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Ambiente svenduto non inquisisce Ministro e Ministero dell'ambiente
venerdì 7 marzo 2014

di Biagio De Marzo




“Ambiente svenduto” non inquisisce i maggiori responsabili dell'AIA di agosto 2011: il Ministro dell'ambiente dell'epoca e il relativo Ministero.

 

Dall’agosto 2007 fino al suo rilascio nell’agosto del 2011, ho vissuto, in qualità di “pubblico interessato” e di presidente pro tempore di Altamarea, il procedimento per l’Autorizzazione Integrata Ambientale di Ilva Taranto. Tale AIA è divenuta protagonista dell’indagine “Ambiente svenduto” ora chiusa con il rinvio a giudizio di  53 indagati.

Ancora oggi mi chiedo cosa ha innescato il “disinteresse” dei sindacati verso la procedura AIA, figlia della normativa europea dell’IPPC. Nulla e nessuno avrebbe potuto impedirne la presenza formale al tavolo di Minambiente dato che la normativa favorisce la presenza dei portatori di interesse, financo dei semplici cittadini.

Per come sono andate le cose a Roma, sono certo che la presenza continua dei sindacati avrebbe impedito molte delle storture denunciate invano dai “cittadini interessati” ufficialmente rappresentati in quel tavolo ma rimasti inascoltati.

Per economia di spazio, mi limito ad indicare brevemente alcune anomalie strutturali rilevate nel corso del procedimento.

Ø      Dominio assoluto del Ministro “politico” dell'epoca esercitato sia attraverso la Commissione IPPC di nomina del Ministro, sia attraverso la Segreteria tecnica del Gabinetto del Ministro. Tale dominio è sancito dalla firma dell’AIA, atto intrinsecamente amministrativo, da parte del Ministro “politico”, in spregio alle leggi Bassanini.

Ø      Assenza di fatto di strutture tecniche istituzionali, completamente esautorate dalla Commissione IPPC di nomina “politica”.

Ø      Acquiescenza assoluta dei dirigenti ministeriali.

Ø      Minaccia di querela da parte del Ministero, con richiesta di risarcimento danni a carico di cittadini che denunciavano duramente le responsabilità ministeriali, esposte per conoscenza anche alla Procura della Repubblica, ancor prima che si conoscessero le compromettenti intercettazioni telefoniche dell’indagine “Ambiente svenduto”.

Rilevo che, con la sola eccezione di un membro della Segreteria tecnica del Gabinetto del Ministro, nessun dirigente ministeriale risulta rinviato a giudizio per l’ “Ambiente svenduto”.

Auspico che nell'imminente processo si approfondisca l’analisi delle anomalie evidenziate sopra. Per parte mia, rendo disponibile la documentazione in mio possesso. Ci sono documenti che narrano come sono andate le cose fino alla indebita concessione dell'AIA nell'agosto 2011, i cui maggiori responsabili, secondo me, sono il Ministro dell’ambiente dell’epoca ed il relativo Ministero.

 

Dott. Ing. Biagio De Marzo già presidente di Altamarea

 




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