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venerdì 19 aprile 2013
Lettera aperta al Sindaco di Taranto

da osservatoriolegnc@libero.it





Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA)  osservatoriolegnc@libero.it

 

LETTERA APERTA AL SINDACO DI TARANTO "COME PUÒ' IL MERCATO DI PIAZZA SICILIA SCONFINARE NELLA SCUOLA ALFIERI"?

 

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Caro dott. Stefano (consenta che mi  rivolga con l’appellativo che le spetta di diritto ed al quale ha sempre reso onore), vox populi diffonde un’ inquietante notizia che, se veritiera, andrà ancor più ad incidere sulla vivibilità di questa martoriata città. Pare si voglia ingrandire quella sorta di souk denominato “mercato di P. Sicilia” o, più giustamente, “mercato di via Lucania”, “invadendo” il giardino del plesso scolastico “Alfieri” con le bancarelle di generi vari attualmente ubicate all’esterno del capannone mercatale.

In pratica, si dovrebbe abbattere il muro divisorio ed entrare  nel recinto destinato alla scuola, costretta a subire l’oltraggio ad oggi vissuto dagli abitanti delle strade usate come mercato all’aperto, oltre alla violazione del diritto allo studio e ad un ambiente protetto per gli alunni.     Facile immaginare come la mattinata sarà scandita dalle urla degli ambulanti, dal via vai di acquirenti, dal carico e scarico merci, “conditi” dai lezzi che si leveranno senza sosta.

C’è da chiedersi, se le voci risultassero vere,  con quale criterio si operino certe scelte che sembrano veri e propri insulti, scelte che, tra l’altro, avrebbero un costo.

Non sarebbe più serio, più dignitoso, più razionale trasferire gli ambulanti nell’area ex-Camuzzi, dove si potrebbe allestire un mercato in linea con tutti i requisiti previsti?

Qualche centinaio di metri ed una struttura idonea, nessuna penalizzazione per gli operatori, anzi… Cosa si oppone a siffatta soluzione? Le resistenze degli operatori timorosi di una riduzione del flusso di utenti?

La proverbiale pigrizia che spinge, sempre e comunque, ad ostacolare le innovazioni?

Rammentiamo, tutti, le polemiche precedenti e successive all’istituzione dell’isola pedonale, ora assolutamente intoccabile; rammentiamo la diatriba per la costruzione dei Giardini Virgilio, e così via. In pratica? In pratica le polemiche ci sono sempre e comunque, ma durano poco, molto poco, per cui l’amministrazione comunale dovrebbe intervenire per rimuovere e sanare una situazione di degrado mortificante, intervenire con risolutezza come è stato per Piazza Marconi, per Piazza Icco, per il  Mercato Coperto.

O, forse, gli amministratori temono di perdere consensi, di non vedersi rinnovare il mandato?

Speriamo la notizia dell'ampliamento sia inconsistente, ma, se così non fosse, caro dott. Stefano cominci ad abbandonare l’idea di candidare Taranto a Capitale europea della cultura per il 2019, perché a eventuali turisti  si dovrebbero “imporre” itinerari tassativi ( tristi ricordi di regimi dittatoriali). 

Tra l’altro l’idea della candidatura di Taranto appare utopistica, suscita non poche perplessità. Valga per tutte la dichiarazione del Consigliere regionale PdL, Arnaldo Sala.

 

“A Palazzo di Città è andata in scena una delle tante farse politiche, infarcite di promesse demagogiche, a cui ci ha abituato il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, solo che, non contento del ‘palcoscenico locale’, ha pensato bene di arrivare a livello europeo, con uno special guest: il Sindaco di Bari Michele Emiliano.

Il primo cittadino di Bari, città le cui influenze da sempre fortemente penalizzano Taranto, ha avuto una bella pensata: candidare Taranto a Capitale europea della Cultura per il 2019, in concorrenza con città come Venezia, Bergamo, Matera, Trieste, Ravenna … .

La pensata di Michele Emiliano – Sindaco di Bari e candidato in pectore alla Presidenza della Regione Puglia nella fase post Vendola – è astuta: nessuna città pugliese ha le carte in regola per diventare Capitale europea della Cultura, allora che fa: propone Taranto!

