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La comunicazione, l'emotività popolare e il sonno della ragione
martedì 3 settembre 2013

da Comitato per Taranto

 
 

Alla C.a. Prof. Giorgio Assennato,
ci permettiamo di sottoporle l'estratto di un post pubblicato sul nostro blog.

Cordiali saluti
Comitato per Taranto
e-mail: comitatopertaranto@yahoo.it
http://comitatopertaranto.blogspot.com/
http://www.tarantosociale.org/

Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata,
Margaret Mead

La comunicazione, l'emotività popolare e il sonno della ragione

 Tutto come da copione.
Partono le smentite al comunicato di Peacelink.
E, per l'ennesima volta, vaglielo a spiegare ad Assennato, che da anni non riesce proprio a parlare la lingua della gente, che la comunicazione è alla base dell'emotività popolare.
Eppure basterebbe che ricordasse l'effetto di un milione di posti di lavoro semplicemente promessi nella storia politica dell'ultimo ventennio italiano...
In ogni caso l'ARPA sottovaluta e minimizza sempre quelle iniziative che bolla come "agit-prop" (lo fece per il formaggio alla diossina, per il latte materno, per il sangue, per le cozze, e per gli allarmi di pediatri e altri medici...). Ogni volta,  da buon organo di stato, anzi di regione, getta acqua di rigore metodologico sul fuoco delle medie alla trilussa, quelle, per capirci, alla portata della gente della strada!
Sicuramente la Rivoluzione Francese non scoppiò per l'infelice battuta di Maria Antonietta, ma non abbiamo dubbi che con essa la regina si giocò la fiducia del suo popolo e ... anche la testa!
Non possiamo non convenire sul fatto che l'ennesima bomba mediatica di Peacelink, per quanto antiepidemiologica in senso scientifico, sia aritmeticamente vera e quindi reale per la gente di strada. Colpisce nel segno e accomuna in poche righe tanta gente che ha il malato o il morto in casa e si chiede perchè nessuno faccia nulla. Anzi, a volte si cerca di rispondere al dolore diffuso e alle iniziative dal basso con qualche punto statistico di media e qualche promessa sulla "componente prevenibile": un linguaggio che stride come la minigonna al funerale!
Non è un caso che mentre tutti i giornali  (compreso il Sole 24h, sempre pronto a chiudere un'occhio - anzi due - per smorzare i toni e remare a favore di padron Riva) non possono fare a meno di pubblicarla, l'Ilva fa mandare in giro una smentita da parte del suo epidemiologo di fiducia, Carlo La Vecchia (clicca qui per sapere chi è) nelle pagine di un altro giornale amico.
Evidentemente anche l'Ilva si è accorta del missile sparato sulla sua immagine, già disastrata.
In fondo quello che chiede Peacelink, portando la voce di tanta cittadinanza, è di fare monitoraggi continui e seri e di realizzare una costante campagna epidemiologica che metta in relazione i dati ambientali (statici e dinamici) con le patologie in atto nel territorio...
Forse Assennato in questo caso era un po' assonnato per non accorgersi che la gente chiede dall'ARPA più controllo e autorità. Un potenziamento che lui stesso ha sempre chiesto a condizione di imparare a prendere il toro per le corna e a saper parlare alla gente.
O forse dobbiamo lasciarci sedurre dal sospetto che siamo troppo vicini alle elezioni regionali perchè l'agenzia resista alla tentazione populistica del "grazie a noi ora le cose vanno già molto meglio"?
Già ci ha provato l'Arcivescovo a cavalcare il sogno della speranza con il suo linguaggio ultrapopulistico da favela sudamericana, quando ha detto che le sue donne delle pulizie hanno notato che invece di tutta quella polvere nera che una volta si raccoglieva spazzando i balconi, oggi se ne trova meno e marrone (più chiara...).
Ma, allora, l'ARPA, cos'è? Un ente di controllo e accertamento o un ufficio di propaganda?
E perchè ad esempio, avendo a disposizione gli stessi dati e strumenti, non ha fatto lei, per tempo, le analisi contenute nella perizia epidemiologica commissionata dalla Todisco? (peraltro, anche quella, pubblicamente in alcuni aspetti criticata dallo stesso Assennato)
Continuiamo a riporre un po' di fiducia in questa istituzione che in tante altre occasioni ha mostrato imparzialità e autorevolezza. Ma ci aspettiamo che apra (almeno lei che - in teoria - non dovrebbe preoccuparsi delle cabine elettorali) un canale di confronto di dipo divulgativo e partecipativo con la cittadinanza.
E' questo che fa la differenza, non solo la metodologia!


Tumori, Arpa: "I dati di Peacelink non hanno valore epidemiologico"

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