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AGRICOLTURA: AVVIATA LA DISCUSSIONE SULLA LEGGE CANAPA
martedì 5 agosto 2014

Soddisfazione da parte del M5S che chiede che la legge venga licenziata quanto prima

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate


Presidente Canapuglia Claudio Natile durante l’audizione alla Camera


 

In Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati iniziate le audizioni sui testi di legge depositati in questa legislatura. L’Abbate (M5S) esprime soddisfazione ed auspica, quanto prima, la conclusione dell’iter normativo a vantaggio del settore

 

Dopo una lunga attesa e numerose pressioni, la Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati ha dato avvio alla discussione delle proposte di legge sulla ripresa della coltivazione della cannabis. La canapa, infatti, è una delle piante su cui puntano i giovani agricoltori italiani per il rilancio del settore primario e che ha visto l’Italia seconda produttrice al mondo sino agli anni ’50, prima per qualità della fibra. Una pianta in grado di avere oltre 25.000 utilizzi e che vede in Puglia la più grande sperimentazione in Europa di canapa e calce ad uso abitativo. Alle prime audizioni tenutesi oggi, lunedì 4 agosto, ha preso parte anche l’associazione pugliese Canapuglia partita qualche anno fa con pochi ettari nell’agro di Polignano a Mare (BA) e che oggi può contare su oltre 200 ettari coltivati in tutta la regione (In Italia sono 1.000).

 

“Finalmente è iniziato l’iter normativo – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S), cofirmatario della proposta di legge 5 Stelle della collega siciliana Loredana Lupo – Ci siamo battuti sin dai primissimi giorni in Parlamento per l’approvazione di un quadro che regolamenti la coltivazione e produzione di canapa e che garantisca lo sviluppo di questa pianta. L’Italia ha necessità di una legge per cogliere l’opportunità del non indifferente volano economico della cannabis. Una pianta dai mille usi: dal settore edilizio al tessile, dagli utensili all’alimentazione sino al suo utilizzo ambientale”.

 

Chi coltiva canapa, infatti, riduce la presenza di CO2 di 8-12 tonnellate per ettaro e aiuta a fissare il carbonio nel suolo, contribuendo a generare, inoltre, la cultura della sostenibilità. Ultimo virtuoso esempio è quello dell’ex allevatore tarantino Vincenzo Fornaro costretto dall’Ilva nel 2010 ad abbattere i suoi capi di bestiame alla “diossina” e che, impossibilità a far altro, ha deciso di coltivare canapa nei suoi tre ettari resi improduttivi dallo stabilimento siderurgico. Tra le associazioni presenti oggi alla Camera dei deputati non sono mancati i suggerimenti e le critiche ai testi normativi sia per il limite europeo del Thc (fissato a 0,2%) sia per gli incentivi insufficienti e non in grado di sostenere i giovani imprenditori e, infine, sia per la mancanza di innovativi impianti di trasformazione che possano garantire un prodotto altamente qualitativo, quale quello italiano si presta a divenire.

 




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