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Lettera di Confindustria Taranto a Renzi
mercoledì 11 giugno 2014

di Vito Piepoli




Intestazione scuola

Il presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo ha scritto al premier Matteo Renzi lanciando un vero e proprio segnale di allarme.

Secondo Cesareo sulla vicenda Ilva occorre un provvedimento di legge che sblocchi le risorse, in tutto 6 miliardi, che servono per proseguire i processi di risanamento e allo stesso tempo consentire alla fabbrica di continuare a produrre per ripristinare tutti i circuiti bruscamente interrotti e far ripartire una economia inceppata.

Occorre, secondo Cesareo, almeno un provvedimento che possa attivare un finanziamento ponte con le banche.

Il rischio prosegue il presidente di Confindustria, sempre più tangibile vanificare quello che è stato fatto finora e tornare esattamente alla condizione in cui si era nel luglio del 2012.

Servono 6 miliardi, 4 per il piano industriale e altri 2 per quello ambientale, le risorse necessarie per proseguire il cammino intrapreso.

Nella lunga lettera indirizzata a Renzi, Cesareo fa riferimento a Taranto come ad una città che muore. Per questo motivo invita il premier a porre “ulteriormente attenzione alle nostre istanze”, come è scritto.

“Abbiamo accolto con favore - scrive Cesareo - l’insediamento di Piero Gnudi a commissario dell’Ilva ma nel contempo auspichiamo che Edo Ronchi, sub commissario rimanga al suo posto portando avanti il piano ambientale per altro già esecutivo.”

Il presidente di Confindustria Taranto ritiene che le ipotesi di cordate che potrebbero intervenire siano confortanti, ma queste non possono essere assolutamente una risoluzione al problema.

Ed allora Vincenzo Cesareo ha concluso la sua lunga missiva, sottolineando che confida in un intervento tempestivo del premier affinché il cambio di passo sia davvero quello decisivo sul fronte Ilva.

Vito Piepoli

 




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