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Viva la concretezza
mercoledì 21 maggio 2014

Agli indecisi, ai dubbiosi e ai disamorati dei partiti chiedo di leggere questa lettera di 7 amici, nessuno militante, tutti preoccupati.
Gino De Marzo


da biagiodemarzo@alice.it




 

 

Il quadro politico

Matteo Renzi è segnato dal “peccato originale” di un presidente del consiglio nominato dopo una decisione della direzione del PD che ha sfiduciato Enrico Letta, esponente di quello stesso partito. Il premier Renzi dispone di un consenso personale largo e trasversale di persone convinte che può portare l’Italia fuori dalla crisi. C’è uno sfondo di difficoltà da cui può uscire, se rafforzato dal voto al PD del 25 maggio. L’incertezza oggi è molto alta, la posta in palio non è chiara a tutti.

Grillo, il suo avversario principale, amplifica il risentimento che agita la società e che rischia di aumentare ancor più a seguito delle ultime vicende di malaffare. Grillo è antipolitica pura che si concentra su un programma distruttivo. Non ha proposte, né per l’Italia né per l’Europa, tranne una: distruggere tutto ciò che esiste, partiti, istituzioni e persone che le rappresentano. Tutto va azzerato. I Parlamenti debbono essere ridotti a uffici che diano forma di legge a decisioni partorite dalla “rete”; il governo è composto da funzionari che restano in carica per un periodo breve e poi se ne tornano a casa. I parlamentari devono obbedire agli ordini del blog, qualunque obiezione è repressa.

Ha un senso votare per un programma che darebbe a Grillo tutto il potere trasformando la democrazia, con tutti i suoi vizi e difetti, nella tirannide di un comico? La gente lo vota come protesta ma quel voto è molto pericoloso per le sorti dell’Italia.

Le prossime elezioni europee si sono tradotte in un doppio referendum tutto italiano: pro o contro Renzi e pro o contro il sistema partitico, i politici e le istituzioni. C’è il rischio di avere profonde conseguenze politiche per l’Italia prima che per l’Europa.

 

La speranza di futuro

Per Renzi questo è il momento in cui si deve rischiare tutto e provare a fare una rivoluzione vera. Partendo anzitutto dal rilancio dell’industria e del genio italiano che nei momenti di massima difficoltà ha sempre trovato la forza per fare le cose più incredibili, come quella di tornare ad essere la locomotiva d’Europa. E’ monca la visione dell’Italia come paese destinato ad avere come unica prospettiva i servizi, il turismo e la cultura: tale prospettiva non tiene conto delle opportunità che il mondo globalizzato offre anche alla produzione industriale italiana.

La ripresa economica sta per partire e, sostenuta con misure politiche, produrrĂ  anche la correzione di squilibri eccessivi. La legittimazione e il peso in Europa verrĂ  dai risultati raggiunti con la realizzazione delle riforme delle strutture economiche ed amministrative, del mercato del lavoro, del mercato interno, delle politiche in materia di energia, clima, ambiente e salute.

Renzi prova a fare sul serio. Dopo l’intervento sulle retribuzioni di 10 milioni di lavoratori, dopo la riforma delle istituzioni, dopo quella del lavoro, avvierà quella della pubblica amministrazione. La cattiva gestione della pubblica amministrazione è da sempre tra i grandi handicap che affliggono il nostro Paese e concorre al mancato arrivo in Italia degli investimenti esteri. La riforma punta ad eliminare sacche di inefficienza, ad introdurre il criterio del merito, a dare respiro ai cittadini.

L’impegno di Renzi per l’Europa è di completare il disegno degli Stati Uniti di Europa che, per le persone responsabili e consapevoli, dovrebbe essere l’obiettivo numero uno dei prossimi anni.

 

Votare Renzi e PD

Noi firmatari di questa lettera voteremo per Matteo Renzi  e per il PD e ci auguriamo che facciano altrettanto gli indecisi, dubbiosi e disamorati dei partiti che però amano questo Paese e sperano che cambi. Con l’atto concreto del voto al PD alle europee del 25 maggio, contribuiremo di fatto a dare a Matteo Renzi la legittimazione popolare che gli è mancata finora e a sostenerlo nella realizzazione del “nuovo rinascimento italiano”.

 

Franco Albano, Bruno Castria, Michele Conte, Gino De Marzo, Michele Lazzaro, Nino Mannavola e Claudio Monteduro.

 




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