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SALVIAMO LA CULTURA, SALVIAMO PALAZZO DEGLI UFFICI
martedì 19 novembre 2013

da Cosimo Gigante
Capogruppo Consiliare Costruire Politica




 A Taranto l’alterna fortuna di vari progetti di finanza (cimiteri, piscina comunale e palazzo degli Uffici)  fanno nascere nei cittadini il forte sospetto che più che un’operazione virtuosa per valorizzare un patrimonio comune, economico e sociale,   sono diventati un modo per consegnare a privati beni di alto valore senza certezza sui tempi di ultimazione delle opere e della loro fruibilità da parte dei cittadini .

L’esempio emblematico è quello che sta accadendo al Palazzo degli Uffici che rischia di diventare, come civilmente hanno sottolineato in una petizione gli studenti del Liceo Archita  costretti a traslocare in altre sedi,  un cantiere senza fine  e che mette a grave rischio la tenuta complessiva dell’immobile oltre che rischiare di pregiudicare l’enorme patrimonio di 20000 volumi della biblioteca e dell’Archivio Storico del Liceo  contenuti nella struttura in cui è impedito l’ingresso  eil trasloco degli stessi.

Di piĂą oltre alla valenza culturale per Palazzo degli Uffici che insiste nel salotto buono della cittĂ  parliamo anche di mancato decollo del volano turistico in quanto un Cantiere recitantato e non ultimato nel Borgo della CittĂ  porta nocumento alla immagine complessiva della CittĂ  che vorrebbe scommettere su uno sviluppo alternativo alla Grande Industria.

Nella vicenda del Palazzo degli Uffici si sono concentrati una serie di orrori amministrativi, continui stop and go, il ruolo confliggente tra RUP e Direzione Lavori  e oggi anche il paventato rischio di infiltrazioni mafiose all’interno del Consorzio aggiudicatario come appreso dagli organi di stampa nazionali e locali.

Le responsabilità però non possono e non devono sempre ricadere sulla politica ma occorre anche evidenziare, semmai ci fossero, le responsabilità dei dirigenti del Civico Ente

Infatti, il nuovo assetto dei poteri all’interno degli enti locali è incentrato su di una rigida ed effettiva separazione dei rispettivi ruoli: da un lato i compiti di indirizzo che sono attribuiti al potere politico e quindi al Consiglio Comunale; dall’altra, invece, i poteri gestionali, che divengono propri dei dirigenti.

Essi sono titolari non solo della gestione amministrativa, ma anche di quella finanziaria e tecnica, attraverso degli autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.

A Taranto invece spesso tali ruoli vengono inopitanamente confusi e quindi avviene ad esempio che un Dirigente tecnico si avventuri nel tracciare le linee strategiche delle Aziende partecipate con relativi riflessi giuridici senza le opportune competenze e di contro vengono proposte progettazioni che vengono poi cassate dalla ASL come nel caso del canile rifugio.

E’ ora quindi che si prenda atto con coraggio e decisione di questo stato di cose e che la Politica inizia a riappropriarsi dell’indicazione delle direttrici di sviluppo della Città e che alla Dirigenza venga concesso di lavorare sugli obiettivi e nel contempo vigilare che gli stessi vengano raggiunti.

La drammaticità del momento esige infatti che si lavori pancia a terra gettando il cuore oltre l’ostacolo con una presenza costante dei Dirigenti negli Uffici Comunali e un maggiore ascolto delle grida di dolore che provengono da settori sempre più diffusi della Società civile tarantina. 

Cosimo Gigante - Giovanni Guttagliere - Gianni Cataldino - Rosa Perelli

 




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