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Taranto, raccolta di firme per il giornalista Luigi Abbate + Domani sit-in di fronte a Blustar
lunedì 28 luglio 2014

da a.marescotti@peacelink.org




Un giornalista televisivo "scomodo" è stato licenziato a Taranto: Luigi Abbate.

Nette erano le sue posizioni contro l'inquinamento dell'ILVA e l'ipocrisia dei politici che lo negavano. La sua trasmissione "Polifemo" su Blustar - di cui era conduttore - mandava in onda le foto e i filmati di PeaceLink e delle ecosentinelle che sui social network immortalavano i fumi dell'industria inquinante e l'allarme dei cittadini.

 

Luigi Abbate si era confrontato duramente in studio con l'on. Michele Pelillo sui "vapori dell'ILVA" ("possiamo stare tranquilli perché anche un non addetto ai lavori capisce che è vapore quindi il fumo bianco, diciamo, non ha mai creato particolare problemi", disse Pelillo, si veda http://www.peacelink.it/ecologia/a/39580.html) e aveva collezionato i taglienti giudizi di Nichi Vendola ("faccia di provocatore", nella ormai nota telefonata Vendola-Archinà, si veda http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/15/ilva-la-telefonata-choc-di-vendola-risate-al-telefono-per-le-domande-sui-tumori/776892).


PeaceLink invita pertanto tutti i movimenti, le associazioni e i cittadini a partecipare alla manifestazione di domani a sostegno della libertà di informazione in via Di Palma di fronte a Blustar dalle ore 19 alle ore 21.30.

Nel sit-in, indetto dal Movimento Civico “Taranto Respira” dopo il licenziamento del  giornalista Luigi Abbate, raccoglieremo le firme per una petizione che abbiamo lanciato in queste ore su Internet e ha già raccolto l'adesione di diversi cittadini e giornalisti, fra cui Marco Travaglio e Paolo Fores D'Arcais.

Il titolo della petizione è

Ridate il microfono a Luigi Abbate!

e si può firmare anche online andando su questa pagina web:
http://www.peacelink.it/mediawatch/a/40438.html

 

La raccolta di firme a sostegno di Luigi Abbate ha lo scopo di dare ulteriore forza e anche il sostegno dell'opinione pubblica all'Ordine dei Giornalisti che, assieme ad Assostampa, ha preso una chiara posizione su questa vicenda.

Il testo dell'appello è il seguente:

 

 

Ridate il microfono a Luigi Abbate!

Il coraggioso giornalista tarantino di cui Vendola rideva nella famosa telefonata con Girolamo Archinà, capo relazioni esterne dell’Ilva, è stato licenziato.

Abbate era una spina nel fianco per l'Ilva e per il potere politico che non gradiva la sua informazione scevra di condizionamenti e tesa al rispetto del principio primo per un giornalista vero: la ricerca della verità. Luigi Abbate era apprezzato per il suo giornalismo graffiante che non risparmiava critiche ai potenti.

Abbate ha dato voce all'indignazione dei cittadini. Ha invitato nelle sue trasmissioni gli ambientalisti ed i medici impegnati nella lotta per la salute, contro l'inquinamento. Alle sue trasmissioni hanno potuto partecipare non solo i politici ma anche rappresentanti di diverse associazioni. Abbate ha mandato in onda le immagini dei fumi dell’Ilva, mettendo in forte imbarazzo quei partiti che dichiarano oggi risolto il problema dell'inquinamento industriale ed inesistente la minaccia sanitaria in corso.

Ha dato voce alle ecosentinelle, presentando nella sua trasmissione “Polifemo” le immagini delle emissioni che smentivano la retorica pro-Ilva.

Ha smentito chi in questi anni non ha fatto nulla di efficace di fronte all’incedere senza sosta del disastro ambientale.

Mentre molti tacevano, Abbate smascherava l'ipocrisia, rompeva il silenzio, denunciava l'inefficienza degli enti locali e del governo.

Mentre intervistava Riva sull’aumento dei tumori a Taranto, gli fu tolto il microfono. E Vendola ne rise al telefono.

Oggi a Luigi Abbate viene nuovamente tolto il microfono. E anche oggi è doveroso esprimere l'indignazione e la solidarietà. Un giornalista coraggioso e libero non puo' e non deve essere licenziato. Abbiamo bisogno di giornalisti liberi e coraggiosi.

 

In una nazione che è fanalino di coda per la libertà di informazione, questo licenziamento è un drammatico segnale. Noi vogliamo che anche in TV sia ridata la voce ai cittadini, che venga restituito il microfono a Luigi Abbate e che si annulli un licenziamento ingiusto ed inaccettabile.

 




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