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10 marzo
Celebriamo Pirandello

venerdì 4 marzo 2016

LE SCUOLE NELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI COSENZA PER DISCUTERE DI PIRANDELLO CON PIERFRANCO BRUNI





“Il classico e la parola



 

 

 

CELEBRIAMO PIRANDELLO

LE SCUOLE NELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI COSENZA PER DISCUTERE DI PIRANDELLO CON PIERFRANCO BRUNI

Il Ministero dei beni culturali e la Biblioteca Nazionale di Cosenza in un convegno nazionale su Pirandello con una Lectio Magistralis di Pierfranco Bruni e una Mostra documentaria - bibliografica

Il prossimo Giovedì 10 marzo ore 11.30 -

 

 

 

Le scuole in biblioteca. Importante esperienza a Cosenza nella sede della Biblioteca Nazionale.Gli Istituti scolastici di Cosenza e la Biblioteca Nazionale (del Mibact) diretta da Elvira Graziani celebrano gli 80 dalla morte di Luigi Pirandello con un Convegno nazionale affidato alla Lectio magistralis di Pierfranco Bruni e a una Mostra Bibliografica. L’evento si svolgerà nel Salone della Biblioteca il prossimo giovedì 10 marzo alle ore 11-30. I lavori saranno aperti dalla Direttrice della Biblioteca Elvira Graziani. Pirandello. Nostro contemporaneo. Il classico e la parola. La lingua nella poesia e nei processi storici. Sarà il tema conduttore della relazione di Pierfranco Bruni nell’incontro fissato nella Sala Giacomantonio.

Pierfranco Bruni, Responsabile del Progetto Etnie – Letteratura del Mibact, ha dedicato a Pirandello diversi  scritti e in particolare un saggio sulla sua poesia risalente al 1986, che verrà, per l’occasione, ripubblicato con gli opportuni aggiornamenti, riferito alla Parola e alla Maschera attraverso il linguaggio etnico della sua Girgenti.

Pierfranco Bruni su Pirandello chiosa: “Se il Novecento poetico si apre con D’Annunzio (valgono in questa tesi le presenze del ritmo del verso e le assonanze forti di Pascoli che è un traghettatore di musicalità della parola) c’è da dire che la poesia di Pirandello, nel suo incastro mediterraneo, è un vissuto da anticamera, ma un vissuto consistente, di un Novecento annunciato e che si va perfezionando nella modernità degli stili che sono dati dall’estetica della parola”.

Iniziano così le attività per ricordare e celebrare Pirandello nella complessità delle sue Opere. Pierfranco Bruni porrà l’attenzione su un Pirandello che si confronta con Ionesco, Mishima, Camus ma anche con un linguaggio che ha eredità arabe. Un originale percorso che si inquadra proprio negli studi che Bruni porta avanti per conto del Mibact sulle lingue e le etnie come modelli letterari e antropologici.

“Pirandello, sottolinea Pierfranco Bruni, costituisce, per il Novecento, l’autore che maggiormente ha saputo interpretare, attraverso le sue opere, il raccordo tra l’uomo e la follia in una visione in cui come punto di riferimento resta l’inquietudine. Quell’inquietudine che è stata ed è la chiave di lettura di quel che, successivamente, verrà chiamato il “male di vivere”. Proprio in questo male di vivere il linguaggio assume una valenza antropologica importante e suggestiva”. Bruni aggiunge ancora riferendosi al tema del Mediterraneo in Pirandello: “Se Pirandello scava nella coscienza araba, e vi immette i germi del concetto di commedia e tragedia, è anche vero che l’immagine e l’immaginario, la fantasia e il sogno sono gli incavi delle mille e una notte che restano nelle pieghe del destino delle avventure e dei personaggi stessi costruiti e raccontati dal luogo dell’essere che abitano lo scrittore. Un luogo che ci materializza nella lingua delle etnie del Mediterraneo. Una lingua che si fa poesia in un viaggio di etnie mediterranee sommerse”.

Infatti è la lingua della poesia che scava nei testi di “Mal giocondo” di Pirandello. L’iniziativa è programmata dalla Biblioteca Nazionale di Cosenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e il turismo – Dipartimenti Biblioteche, editorie e istituti culturali e la collaborazione. Bruni spazierà, infatti, su un contesto pirandelliano che è quello di una cultura mediterranea che si intreccia con i processi etno – antropologici che richiamano modelli sia linguistici derivanti dal Mediterraneo sia la visione della teatralità come centralità del racconto in un Novecento delle identità.







 




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