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Manifestazione “Industria Ultima Fermata”: dichiarazioni UGL
domenica 3 agosto 2014

Articolo di Vito Piepoli

Martino Greco con al volante un iscritto Ugl che avanza soldi dall'Ilva


Intestazione scuola

Martino Greco, settore viabilità e logistica Ugl, alla manifestazione “Industria Ultima Fermata”

Ha partecipato alla manifestazione di Confindustria Taranto “Industria Ultima Fermata”, Martino Greco,  segretario provinciale Ugl del settore Viabilità Logistiche e Traffico, insieme a un gruppo di piccoli autotrasportatori esasperati, iscritti alla categoria.

Così si è espresso : “Una grossa fetta di autotrasportatori tarantini stanno in questo momento attraversando un periodo veramente amaro, per quanto riguarda il lavoro che a Taranto ogni giorno che passa viene sempre meno, e con mille difficoltà. Solleviamo i problemi della disoccupazione pure nell’ambito dell’autotrasporto perché si sta verificando che una lunga serie di automezzi non riesce più a ripartire e sta ferma nei parcheggi”.

Ricordiamo, come ci aveva riferito qualche mese fa Fabio Dimonte, segretario provinciale Ugl, in occasione dell’elezione a Crispiano proprio di Martino Greco, che ci sono numerosi autotrasportatori, i cosiddetti padroncini dell’indotto Ilva, che sono mesi che non percepiscono soldi (come il signore al volante in foto con Greco).

E ancora non è cambiato nulla, per cui ci sono problemi anche per rifornire i mezzi per effettuare viaggi.

Fino a qualche anno fa l’Ilva pagava regolarmente le commesse, adesso sono circa oltre  ventiquattro mesi che ritarda a farlo.

E sulla manifestazione “Industria Ultima Fermata” , il segretario provinciale Ugl Fabio Dimonte  ha fatto diffondere un comunicato stampa.

In questo si legge che  premettendo che la manifestazione in questione fosse alquanto condivisibile, poiché la nostra industria e il potere economico che ne deriva, si sta ormai collassando verso una situazione di sfacelo, Ugl Taranto ribadisce ancora una volta che il lavoro e la salute sono due diritti che non si possono contrapporre e devono essere obbligatoriamente tutelati entrambi alla stessa maniera, per cui vale la pena discuterne.

Però, dire di no e fare ostruzionismo a priori, ad ogni progetto industriale che porterebbe lavoro e guadagno per la nostra città, creando una situazione di “muro contro muro” non porta da nessuna parte.

E’ bene che ci si segga a tavolino, che l’azienda renda dei documenti tecnico scientifici che illustrino l’intero processo delle attività, al fine di garantire lavoro tutelando la salute.

E’ altresì necessario e giusto che il Governo, di suo conto, intervenga con delle decisioni concrete, che facciano riaffiorare la situazione occupazionale a Taranto, oramai  allo sfacelo.

Inoltre bisogna tenere presente che, pensare di sanare gli stipendi dei dipendenti Ilva, non vuol dire compensare di conseguenza anche quelli dell’indotto e  i corrispettivi alle aziende.

I  cosiddetti “prestiti ponte” devono essere resi, bisogna prendere provvedimenti seri e risolutivi.

Per quanto riguarda poi il “decommissioning” delle navi, l’Ugl  chiede che Taranto venga riscattata. Assumere la decisione di portare le navi da smantellare, smaltire o riparare a Piombino, favorendo la Lucchini è arduo e un po’ avventato, in quanto Taranto non solo ha tutte le capacità e competenze a livello professionale, ma dispone degli ex Cantieri Navali, i cantieri Tosi con un cantiere operativo attrezzato e preparato.

Dispone ad esempio di bacini a secco in cui la nave sosta durante i lavori, per non dimenticare la strumentazione per lo smantellamento e lo smaltimento.

E poi, basta  parlare di Taranto come punto strategico per la nazione, quando poi risulta essere solo serva e disponibile a farsi succhiare le risorse al servizio del paese.

Il Governo deve intervenire, attraverso azioni determinate e decisive, perché il Comune oramai non agisce più, non potendosi permettere ancora di sbagliare.

I sindacati chiedono ma non ottengono, la Regione latita e le associazioni di categoria pensano a tutelare i loro interessi e diritti.

Oramai, conclude la nota, viviamo una guerra tra poveri e la manifestazione di Confindustria ne è stato l’ennesimo esempio lampante.

Taranto rischia un’implosione, ragion per cui necessitano azioni dall’alto e il Governo non può più permettersi di restare indifferente.

 

Vito Piepoli

 





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