che vendono molto bene. Ogni anno spunta qualche manoscritto non ancora pubblicato, ma soprattutto, nella memoria dei suoi lettori e nell’immaginario collettivo, permane la figura dell’anti-intellettuale così attaccato alla vita, da preferire corse di cavalli e donne ai salotti letterari. Bukowski, in un colpo solo, ha mandato a quel paese il sogno americano e ha rivelato in modo sarcastico e disincantato tutta l’ordinaria follia del mondo occidentale. Ci siamo chiesti, se tornasse indietro, se si risvegliasse all'interno di una squallida camera di obitorio, cosa farebbe. La risposta è: esattamente quello che ha fatto per tutta una vita: bere, scommettere, fare l’amore e soprattutto scrivere, scrivere e ancora scrivere. In scena, questo fantasma, che ci ricorda che la vita deve essere vissuta fino in fondo (altrimenti vita non è), ridiventa corpo per tentare rocambolescamente una nuova avventura che ruota attorno all’ennesima donna da conquistare (una guardiana-infermiera), ad un’altra scommessa da vincere, all’ultima esperienza da vivere e raccontare.

Bukowski, che ha vissuto da emarginato nei sobborghi delle grandi città per trent’anni prima di venire scoperto come autore, conquista il centro del palcoscenico per mostrare a tutto il pubblico che le apparenze non contano: quello che conta è l’azzardo di ciascuno di noi, quello che siamo disposti a perdere.




BlueBird Bukowski [ph Egidio Magnani]

BlueBird Bukowski [ph Rosaria Pastoressa]




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