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“Ambiente svenduto”: conferme e sorprese
mercoledì 30 ottobre 2013

da biagiodemarzo@alice.it




 

Movimento Civico

Rinascere

 

 

“Ambiente svenduto”: conferme e sorprese

 

La Procura della Repubblica di Taranto ha chiuso l’indagine denominata “Ambiente svenduto” e sta notificando l’avviso di garanzia a 50 persone fisiche e a 3 società indagate. Ognuno conoscerà quale potrà essere il reato del quale potrà essere chiamato a rispondere in Tribunale. Al comune cittadino, vittima a vario livello delle conseguenze di tali reati, non resta che attendere con pazienza e fiducia che il lungo percorso della Giustizia arrivi in fondo per vedere puniti i responsabili.

Chi invece ha vissuto giorno per giorno le vicende della prima Autorizzazione Integrata Ambientale, quella del 3 agosto 2011 firmata dal ministro Stefania Prestigiacomo, resta sorpreso alla lettura dell’elenco degli "avvisati". In esso sono presenti persone che, presumibilmente, saranno presto trasformate al massimo in testimoni d’accusa. In esso, sorprendentemente, mancano ministeriali di peso che "non potevano non sapere" lo scempio che si stava commettendo con il rilascio della prima AIA, in barba a tutte le osservazioni e proteste del "pubblico interessato".

Non capiamo come mai nella rete degli inquirenti siano rimasti impigliati solo due personaggi “romani”, il presidente della Commissione AIA/IPPC  nominato dal ministro dell’ambiente ed il capo della segreteria tecnica dello stesso Ministro. Entrambi questi personaggi non avevano poteri decisionali ufficiali ma erano solo “istruttori e consiglieri” proprio di chi li aveva nominati e che aveva il vero potere decisionale. Tra gli “avvisati” non c’è nessun rappresentante delle strutture tecniche ed amministrative centrali che pure hanno competenza e responsabilità nel complesso procedimento per il rilascio dell’AIA: tutti neutralizzati da due semplici “consiglieri”? Eppure dai verbali delle Conferenze dei Servizi sull’AIA di Ilva Taranto risulta che erano tutti presenti quando i rappresentanti del “pubblico interessato” declamarono la “catilinaria” contro il “Parere istruttorio conclusivo” della Commissione IPPC/AIA, che non era fatta solo dai due personaggi romani “avvisati” dalla Procura di Taranto. Quel PIC fu approvato senza colpo ferire dalla CdS e travasato nel decreto del Ministro dell’ambiente.

Per amore di Giustizia, ci piacerebbe sapere che saranno chiamati in causa anche quanti sapevano ma hanno girato il capo dall’altra parte: essi sono altrettanto, se non più, responsabili di quanti sono ora “avvisati” per essersi adoprati per il rilascio di un’AIA chiaramente inefficace ai fini dell’abbattimento dell’inquinamento di origine industriale che tanti danni ha prodotto ai tarantini.

Al momento prepariamoci alla decennale attesa del "verdetto finale" per i colpevoli, mentre i tarantini continueranno a riempire gli ospedali e i cimiteri.

 

Per il Movimento RINASCERE Giacomo Raffaelli e Gino De Marzo




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