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Intervento in aula parlamentare di Diego De Lorenzis sull'Ilva
martedì 4 giugno 2013

il video con l'intervento

da amicidibeppegrillotaranto@gmail.com







Cittadini della provincia di Taranto, cittadini italiani, Presidente, ministri, colleghi,

Molti o forse tutti gli interventi in quest'aula, adducendo cifre e numeri, vorranno convincerci dell'assoluta necessità che lo stabilimento Ilva continui la produzione, AD OGNI COSTO.  E se qualcuno pensa di quantificarlo in termini economici, sappia che ci sono valori che non sono monetizzabili: in primisi, la vita e la salute.

A pochi mesi dall'entrata in vigore del decreto “Ammazza Taranto”, le vicenda legate al siderurgico ritornano urgentemente in quest'aula. Eppure a rileggere la pagina dedicata nel DEF del Governo Monti, si è indotti a credere che la vicenda si stava risolvendo per il meglio.

Non è così: prendete atto che la vostra politica, ancora una volta, ha fallito!

Il caso "Ilva" non è un problema di carenza di commesse, di crisi del settore. Nel 2011, il gruppo RIVA ha fatturato 10 Miliardi.

Non è neanche un problema di proprietà, di gestione o della forma di commissariamento.

Oggi si parla di Ilva perché la perizia epidemiologica nell'indagine della procura, MAI smentita dall'azienda, parla chiaramente di “Eventi di malattia e Morte”!  Molte centinaia di ricoveri all'anno, soprattutto in età pediatrica, e 30 decessi all'anno. Direttamente riconducibili all'ILVA. Si parla di Ilva perché a Taranto i bambini hanno il sangue pesante, con il piombo. Si DEVE parlare di Ilva perché  il latte materno a Taranto è contaminato da diossina.

Per questo il GIP Todisco, a luglio 2012, emanava il decreto di sequestro,  dell'area a caldo dell'Ilva, intimando di bloccare, non l'attività lavorativa,  bensì le cause degli eventi di malattia e morte!

 "La ricchezza non è una colpa o una vergogna", parole di chi ha proposto e approvato il decreto "Ammazza Taranto", insieme a tutti i partiti presenti in quest'aula. Il governo e questi partiti, consentendo la prosecuzione dell’attività inquinante, hanno assunto la responsabilità di procurare danni alla vita e alla salute di persone, di cui “ignorano soltanto il volto”, in VIOLAZIONE DELLA CONVENZIONE EUROPEA DELLA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL’UOMO.

Ma non è l'unica ragione per cui questo è un caso europeo. In Europa vige il principio che “chi inquina paga”: ma forse Taranto non è in Europa... Le prescrizioni contenute nell'AIA, ad oggi, sono disattese e ancora non sono state irrogate le sanzioni previste!  Cosa succede ad un esercizio commerciale che non abbia una licenza? Rispondano gli italiani ai signori ministri...

Se le prescrizioni non sono rispettate, e non lo sono, questo significa che le cause che portano allo stato di “malattia e morte” non sono rimosse!

In ogni caso chi crede che l'applicazione dell'AIA risolverà i problemi di salute, si illude: in un'analisi sul primo “rapporto sulla valutazione del danno sanitario”, redatto dall’ARPA Puglia, si apprende che i rischi verrebbero dimezzati, non eliminati! Inoltre, il rapporto esamina

-                    i rischi tumorali legati alla sola inalazione (non a quelli per ingestione di alimenti)

-                    i rischi in soggetti adulti, non nei bambini!

Si dimezzeranno i condannati a morte dal profitto privato.

Le istituzioni devono garantire una scelta, devono impegnarsi a fornire un'alternativa, perchè dopo averle distrutte TUTTE, VOLONTARIAMENTE, PER DECENNI, con il falso mito del benessere portato dai posti di lavoro dell'industria pesante, DEVONO spezzare le catene del ricatto che chiede se morire di fame o morire per tumore, o per entrambi. Come scegliere tra la sedia elettrica e la camera a gas.

 

Non è una colpa fare profitto a discapito della vita delle persone? Non è una vergogna  avere uno stabilimento incompatibile con la salute umana a 500 metri dalle scuole? È possibile uccidere la vocazione di un territorio, il futuro di una città, la speranza di centinaia di migliaia di italiani?

Quale società è quella in cui non si possono tumulare i propri morti per la contaminazione del terreno? Quale civiltà è quella in cui ai bambini è vietato giocare in un cortile all'aria aperta?

Quante morti si possono ignorare per il profitto di pochi? Si può uccidere a norma di legge cittadini inermi? La competitività di una azienda può essere costruita sulla demolizione dei diritti di cittadini e lavoratori?

Il caso Ilva è questo, e non potrà trovare soluzione senza rispondere a queste domande.

 

Sorvoliamo per questioni di tempo, sull'operazione “Ambiente svenduto”, sulle minacciate crisi occupazionali con cifre non confermate solo per spaventare l'opinione pubblica. E ancora sui lavoratori dei quali il mondo politico e SINDACALE non parlano MAI, quelli delle attività danneggiate dall'inquinamento: la mitilicoltura, l'allevamento e l'agricoltura. Perché non si ricordano MAI le alternative possibili, anche quelle costruite su turismo, arte e storia ?

 

La verità è che i cittadini sono stanchi delle VOSTRE decisioni prese a porte chiuse, di subire le azioni di una classe politica che, quando anche non collusa, si è sicuramente dimostrata incapace di saper gestire il bene comune e di non garantire diritti fondamentali, non solo a Taranto che oggi è emblema di tutto questo.

 

Nessuno tra le autoritá si è recato a Taranto! Avete indetto incontri addirittura nei CINEPORTI, ma sempre senza coinvolgere i cittadini.

Non crederete ancora che i problemi si possano risolvere calando risposte dall'alto o davanti ad una telecamera?

Noi vorremmo che qualunque percorso cominci oggi sia, non solo PER i cittadini, ma INSIEME ai cittadini nel rispetto di TUTTI i diritti a cominciare dal DIRITTO AL LAVORO IN UN AMBIENTE SANO! Ci sono scenari possibili solo quando c'è la volontà di attuarli, non per decreto ma per il bene di tutti.

Nella cosiddetta strategia industriale per la filiera produttiva dell'acciaio” che il governo deve presentare in 30 giorni, allora si preveda una riqualificazione produttiva di aree di “crisi industriale complessa”, si preveda una riqualificazione del territorio, si preveda lo spegnimento immediato della parte più inquinante, l'area a caldo, esattamente come avvenuto a Genova, garantendo il reddito ai lavoratori!

Il governo ha il dovere, anche e soprattutto morale, di valutare altri scenari con i cittadini perchè

L'ACCIAIO DI TUTTO IL MONDO NON VALE LA VITA DI UN SINGOLO BAMBINO.

 





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