Da anni l’amministrazione comunale di Taranto si caratterizza per l’incapacità di affrontare problemi, importanti e non: il disastro delle municipalizzate, la drammatica vertenza ambientale affrontata da Stefàno mandando letterine a Bari e Roma, voragini che si aprono nei mercati rionali inghiottendo furgoni.

Soprattutto, da quando Ippazio Stefàno guida la città è latitante la ‘Politica’ con la “P” maiuscola, quella che dovrebbe disegnare una strategia per il futuro della nostra città: penso all’assetto urbanistico del Territorio, e si tira a campare senza un progetto politico con un ridicolo valzer di assessori, alcuni persino a tempo determinato … .

Difficile credere che questa macchina politico-amministrativa riesca in pochi mesi, con l’estate di mezzo, ad elaborare un progetto credibile per la candidatura di Taranto a Capitale Europea della Cultura: lo farà il nuovo Assessore comunale alla cultura con contratto semestrale?

E dove si dovrebbe tenere la solenne cerimonia a livello europeo?

Taranto non ha una location organizzata in grado di ospitare un evento di così grande portata, probabilmente qualcuno immagina e spera che sino ad allora il Palazzo degli Uffici possa essere completato; Taranto non ha una rete organizzata in grado di supportare credibilmente quella ‘offerta culturale’ che pure il nostro Territorio possiede e che non riesce a prendere compiutamente corpo attesa la incapacità politica della classe dirigente.

Eppure una folla plaudiva a Palazzo di Città alla nuova farsa politica organizzata da Ippazio Stefàno per presentare questa bella pensata.

Invece di ringraziare Michele Emiliano per averci candidato al ‘nulla’, Ippazio Stefàno avrebbe dovuto chiedergli come mai il Comune di Bari sta appoggiando il raddoppio dell’interporto di Bari dove dovrebbero essere manipolate le merci dei contenitori che giungono nel porto di Taranto, dovrebbe chiedergli se lui è d’accordo che a Bari-Palese si realizzi anche un grande aeroporto merci – ruolo che dovrebbe rivestire in ambito regionale quello di Grottaglie – ovvero è uno dei fautori dello scippo politico-economico che a Bari stanno perpetrando a danno della nostra economia.

Quando questo accadrà, Ippazio Stefàno prenderà carta e penna e scriverà una bella letterina al Governo Nazionale di turno; Michele Emiliano, invece, chiederà anche ai tarantini di essere eletto Governatore di Puglia”.

Magari la dichiarazione di Sala ha un sapore di parte, ma, fuori dubbio, contiene molte verità, alle quali c’è da aggiungere l’amara vicenda Ilva. Amara, sindaco, non già per la stupidità, come sottolineato da alcuni colleghi della stampa, del mancato conseguimento del quorum, ininfluente in un referendum consultivo, bensì per l’atteggiamento di certi giornali e di qualche televisione, troppo impegnati a nutrirsi alla mangiatoia dell’Ilva per fare corretta informazione; per l’atteggiamento di consiglieri ed assessori tarantini strenui difensori della grande industria, ma, soprattutto, per il  suo atteggiamento.

Sa, quel “"Lungi dall'intervenire nelle vicende che riguardavano le emissioni tossiche del siderurgico con la fermezza e incisività che le esigenze di tutela della salute pubblica imponevano, il sindaco di Taranto appariva incline ad assumere posizioni ed iniziative piuttosto accondiscendenti e solidali nei confronti dell'Ilva". Il GIP Patrizia Todisco (fonte Gazz. Mezzogiorno 15/4/2013) pesa come un macigno, fa sentire i tarantini abbandonati, senza voce e senza speranze,  fa mettere in discussione ideali e fiducia.

 Sindaco, ha davvero bisogno, oggi, di dare segnali forti, di dimostrare che il bene della collettività da lei rappresentata  è prioritario rispetto al bene del singolo e della singola categoria. 

E’ un consiglio ed una speranza, anche dei tanti abitanti “umiliati” da un mercato fatiscente come il su menzionato.

 

Taranto lì, 18.04.13                                                                          Emma Bellucci Conenna





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